
A Ceccano nascerà la prima farmacia comunale, al di là del contenzioso con quelle private. Ci saranno anche i primi nidi pubblici, anch'essi gestiti da privati. Corsi e Sodani, “interessati”, accentuano la loro presenza. A fronte dell’assenza del farmacista Querqui. Ma è il Consiglio dell’isolamento di Patriarca in maggioranza
Pubblico e privato: interessi opposti che coesistono e s’incrociano finché non entrano in conflitto. A Ceccano si è tenuto il Consiglio del “conflitto di interessi“. L’Amministrazione Caligiore aprirà e affiderà in concessione la prima farmacia comunale, malgrado un contenzioso con quelle private. Nonché i primi due nidi pubblici, che saranno inevitabilmente gestiti anche quelli da privati.
I consiglieri Marco Corsi e Simona Sodani (impiegato di farmacia il primo e coordinatrice di un locale nido privato la seconda) hanno votato a favore ma hanno voluto mettere in risalto il loro agire «a tutela dell’interesse pubblico anziché privato». Distinguendosi dal loro collega Andrea Querqui (farmacista e, quindi, “interessato”), assente giustificato tra i banchi dell’opposizione.
A due nuove farmacie, l’altra privata, ha detto sì anche Corsi, consigliere di minoranza ora in appoggio esterno alla maggioranza. «Pur lavorando in una delle farmacie cittadine, anche se non titolare – ha dichiarato – sono qui per anteporre gli interessi dei cittadini a quelli personali». Sulla stessa lunghezza d’onda, anche la consigliera Simona Sodani, delegata alla pubblica istruzione, coordinatrice di uno dei quattro nidi privati convenzionati con il Comune di Ceccano. «Con grande senso di responsabilità, malgrado il lavoro che svolgo – ha sottolineato – ho anteposto anch’io l’interesse pubblico a quello privato. Ci sono esigenze impellenti dei cittadini».
Ulteriori nidi e farmacie, per la prima volta di proprietà comunale, saranno però realizzati dopo aver messo per davvero alla porta l’indipendente Alessio Patriarca, “sdelegato” alla Cultura ed estromesso dalle commissioni consiliari. Il sindaco di FdI, per ora, ha tenuto per sé le deleghe alla Cultura ed ai Beni Culturali. Ma le novità arriveranno anche dopo le esternazioni off limits di Giancarlo Santucci, consigliere di maggioranza: «Se mi offendono in faccia anziché sui social, vado in galera». (Leggi qui Ed il Centrodestra mette alla porta Patriarca).
Patriarca alla porta, ancora aperta

Il Consiglio ha preso il via e si è concluso proprio con l’isolamento di Patriarca in maggioranza. È stato degradato perché ha preso le distanze da alcuni atti amministrativi e azioni politiche. Il sindaco Roberto Caligiore, però, continua a lasciargli la porta aperta. Anche dopo che il consigliere ora indipendente l’ha presa ieri mattina per assentarsi durante la votazione della revisione della pianta organica delle sedi farmaceutiche.
Contrari, invece, i consiglieri di centrosinistra Emanuela Piroli, Mariangela De Santis ed Emiliano Di Pofi. Che paventano: «Il Comune, in causa con le farmacie private, rischia il danno erariale». Non secondo Corsi, riavvicinatosi alla maggioranza a trazione FdI dopo un variegato peregrinare tra le sponde del centrodestra e del centrosinistra.
Il sindaco Caligiore, dal canto suo, ha definito l’operazione farmacie come «un passaggio molto importante e anche coraggioso, perché modifica gli equilibri in città e le abitudini delle persone. Ma dà sicuramente ai cittadini la possibilità di poter usufruire di maggiori servizi e magari avere una concorrenzialità maggiore».
Contenzioso con le farmacie private

Il Comune si è ritrovato dapprima contro tre delle cinque farmacie private esistenti: quelle che si ritengono più danneggiate dalla realizzazione delle due strutture comunali. Nasce tutto dalla rimodulazione dei sette ambiti territoriali: le aree cittadine coperte dalle singole farmacie. Hanno fatto ricorso contro la variazione di tipologia, da rurale (in zona Badia) a urbana, della settima zona. Era stato richiesto a Regione e Comune da parte dai futuri titolari della sesta farmacia privata, dettisi impossibilitati a trovare una struttura idonea nella zona di campagna assegnata.
A seguire, anche quest’ultima ha fatto ricorso al Tar per la richiesta di annullamento, pur parziale, degli atti relativi al procedimento. Questo perché il Comune intende ora realizzare la farmacia pubblica, da dare in concessione a un privato, proprio nel settimo ambito territoriale. L’altra, dunque, deve ad oggi essere realizzata nella sesta area. Il Tar e il Consiglio di Stato si sono pronunciati a favore del Comune, contro la richiesta di sospensiva degli atti.
«Abbiamo avuto l’autorizzazione della Regione all’allargamento della pianta organica per avere altre due farmacie a Ceccano, di cui una comunale – ha detto Caligiore, che detiene la delega al bilancio -. In passato non era stato mai fatto ed è una linfa importante per le amministrazioni, perché dà maggiore slancio e introito alle casse comunali. Il Tar ha rigettato i ricorsi e la farmacia comunale nascerà entro un anno nell’ambito numero 7 e sarà affidata in gestione».
Farmacia comunale in concessione

Appalto o concessione? Per il Comune di Ceccano, ancora con un deficit di sei milioni di euro da ripianare, «lo strumento della concessione è quello che può rispondere meglio oggi alle esigenze dell’ente – ha precisato il sindaco – perché viene trasferito sul privato l’onere dell’investimento e il rischio della gestione. Oltre a garantire l’equilibrio di bilancio, in virtù dell’assenza di costi a carico dell’amministrazione, comporta la possibilità di ottenere una sostanziale valorizzazione dei servizi in concessione».
Caligiore ha affermato che con la concessione, anziché con l’appalto, non ci saranno né rischio operativo né costi per personale e manutenzione. «Il Comune, con la concessione a terzi – ha argomentato – manterrà la titolarità della farmacia, non avrà costi e otterrà un canone in misura proporzionale all’andamento dei ricavi. È stato dato mandato al quinto settore di predisporre gli atti di gara con offerta economicamente più vantaggiosa, individuando la durata necessaria al recupero degli investimenti da parte del concessionario, per il raggiungimento degli obiettivi contrattuali».
L’oppositrice Mariangela De Santis, di professione avvocato, ha voluto dare il suo parere per conto dell’opposizione di Centrosinistra. «Il contenzioso non è ad oggi definito – ha puntualizzato -. C’è una pronuncia riguardo alla richiesta di sospensiva al Tar e al Consiglio di Stato, ma non c’è ancora una sentenza di merito e potrebbe esserci una richiesta di risarcimento da parte dei privati, rischiando di perdere non meno di 300mila euro».
L’opposizione invita alla prudenza

Ha continuato Mariangela De Santis: «Il comportamento dell’ente deve essere prudente, evitando un futuro rischio di danno erariale. Il privato sarebbe tutelato e potrebbe chiedere indietro l’investimento fatto. Non esiste parere legale che possa anticipare il giudizio del magistrato. Il privato potrebbe anche chiedere la revisione della pronuncia del Tar appellandosi al Consiglio di Stato. Allora, prudenzialmente, sollecitiamo la pronuncia e aspettiamo».
Non secondo Caligiore: «La Regione ci ha dato un anno per aprire la nuova farmacia. L’aspetto prudenziale non significa che restiamo fermi, con la testa sottoterra come gli struzzi. Stiamo facendo finalmente chiarezza nell’estrema confusione. Siamo assistiti da un pool di professionisti che ci spingono verso questa direzione e non votare questa delibera sarebbe un’occasione mancata per i cittadini».
De Santis, in tutta risposta, gli ha fatto un po’ il verso. «Sono un “avvocato di campagna” e non posso paragonarmi al “pool”, ma non deve darci ragione quest’ultimo bensì il giudice. Questo atto comporta una responsabilità da parte dei consiglieri che lo approvano. Non si può garantire una pronuncia favorevole del Tar, a meno che non si abbiano poteri di preveggenza. Evitiamo rischi inutili fino alla sentenza. E il piano di riequilibrio non è stato votato dalla minoranza perché non sapevamo neanche cosa fosse quando ci è stato presentato in consiglio. Confido nel buon senso».
«Conosciamo tempi della magistratura»

Il sindaco Caligiore, però, dice di «avere tempi da rispettare e conoscere bene anche quelli della magistratura, che ci farebbero sicuramente perdere i diritti di prelazione concessi dalla Regione. Abbiamo perso fin troppo tempo dietro ai ricorsi. E ci sono stati non perché il piano non sia valido, ma perché altri avrebbero danneggiamenti di interessi privati. Qui si tutela l’interesse pubblico, non quello privato».
Corsi, all’occorrenza sostituto in maggioranza del “congelato” Patriarca, si è detto favorevole alla nascita delle due nuove farmacie. «Voterò sì, bypassando il colore politico e l’aspetto ideologico – così l’oppositore soft -. Se ci fermiamo alle ipotesi, non potremmo prenderci mai la responsabilità di scommettere su un solo passo a favore della cittadinanza. Meno ideologie e più concretezza. Io la ritengo un’opportunità per il territorio. Più che altro auspico deroghe ai blocchi del traffico verso le farmacie di turno nelle future domeniche ecologiche».
Si è arrivati poi fino all’aggiornamento del programma triennale delle opere pubbliche. Non prima di rapide votazioni per variazioni urgenti di bilancio e riconoscimento di irrisori debiti fuori bilancio. «Abbiamo inserito la costruzione di un asilo nido comunale tra via Vigne Vecchie e via dell’Olmo – ha annunciato Angelo Macciomei, assessore ai lavori pubblici -. Verrà stanziato oltre un milione di euro». A ruota la soddisfazione di Simona Sodani, delegata all’istruzione, «anteponendo l’interesse pubblico a quello privato».
«Niente Commissioni se non a cose fatte»

Emanuela Piroli, dagli scranni del Centrosinistra, ha però contestato il metodo: «Siamo stati da sempre promotori di questo tipo di provvedimento. Anche in questo caso, però, segnaliamo la mancanza di conoscenza della progettazione, anche per capire meglio cosa si voglia fare rispetto alla gestione. Non c’è stata nessuna Commissione e continuiamo a ravvisare la mancanza di volontà di garantire una partecipazione attiva da parte di tutte le forze consiliari».
Macciomei ha controbattuto: «Siamo ancora alla progettazione e sicuramente vi verrà illustrato quanto dovuto in futuro». A cose fatte, come non vorrebbe l’opposizione. Sodani, però, ha spiegato: «Per noi il parere dell’opposizione conta e presto verrà anche riconvocata la Commissione sul regolamento dell’asilo “Facciabate”, dove attueremo la “outdoor education”, l’educazione basata sugli spazi esterni e verdi. Abbiamo voluto valorizzare l’intero territorio comunale e, per questo, è stato programmato un asilo anche in zona Vigne Vecchie, in uno dei nuovi quartieri».
Mariangela De Santis, prima di prendere le distanze, è stata eletta nel 2020 nella coalizione di centrosinistra a sostegno della candidatura a Sindaco di Corsi: già presidente del Consiglio del Caligiore 1 che contribuì a far cadere; in campo invano contro il Caligiore 2 e poi candidatosi con la Lega alle Regionali, prima di veder scendere tutti dal Carroccio e dimettersi anche lui da commissario cittadino.
«Affezionato alla maggioranza»

La De Santis non ha fatto mancare lo spirito: «Oggi Corsi è particolarmente affezionato all’ala opposta. Politicamente ci troviamo spiazzati perché non sappiamo cosa aspettarci». Chiamato in causa, mentre si diceva anche a favore del piano asili, ha risposto: «Il “purgato” assessore Stefano Gizzi viene oggi sostituito dalla consigliera De Santis. Non dimentico l’apporto che mi ha dato quando mi sono candidato a sindaco e spero di contraccambiare quanto prima». Mai dire mai con il camaleontico Corsi. (Leggi qui Il Camaleonte Corsi e il Patriarca contro le Strisce Blu).
L’assessore Riccardo Del Brocco, allora, ha tuonato: «È la prima volta che un’amministrazione apre un asilo nido comunale. E l’ha fatto il Centrodestra. Proietta la città nel futuro, perché liberiamo servizi per la cittadinanza. Lo abbiamo fatto anche con le farmacie, rompendo un “vincolo” trentennale che teneva bloccato lo sviluppo della città per noti interessi privati. Per la prima volta, dopo trent’anni, abbiamo anteposto il benessere della cittadinanza agli interessi di bottega. Essere contro questo è andare contro i ceccanesi».
L’oppositrice Piroli ha controreplicato: «Nessuno di noi ha contestato la scelta di investire questi finanziamenti, ma il metodo utilizzato su un tema che ci è molto caro. Ringrazio per l’impegno in tal senso, ma chiediamo ancora una volta un coinvolgimento per poter avere anche noi gli strumenti per fare una valutazione e dare il nostro contributo. Abbiamo ormai, purtroppo, un’opposizione ridotta ai minimi termini. Non solo contrasto a quanto non condividiamo, ma anche di costruzione quando riteniamo una cosa valida».
«Se mi offendono, vado in galera»

Off limits le esternazioni di Santucci: «Abbiamo sopportato anche le accuse e offese sui social, ma se me lo dicessero in faccia io già starei in galera. Se uno mi dice “pezzo di m…”, la mano scatta. Siamo fatti di carne e ossa». Li ha collegati a un post social della Piroli che plaudeva alla protesta del comitato. La consigliera d’opposizione, in segno di protesta, ha abbandonato la sala consiliare finché non ha terminato il suo intervento.
A detta dell’assessore Marco Mizzoni, delegato all’edilizia scolastica, «sarebbero bastati cinque minuti, anziché un’ora, per una discussione riguardo all’incremento di servizi per la cittadinanza. Mi sembra di stare ogni volta in tribunale. Non possiamo soffermarci troppo sui tecnicismi, perché noi facciamo politica e del resto se ne occupano gli uffici tecnici».
De Santis, tallonata nel mentre dal consigliere Daniele Massa, ha sbottato: «Veniamo minacciati ogni volta di essere querelati e non solo. Un cittadino non può dire che Piazza Mancini è uscita brutta e avete sbagliato a fare la riapertura di notte. Veniamo aggrediti ed è un problema anche rispondere. Argomentiamo le nostre posizioni e non possiamo avere un’opinione contraria». A tranquillizzare gli animi, mettendo fine ai botta e risposta, il presidente del Consiglio Alessandro Savoni.
Tendenze politiche non più vicine

Diego Bruni, capogruppo della lista Caligiore Sindaco, ha tagliato corto su Patriarca: «Crediamo che le sue tendenze politiche non siano più vicine a questa maggioranza. Mi faccio portavoce della volontà di riequilibrio delle Commissioni di cui faceva parte Patriarca. Convince ancor di più, a favore di questa revisione, la sua mancata partecipazione alla votazione di alcuni specifici punti di questo Consiglio comunale».
Si è opposto soprattutto alla privatizzazione del Servizio Tributi e alla moltiplicazione ed esternalizzazione delle strisce blu. Nell’occasione, si è assentato per non votare neppure il piano farmacie. Ha dichiarato in Consiglio: «Sono stato votato dai cittadini per stare qui e ribadisco la posizione in cui sono seduto. È singolare che la mia delega non sia stata ritirata per errori nel settore della cultura, dove ho ricevuto sempre elogi anche dal sindaco».
Ha rivendicato anche i voti presi dalla Lega alle Elezioni europee, portati da lui e dall’alleato ex assessore Stefano Gizzi. E conteggiati tra i voti di Centrodestra conquistati dalla maggioranza. «Sono stati considerati come di “maggioranza” i voti che abbiamo portato al Centrodestra e credo abbiano fatto comodo. Alle scorse Regionali ci siamo mossi io e altri membri della lista della Lega nel prendere le distanze dal consigliere Marco Corsi, che concorreva. Non ho dato mai grandi segnali e problemi a questa maggioranza».
Niente parabola del figliol prodigo

A seguire una lunga reprimenda del sindaco Caligiore: «Nessuno mette in discussione il lavoro fatto dal consigliere Patriarca. Ma il consigliere, eletto dai cittadini, non deve solo amministrare. C’è la politica, ma c’è anche il lavoro di squadra. Ha dichiarato che in questa maggioranza non ci sarebbe libertà di espressione e non offende soltanto me, bensì tutti gli assessori e consiglieri di maggioranza».
Si è detto ferito, forse più degli altri, perché lo ha sempre trattato come un figlio. Lanciando un ultimatum, ha concluso: «Sedersi lì è non solo atti amministrativi. La mia porta è sempre aperta e tocca a lui capire se vuole riallacciare i rapporti. La maggioranza, però, deve andare avanti. Alcune riflessioni in capo alla maggioranza, non possono essere date in pasto alla stampa, perché sono situazioni anche delicate. Lo ringrazio per l’estrema educazione, ma in politica serve anche altro. Saremo tutti contenti se le nostre strade si ricongiungeranno».
Un’eventualità al momento alquanto improbabile, vista la nota diramata dal consigliere Patriarca a seguito del Consiglio comunale. «È stata una brutta pagina per l’Amministrazione Caligiore, che a parole si riempie la bocca di rispetto, condivisione. Ma nel concreto non tollera ogni minima azione di dissenso costruttivo». Valuterà anche se segnalare alla Prefettura l’estromissione dalle commissioni consiliari. «Non è una grossa perdita, perché purtroppo vengono convocate raramente – stiletta – ma l’orientamento giurisprudenziale in materia è relativo al criterio proporzionale, rispettato ove sia assicurata in ogni commissione la presenza di ciascun gruppo consiliare, pur composto da un solo consigliere».