E' quella dei consiglieri di Latina in ordine al tracciato del Brt. Con un dilemma: Strada Chiesuola o via Epitaffio?
Strada Chiesuola o via Epitaffio. Dove far correre la futura infrastruttura di collegamento veloce tra Latina e Latina Scalo, tra la stazione Fs e la stazione delle autolinee nuove, altrimenti detta Brt (bus rapid transit), o familiarmente nota come “ex Metroleggera”, in quanto nata come idea anche per “salvare” gli 80 milioni di euro che il Cipe concesse nel 2005 per il progetto di Vincenzo Zaccheo, allora sindaco? (Leggi qui: Metroleggera ed ex Zuccherificio, la maggioranza alla prova del Consiglio).
Ieri in Consiglio comunale sono emerse soprattutto contraddizioni. Una, in dettaglio. I progettisti di un raggruppamento temporaneo di ben tre imprese (Tecnosistem, OneWorks e Trt) sono stati chiari: di cinque percorsi esaminati (via Epitaffio, strada Chiesuola, strada Chiesuola in variante con via Torre La Felce, Tor Tre Ponti, Mare-Monti), tutti presentano criticità e note positive. (Leggi qui: “Più telecamere e forze dell’ordine, ma serve la cultura del rispetto”).
Esaminare ogni criticità
Ma bisogna soprattutto esaminare le criticità. E quello che ne presenta meno è quello che parte dalla stazione Fs di Latina Scalo, percorre poi un pezzo di Appia per immettersi su strada della Chiesuola, arriva a Borgo Piave, percorre via Piave e arriva alla stazione delle autolinee.
È un po’ più lungo (14 chilometri contro 9,7) e quindi costerà di più, ma almeno non ha vincoli, non presenta espropri. Ed almeno collega un nodo centrale come Borgo Piave, dove in futuro (chissà quando) sorgerà il nuovo ospedale di Latina a servizio anche della zona nord della provincia. Per i progettisti, dunque, non ci sono dubbi.
Ma i dubbi ci sono, invece, per i consiglieri comunali. La maggior parte di loro, sia di maggioranza che di opposizione, è in favore di via Epitaffio. E la parte restante è invece a favore del tracciato lungo la Mare-Monti. Anche se quest’ultima ancora non esiste e chissà quando sarà realizzata.
Ciolfi non le manda a dire
E una consigliera comunale, la capogruppo M5S Maria Grazia Ciolfi ha definito addirittura «dannoso per la città spendere 150 milioni sulla Chiesuola: migliore sarebbe via Epitaffio, e una opportunità enorme la Mare-Monti».
Dunque, il Consiglio comunale di ieri, espressamente richiesto dall’opposizione per conoscere un progetto finora illustrato «solo nelle segrete stanze delle riunioni di maggioranza» (secondo il capogruppo Lbc, Dario Bellini), è sì servito a conoscere progetto e diversi pro e contro dei cinque tracciati possibili.
Tuttavia alla fine ha dato l’impressione di una riunione da cui sono emersi più dubbi che certezze, nonostante il fuoco di fila di richieste di chiarimenti cui i tecnici sono stati sottoposti dai consiglieri.
I numeri nel progetto ufficiale
Ma vediamo i numeri, come emergono dalle 558 pagine del Docfap (documento di fattibilità progettuale). I costi, innanzitutto. In totale, costerà 150 milioni di euro, di cui 130 milioni per costruire l’infrastruttura. E 20 milioni per l’acquisto di bus elettrici da 18 metri, 120 passeggeri e 800mila euro di costo ciascuno. 80 milioni ci sono, sono quelli della ex Metro.
Gli altri, vanno richiesti al Mit presentandogli il progetto, per il quale sarà necessario firmare i contratti di appalto entro il 2025, aprire i cantieri nel 2026 e terminare tutto entro il 2027.
I Brt hanno terremotato (o sono stati usati come pretesto per terremotare) la maggioranza di centrodestra che governa il Comune di Frosinone. Una parte dei Consiglieri ha contestato la scelta del sindaco di rivoluzionare la mobilità urbana puntando anche e soprattutto sui Brt. A Latina verranno utilizzati con alcuni accorgimenti differenti da quelli rpogettati a Frosinone. I bus elettrici pontini avranno una fermata ogni 300 metri, correranno su una corsia riservata al centro della sede stradale. Avranno precedenza agli incroci (anche semaforici); la frequenza, esercita da 8 mezzi l’ora da 120 passeggeri massimo l’uno, sarà di una corsa ogni 7,5 minuti, per un totale stimato non a massimo carico di 830 passeggeri all’ora, ovvero 20mila circa nelle 24 ore.
Il nodo della sostenibilità economica
Ventimila passeggeri al giorno, quando, come ha fatto notare Giuseppe Coluzzi (FdI) «gli abbonamenti su quella linea sono 3mila». Il sistema viaggerà su bus elettrici: questi avranno una ricarica completa e lenta di notte al deposito, e veloce e parziale di giorno nei piazzali della stazione Fs e delle autolinee.
Il punto, dunque, è quello di una plurima scommessa. Intanto, l’infrastruttura dovrà convincere residenti e altri che usano il treno a non raggiungere la stazione con il mezzo privato, bensì con il Brt.
Poi, la scommessa della sostenibilità economica: bene i fondi pubblici per la costruzione e messa in opera, ma poi negli anni il sistema dovrà autosostenersi, in parte con biglietti e abbonamenti, in parte (o forse soprattutto) con il contributo chilometrico della Regione Lazio, che comunque dovrà continuare a garantire il sostentamento anche delle altre linee di trasporto pubblico urbano.
Su tutto questo dovranno ragionare i consiglieri comunali nelle prossime settimane, per giungere all’approvazione del progetto da presentare al Mit al più presto possibile, anche entro la fine dell’anno. E questo, in una città notoriamente refrattaria all’uso del tpl.