La strategia di Marino è scritta su un manifesto. Non quello nel quale Marx raccolse i suoi prìncipi. Ma quello con il quale il consigliere regionale di Caira annuncia una riunione per lunedì nella quale parlare di referendum. Ma solo in apparenza.
Scorrere l’elenco dei relatori e degli invitati al dibattito di Marino Fardelli significa tracciare la mappa delle sue alleanze politiche.
E scoprire che Marino continua a giocare la carta dello strappo da Frosinone, dai vertici provinciali del Pd. Soprattutto da quelli che nel Pd potrebbero essere i suoi avversari nella corsa per la candidatura alle prossime Regionali in quota alla componente del senatore Francesco Scalia. Ma si scopre anche che la sua componente ‘regge’ ed ha superato le fibrillazioni di questi ultimi giorni.
Sul manifesto ci sono tutti. Ma non il segretario provinciale del Pd Simone Costanzo né il presidente provinciale del Partito Domenico Alfieri. Presenti invece il dominus Francesco Scalia, la senatrice Maria Spilabotte, il deputato Nazzareno Pilozzi. Ospiti il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano ed il sindaco di Marcianise Antonello Velardi. Addirittura c’è il presidente della Provincia Antonio Pompeo che nella drammatica notte della sconfitta elettorale venne additato tra i responsabili del ko subito dal Pd.
Assenti il potentissimo presidente dell’AsiCosilam Francesco De Angelis e l’assessorissimo regionale ai rifiuti Mauro Buschini. Ma loro appartengono ad una famiglia politica diversa da quella alla quale appartiene in questo momento Marino Fardelli. Non è stato ancora superato lo strappo maturato qualche mese fa in Direzione Provinciale quando il consigliere regionale rivelò la lista della spese con cui De Angelis lo allettava a passare con lui a sostegno di Francesco Mosillo. E De Angelis gli urlò nel parcheggio del Memmina «Tu non hai preso niente da tuo padre, vai a imparare qualcosa da lui».
Ma brilla ancora di più l’assenza dei massimi vertici provinciali del Pd. Costanzo e Alfieri perchè non ci sono? «Siccome Costanzo e Alfieri non mi hanno mai invitato a nessuna delle loro iniziative, mi sono regolato di conseguenza ed ho privilegiato l’ordine istituzionale anziché quello di Partito».
Non è così.
Nella seconda metà del manifesto i c’è il gruppo consiliare Pd che fa riferimento all’ala di Petrarcone e Fardelli o in Consiglio a Cassino. C’è Alessandro D’Ambrosio che nei giorni scorsi veniva dato in pausa di riflessione perchè vuole la conferma della candidatura alle prossime Provinciali; c’è Sabrina Grossi che era mancata ad un appuntamento e per questo veniva catalogata in allontanamento. Compatto il gruppo con l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, Enzo Salera e Edilio Terranova.
Non c’è il ‘nemico’ Francesco Mosillo con cui c’è chi giura si stia profilando una mediazione in vista delle prossime regionali. Gli hanno chiesto di far vedere da che parte sta: direttamente in consiglio comunale. E poi ci si potrà eventualmente mettere a tavola per discutere.
Ora però si parla di referendum