
Il termine per richiedere incentivi per le comunità energetiche è stato prorogato al 30 novembre 2025, offrendo opportunità ai piccoli comuni. Antonio Cardillo sottolinea l'importanza di informazioni chiare per facilitare la transizione energetica e generare economia.
Una volta erano le sagre, ora sono le comunità energetiche a unire i paesi. E nella provincia di Frosinone – quella delle vette appenniniche e dei borghi stretti attorno a una piazza – la notizia che il termine per richiedere gli incentivi per i gruppi di autoconsumo e le CER è stato prorogato al 30 novembre 2025 è arrivata come una folata di aria pulita. Anche perché, con 2,2 miliardi di euro sul tavolo e un contributo a fondo perduto del 40%, qui non si parla solo di sostenibilità ma di occasioni concrete, soprattutto per i piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti.
Il meccanismo è ormai noto, ma con qualche complicazione da decifrare: impianti fotovoltaici, gruppi di famiglie o condomini che condividono l’energia, tariffe incentivanti che vanno dagli 80 ai 60 euro per MWh prodotto, una maggiorazione di 4 euro per le regioni del Centro Italia, e una durata dell’incentivo di vent’anni. E il Lazio, grazie alla nuova spinta nazionale, ha un potenziale ancora tutto da liberare.
La certezza del prof

Sulle comunità energetiche sta spingendo molto il professor Raffaele Trequattrini, commissario del Consorzio Industriale del Lazio. La convinzione è che possano essere utili per garantire al comparto industriale energia ed a prezzi controllati. Antonio Cardillo, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia a Frosinone è stato più volte a Bruxelles per affrontare le tematiche ambientali come consulente del Gruppo. È tra i primi sostenitori locali della transizione energetica «a misura di campanile».
Cardillo, queste Comunità Energetiche sono davvero una rivoluzione per la Ciociaria?
“Non solo sono una rivoluzione, ma sono anche una grande occasione per dimostrare che la provincia non è arretrata: è pronta. Se ci sono risorse, noi vogliamo utilizzarle per generare economia, risparmio e autonomia. Qui le case ci sono, il sole pure. Ora ci servono solo connessioni – in tutti i sensi.”
Non crede che la burocrazia possa scoraggiare i cittadini?
“Per le CER sì, il percorso è più articolato. Ma per i Gruppi di autoconsumo è molto più semplice: basta anche una villetta bifamiliare. La verità è che serve più informazione: lo Stato ha fatto il suo, ora tocca a noi partiti, istituzioni e professionisti locali aiutare la gente a capire come fare.”
Frosinone è pronta?

“Noi lo siamo. Abbiamo già attivato contatti con amministrazioni e tecnici del territorio. Siamo in fase di mappatura dei comuni e degli edifici pubblici dove si possono creare gruppi. Anche le scuole e le palestre possono diventare centrali energetiche condivise. È un modo nuovo, ma concreto, per generare benessere e risparmio“.
Energia dai rifiuti, in questi territori è complesso parlarne…
“Ed è un errore. Ricordo a me stesso che oggi i nostri rifiuti organici, cioè quello che avanza nei piatti delle nostre cucine a pranzo o a cena, viene smaltito in Veneto. Paghiamo per farli smaltire. E lì invece ottengono bio metano con cui alimentare i loro bus pubblici, praticamente a costo zero. Ed ottengono tonnellate di terriccio fertilizzante per l’agricoltura. È quello che si faceva in Ciociaria prima dell’industrializzazione: dagli avanzi si otteneva il fertilizzante naturale. Oggi c’è chi confonde le idee alla gente per renderci schiavi di altri territori”.
Il futuro? Inizia dal tetto di casa

La proroga al 30 novembre consente tempo per pianificare, ma anche per creare consapevolezza: un gruppo può nascere in un condominio, in una casa bifamiliare, o persino con un impianto esterno condiviso da più clienti finali. E grazie al simulatore del GSE, anche i più scettici possono verificare in tempo reale la convenienza economica dell’operazione.
Il tempo dei grandi proclami green sembra finito. Oggi la parola d’ordine è applicazione pratica. E nella provincia ciociara, l’energia pulita potrebbe essere il vero volano per una nuova stagione economica. Dove le bollette calano e le comunità si rafforzano. E le industrie iniziano ad avere le loro certezze.