
Il fronte di Frosinone e quello della Regione Lazio. La situazione si fa più ingarbugliata dopo la Maginot alzata da Matteo Salvini a Castrocielo. Ma la tattica di Forza Italia è quella riassunta dal mitico Mario Brega
Regione Lazio e Comune di Frosinone stanno sulla stessa barca: a togliere i dubbi l’altra sera a Castrocielo è stato il leader della lega Matteo Salvini, tracciando con la spada un solco che difende la sua pattuglia in Regione e nel Capoluogo dagli assedi lanciati in entrambi i casi da Forza Italia. (Leggi qui: L’avvertimento di Salvini a Forza Italia)
Ad unire la Regione governata da Francesco Rocca ed il Come amministrato da Riccardo Mastrangeli non è solo per la connotazione politica dei due enti, entrambi di centrodestra: è la strategia di “incisivo disturbo” messa in campo da Forza Italia. Sia a Roma, che nel Capoluogo. Senza trascurare per niente quello che sta accadendo in provincia di Viterbo. Feudo politico del responsabile nazionale del Partito, Antonio Tajani.
Fero e piuma

Tutto è frutto del new deal azzurro, tracciato dagli eredi politici del Cavaliere: Marina e Piersilvio Berlusconi. Forza Italia ha le potenzialità per contare di più e vogliono che lo sia, con un ruolo più incidente. A Cominciare dalle politiche di Governo. Non è un caso che l’altro giorno proprio Antonio Tajani abbia detto nel Consiglio dei Ministri che “l’Autonomia non è un dogma” e l’abbia fatto alla presenza di quel Roberto Calderoli che la riforma l’ha messa a punto per una Lega che sull’autonomismo si gioca una fetta di elettorato.
Stessa linea che gli azzurri, con la regia del Coordinatore regionale del Partito Claudio Fazzone stanno attuando sia in Regione che al Comune Capoluogo. Usando con la necessaria sapienza politica il bastone e la carota. Non sottraendosi al dialogo con i rispettivi interlocutori di riferimento, facendo intuire le possibilità di ricomposizione delle frattura politica, sia a Palazzo Munari che a via Cristoforo Colombo. Salvo poi ritornare sull’Aventino.
L’altra sera a Fondi c’è stata la carota dell’incontro tra il senatore Claudio Fazzone ed il sindaco Riccardo Mastrangeli, presenti il capogruppo comunale Maurizio Scaccia ed il consigliere Pasquale Cirillo. Che però si è trasformata ben presto in bastone: l’incontro è servito solo a ribadire che la posizione di Forza Italia non cambia, resterà sull’appoggio esterno all’amministrazione.
La Partita in Regione

In Regione, venerdì pomeriggio Forza Italia ha consentito la celebrazione del Consiglio dopo averlo stoppato a metà settimana. Questa volta ha garantito la presenza dei propri rappresentati in Aula e l’approvazione dell’importante assestamento di Bilancio. Il Consiglio Regionale però tornerà a riunirsi a partire dal 31 luglio prossimo per l’approvazione del Documento di Economia e Finanza Regionale 2025-2027: di fatto sono i contenuti per adottare la strategia regionale sul territorio per i prossimi anni. I lavori dovranno concludersi entro il 9 agosto.
Sempre la prossima settimana, il presidente Francesco Rocca incontrerà di nuovo i responsabili regionali dei Partiti della coalizione di centro destra che lo sostiene, per individuare una soluzione alla crisi politica. Forza Italia ha già fatto sapere che da quegli incontri si aspetta soluzioni conformi alle sue richieste. (Leggi qui: Fazzone e Trancassini, sette giorni per una tregua nel Lazio).
Ma le frizioni nel centrodestra continuano e la partita non è più solo Comunale di Frosinone o Regionale del Lazio. Come dimostrano proprio le parole dette l’altra sera da Matteo Salvini alla convention di Pasquale Ciacciarelli a Castrocielo. Lì il leader della Lega, stimolato dal direttore Alessio Porcu ha tirato una stoccata a Forza Italia: “Noi pensiamo a lavorare più che alle poltrone e l’appello vale per tutti: dal livello nazionale a quello regionale“. E non solo: “I cittadini ci votano per chiederci di risolvere i loro problemi, non per risolvere i problemi dei Partiti” ha aggiunto il leader del Carroccio. Facendo capire che potrebbe saltare tutto il tavolo: “Noi siamo gente di parola e la parola della Lega vale più di mille accordi con altri“.
Dietro le evidenze

Ci sono poi tanti dettagli rimasti sullo sfondo. Come ad esempio il fatto che Antonio Tajani in questi giorni aveva dato carta bianca al coordinatore regionale Claudio Fazzone, rimarcando difatti che il bando della matassa era da sciogliere sul piano territoriale. Ma la Lega aveva già fatto sapere che se questa era la linea degli alleati, sarebbe stata pronta a riportare tutto sul tavolo nazionale e ricalibrare anche gli altri territori. In Consiglio la tregua c’è stata. Rocca dopo aver chiamato Fazzone, aveva chiesto di tornare in Aula responsabilmente, per votare due emendamenti all’assestamento per i bilanci Asl del 2022.
A verificare che tutto fosse in ordine ed a compattare i suoi è stato Paolo Trancassini, deputato e presidente regionale di FdI, presente alla Pisana durante la discussione in aula. Per ora la prova, di pace nel Lazio è riuscita poi bisognerà capire il punto di caduta.
La partita in Comune

Al Comune di Frosinone, stesso copione. Bastone e carota, come dimostra l’incontro di Fondi che è servito solo a far capire che la soluzione può essere individuata ma in questo momento Forza Italia non ne ha l’intenzione se prima non si sistemano tutte le altre cose in Regione. Soltanto dopo verrà declinato l’elenco della spesa per chiudere lo strappo di Frosinone.
Anche a Frosinone c’è una tappa di carattere economico da affrontare a breve: il Consiglio comunale del 29 luglio prossimo, dove verranno votati gli equilibri di Bilancio. Il documento verrà approvato, su questo non c’è alcun dubbio. Resta solo da vedere se anche con il voto di Forza Italia e degli altri 3 Consiglieri malpancisti.
Il voto favorevole o di astensione (molto difficile contrario) di Forza Italia a un documento fondamentale, dal punto di vista politico, fa tutta la differenza del mondo. Rispetto alla regione, Forza Italia a Frosinone sta adottando una ulteriore, sottile strategia. Quella di “usare” le dimissioni di Adriano Piacentini da assessore: sia per complicare i piani del sindaco sulla Giunta, che per stimolare la posizione di Fratelli d’Italia.
Tutti hanno capito che l’assessore al Bilancio non si dimetterà, come richiesto dal suo Partito: Mastrangeli infatti lo ritiene fondamentale per l’efficacia della sua Giunta. Per questo proverà a tenerlo dentro come tecnico esterno al Bilancio di sua fiducia. Pur legittima e comprensibile è chiaramente una manovra surrettizia.
I nodi Piacentini ed FdI

È politicamente difficile sostenere che un assessore fino a ieri era in Giunta con una casacca di un Partito, sostenuto quindi da un Gruppo consiliare, oggi si trasformi improvvisamente in tecnico, senza Consiglieri. Bravissimo e competente certamente, ma sempre tecnico. Questa è una evidenza che Forza Italia ha capito benissimo. E più ancora ne ha compreso i rischi di carattere politico per il sindaco.
Non a caso il responsabile cittadino di Fratelli d’Italia Fabio Tagliaferri ha ribadito con maggiore ulteriore chiarezza in queste ore, quello che aveva già detto al sindaco quasi un mese fa in sede di verifica politica. Per inciso, quando in politica una posizione di un Partito viene esplicitata per due volte, è lecito supporre che non ci sarà bisogno di una terza. Ci penseranno i fatti. La posizione di Fdi è chiara: ogni assessore deve avere un Consigliere comunale di riferimento, in Aula, che lo “regge”.

FdI non può derogare da questa impostazione. Perché deve dimostrare agli alleati di aver “indirizzato ” almeno una regola di ingaggio. Il paradosso è che il partito della Meloni, oltre ad essere la guardia pretoriana del sindaco (comunque espressione della Lega) ed avere numeri più alti degli altri Partiti, in percentuale e di consiglieri in Aula, rischia di fare da semplice spettatore della crisi voluta da Forza Italia, senza determinare nulla.
Quindi non c’è bisogno di tecnici esterni di fiducia “travestiti” e per di più a metà consiliatura. Si sapeva dall’inzio che Mstrangeli sarebbe stato tecnico di fiducia del sindaco Ottaviani per i suoi due mandati sindacali. Tradotto, se Picentini deve rimanere in Giunta, e sembra che non ci siano proprio ostacoli per questo, venga però sostenuto da qualche Consigliere Comunale.
La riserva Turriziani

Ad esempio, da Cinzia Fabrizi, che dopo essere stata accompagnata alla porta da Forza Italia, non è ancora organica ad alcun alcun Gruppo consiliare. Oppure da qualche consigliere, attualmente in opposizione. Anche se una opposizione molto border line.
Da qualche giorno, una vulgata piuttosto accreditata fa riferimento al Consigliere Andrea Turriziani, della lista dell’ex sindaco Michele Marini, che così ufficializzerebbe il suo ingresso in maggioranza. In ogni caso Forza Italia, con la richiesta di dimissioni di Piacentini ha individuato un ulteriore elemento di “pressione” su Mastrangeli e sui Partiti della coalizione.
Come direbbe il mitico attore Mario Brega, simbolo autentico della romanità verace: “sta mano po’ esse fero, o pò esse piuma“.