European war contest. Sempre la stessa musica

La finale dell'Eurovision ha offerto spunti di riflessione sul ruolo dell'arte ed in generale sull'attuale situazione geopolitica. Altri temi caldi: la polemica Germano-Giuli, i messaggi di Papa Leone, la posizione oltranzista dell'Europa sulla guerra e le elezioni in Romania

Franco Fiorito

Ulisse della Politica

La finale dell’edizione 2025 dell’Eurovision Song Contest ha visto il trionfo di JJ con Wasted Love. Lucio Corsi quinto e Gabry Ponte ventiseiesimo. A vincere un cantante austriaco che canta in falsetto come il nostro compianto Farinelli, il più famoso cantante castrato della storia, che alla fine del settecento deliziava le platee coi suoi gorgheggi. A pensarci Farinelli sarebbe stato perfetto per l’Eurovision attuale. Infatti ha vinto questo JJ che è un controtenore con una voce che raggiunge le note di un soprano, fondendo elementi di pop e opera.

Non è neanche diciamo il prototipo dell’austriaco tipico, di madre filippina ha tutti i tratti della nazione orientale. Niente capello biondo fluente e occhio azzurro. Lo abbiamo visto festeggiare tra il solito pianterello dirotto e dei gridolini acuti al termine della kermesse che quest’anno si è tenuta in svizzera. Avranno pensato che una botta di neutralità elvetica in questo clima guerresco poteva fare bene evidentemente. Ed in effetti la scollatura della Hunziker distraeva da ogni intento di tipo polemico. Secondo è arrivato Israele. Che fischiato durante le esibizioni ha quasi rischiato di vincere. E sai che sarebbe successo. Ha superato di poco il cantante estone Tommy Cash un tizio coi baffetti da sparviero che ci sfotte cantando “espresso macchiato”. Che l’unica cosa buona che ha fatto è che quando qualche giorno fa durante un intervista gli hanno chiesto di cantare bella ciao ha gentilmente detto no.

Festival deludente, nessun messaggio per la pace

Lucio Corsi all’Eurovision

Quinto il nostro simpatico Lucio Corsi con “volevo essere un duro” che sul palco sembrava la versione Temu di Gene Simmons dei Kiss. Solo ventiseiesimo cioè ultimo Gabry Ponte mito della musica anni novanta che partecipava per San Marino. Forse il fatto che rappresentasse la nazione del titano ma la canzone si chiamava “Tutta l’Italia” ha confuso un po’, relegandolo come fanalino di coda.

Per il resto il solito festival di cattivo gusto e pessima musica come tutti gli anni. Si è distinta alla coconduzione italiana Big Mama, la cantante paladina lgbqt che si è distinta per interventi che avevano lo stesso spessore di quella ragazza che andò virale sui social perché intervistata alla domanda che lavoro fai rispose: “Faccio a ricotta!”. Il livello era quello.

Gepi Cucciari al Premio Strega

Eppure se è vero che l’arte e la musica da sempre lanciano messaggi politici in particolare contro la guerra e per la pace impegno civile pervenuto quasi zero. Anzi Israele fischiatissimo alla faccia della pace e della concordia. Un’altra occasione persa per ridare agli artisti un ruolo civile. Ci avevano pensato già in settimana Elio Germano, attore, e Geppi Cucciari, comica, a distruggere le ultime ambizioni di serietà producendosi in polemiche contro il ministro della cultura Giuli a margine dei Davide di Donatello e di un incontro con Mattarella. Anche quelle che una volta erano occasioni solenni ridotte a pagliacciate.

La replica di Giuli

Ha avuto ragione Giuli però a rispondere a tono dicendo che se una volta gli intellettuali facevano battaglie di sinistra oggi sono quasi estinti sostituiti brevemente dagli influencer illetterati e che quindi adesso a sostenere certe idee erano rimasti solo i comici. Qualcuno ha poi pensato giustamente di ricordare a Germano che lamentava comportamenti di tipo clan al ministero che gli ultimi suoi film lautamente finanziati dallo stato con 17 milioni di euro al botteghino ne avevano incassati solo 12 complessivamente con una perdita per lo stato italiano di cinque milioni. Un bell’affare vero. E da questo pulpito critica pure.

Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli

Ma al di la di questi pseudo alfieri della cultura mentre andava in onda il festival canoro europeo in europa trionfava l’”European war contest”. In cui tuti i leader in campo gareggiavano a chi fosse più guerrafondaio. Europa in primis. Gli usa citano la pace ma sono interessati solo alle terre rare la Russia ha già preso grandi pezzi di Ucraina e se li vuole tenere. Praticamente se la sono già spartita ma non se n’è accorto nessuno.

L’Europa pro-guerra

L’Europa è la più oltranzista nel proseguire la guerra. Forte dei grandi successi ottenuti finora, cioè prendere schiaffi da tutte le direzioni, nel momento esatto in cui ad Istanbul sono convocati incontri di pace tra Russia e Ucraina loro si riuniscono per assicurare un prossimo invio di truppe. Non se vi è chiara la scena quelli a parlare di pace e loro contemporaneamente a preparare la guerra. Incredibile.

Ursula von der Leyen (Foto: Daina Le Lardic © European Union 2025)

La Von der Layen ha annunciato un ulteriore cattivissimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Forse ho perso il conto sarà il ventesimo. Ed avrà probabilmente lo stesso effetto degli altri diciannove. Cioè zero. European war contest. Sempre la stessa musica, cioè fare solletico alla Russia ma rovinare l’Europa. Si perché oramai è acclarato che questa serie di sanzioni sia stata un atto supremo di autolesionismo alla Tafazzi maniera. Putin vista l’aria poco seria snobba gli incontri di Istanbul dove invece arriva Zelenski che lo sfida tuonando: “Io sono qui se ha coraggio venga”. E quello non se lo fila di pezzo. Come sempre.

L’opposizione contesta la Meloni

L’opposizione italiana sempre più autoreferenziale e confusa contesta la Meloni perché non essendo andata all’incontro dove volevano decidere l’invio di truppe sarebbe stata “esclusa” dall’Europa che conta. Ma lei serafica ha ribattuto: “Perché partecipare a degli incontri in cui già sappiamo di non voler essere coinvolti e dei quali argomenti siamo completamente in opposizione”? Non fa una piega.

Giorgia Meloni

Perché andare a degli incontri convocati per organizzare cose a cui sei fermamente contrario? Sembra come la barzelletta in cui un amico dice all’altro: “Sto organizzando un orgia”. E l’altro risponde: “Quanti siamo”? E lui: “Se vieni tu e tua moglie siamo tre”. Ecco scuserete la trivialità della battuta ma gli incontri dove puoi solo trovare brutte sorprese la Meloni fa benissimo ad evitarli. Tra l’altro non hanno dato grande prova di se nemmeno i leader di Francia Germania e Inghilterra che come i re magi si sono recati in visita a Zelensky col solito treno.

Il video sospetto per alzare un polverone

Ha destato grande scandalo un video in cui sorpresi dall’arrivo dei giornalisti Macron e Merz nascondono frettolosamente qualcosa dal tavolo. Per i complottisti erano un sacchetto di cocaina ed un cucchiaino di quelli che si usano per assumerla. Per la versione ufficiale un fazzoletto sporco ed un cucchiaino da caffè. Sinceramente il video è un po’ strano andatelo a guardare si trova facilmente sui social e fatevi una vostra opinione. Io penso che sarebbe una cosa assurda che dei leader così importanti praticassero certi vizi praticamente in pubblico ormai, dunque propendo che ci sia qualche esagerazione, però guardando il video qualche curiosità resta.

Emmanuel Macron

Come nella storiella del dito e la luna questo polverone ha passato in secondo piano la cosa peggiore cioè dei leader europei che vanno in pellegrinaggio non per la pace ma per la perpetuazione della guerra e per l’invio di truppe sul campo.
Il contrario esatto del messaggio di pace lanciato da Papa Leone non più di qualche ora fa. Messaggio di pace rimasto lettera morta e completamente ignorato.
Papa Leone molto attivo nei suoi primi giorni di pontificato ha anche offerto la sua opera e quella della santa sede come luogo di mediazione e per favorire il dialogo. Ma in una scena surreale praticamente lo hanno ignorato, non gli ha risposto nessuno.

I messaggi di Papa Leone

Papa Leone molto apprezzato ha lanciato molti messaggi positivi. Oltre alla pace anche nei confronti della famiglia tradizionale e dei valori cattolici. Con una chiarezza davvero cristallina. Ha dimostrato anche una inaspettata presenza di spirito dribblando in un incontro con molta classe una bandiera arcobaleno che gli era stata offerta dal pubblico. Simpatico poi l’incontro con Sinner che gli ha regalato una racchetta. Un papa attivo, modesto, simpatico e chiaro.

Papa Leone

Il povero cardinale Zuppi invece è ancora in trance agonistica. Questa settimana ha dichiarato in una intervista con Ligabue, il cantante, che se fosse stato eletto papa avrebbe fatto come il film di Nanni Moretti si sarebbe affacciato e avrebbe detto: “Non ce la faccio”, richiudendo poi dietro di se il finestrone. A parte che citare Nanni Moretti invece che il vangelo è alquanto singolare, ma sarebbe il caso che qualcuno avvisi delicatamente Zuppi che il papa Leone lo hanno appena eletto ed è in carica e con altrettanta delicatezza gli riveli che lui non ha preso un voto e non è mai stato veramente tra i papabili.

A meno che non si possano considerare validi ai fini dell’elezione gli articoli di Repubblica e consimili e i tik tok delle “bimbe di Zuppi” a supporto della sua elezione. Ma mi sono informato mi hanno detto che valgono solo i voti dei cardinali per essere eletto papa. Che qualcuno lo avvisi.

Le elezioni-pasticcio in Romania

Ma a proposito di elezioni, per chiudere, oggi si vota il secondo turno presidenziale in Romania. Vi ricordate che con un atto sommamente antidemocratico il governo filoeuropeista aveva escluso dalle elezioni il candidato Georgescu che era in testa nel ballottaggio e nei sondaggi. E che con un atto che nemmeno in unione sovietica dei tempi d’oro aveva convocato nuove elezioni invece di ripetere il ballottaggio precedente. Ebbene in queste nuove elezioni Simion il candidato che ha sostituito Georgescu ha stravinto il primo turno con il quaranta per cento dei voti. Secondo con la metà dei consensi Dan il sindaco di Bucarest, terzo e fuori dal ballottaggio il candidato europeista.

Calin Georgescu (UN Photo/Jean-Marc Ferre)

Oggi si vota il secondo turno con Simion grande favorito. Ecco per spiegarvi la grande intelligenza che alberga dalle parti di Bruxelles e Strasburgo il quadro è questo. Per eliminare Georgescu hanno costretto Simion a candidarsi al posto suo. Questo ha preso addirittura più voti di Georgescu ed è favorito per la vittoria. In caso di vittoria ha già annunciato che sceglierà Georgescu come primo ministro perché nel frattempo il governo si è dimesso per la figura barbina elettorale. Dunque i nostri scienziati europeisti per fermarne uno adesso rischiano di ritrovarsene due e con consensi più alti di prima. Un capolavoro di ingegneria politica. Non c’è che dire. Siamo guidati da dei geni della strategia. Perché come diceva Prezzolini i furbi non sono quasi mai anche intelligenti.

Non ci resta allora che vestire Macron da Lucio Corsi e fargli cantare “volevo essere un duro” e poi portare Gabri Ponte dalla Von der Leyen modificare un po’ il testo e farle cantare “tutta l’europa… tutta l’europa…”. Magari cantando gli passa questa voglia di fare guerre ad oltranza. Altrimenti cambia lo spartito ma è sempre la stessa musica. E i direttori di orchestra veri sono dietro le quinte, dirigono ma non si vedono.