Conti straordinari per Fca nel 2018. Ma previsioni per il 2019 che non convincono gli analisti. Il titolo crolla in Borsa. Le dichiarazioni di Manley. Verso la conferma del piano 2019 per Cassino.
Le conferme per ora arrivano in maniera indiretta: non con una dichiarazione esplicita. Fiat Chrysler Automobiles chiude un 2018 da record, gli analisti però non sono contenti delle previsioni per il 2019. Ed il titolo crolla in borsa. Ma per quanto riguarda le fabbriche italiane al momento non ci saranno cambiamenti.
È l’amministratore delegato Mike Manley a diffondere le cifre nel corso di una conference call con gli analisti. Le previsioni per gli stabilimenti per ora stanno nascoste tra le righe, tra una frase e l’altra.
La conference call
Oggi era il giorno in cui gli analisti attendevano i risultati di fine esercizio e del IV Trimestre 2018. L’erede di Sergio Marchionne rivela che Fiat Chrysler chiude il 2018 con un utile netto di 3,632 miliardi, in crescita del 3% rispetto all’anno prima. I numeri dicono che Fca ha chiuso i conti del 2018 con un utile netto adjusted pari a 5,047 miliardi di euro. È un risultato straordinario se paragonato al target raggiunto nel 2017, in confronto al quale è in crescita del 34%.
Il gruppo ha una liquidità netta industriale di 1,9 miliardi di euro. Voltando lo sguardo al 2017: c’era un indebitamento netto industriale di 2,4 miliardi. Il risultato di oggi è un netto miglioramento.
Sono state consegnate ai concessionari per la vendita 4,8 milioni di unità (con un aumento del 2%) mentre le consegne consolidate sono state superiori a 4,6 milioni di unità (+5%).
I ricavi netti ammontano a 115,4 miliardi di euro (+4%). I target 2018 del gruppo erano per ricavi netti tra 115 e 118 miliardi di euro.
Poi il crollo
Poi arriva il momento di parlare del futuro. E indicare le previsione 2019. Fca prevede per il 2019 ebit adjusted oltre 6,7 miliardi di euro con margine maggiore del 6,1%: entrambi più alti rispetto al 2018 (6,7 miliardi di euro con margine al 6,1%) e free cash flow industriale superiore a 1,5 miliardi di euro.
È una mazzata. Un dato più basso rispetto al 2018: colpa dei maggiori investimenti che saranno necessari per fronteggiare Ecobonus ed Ecotassa. E poi per penali e altri costi in relazione alle pendenze in materia di emissioni sul diesel negli Usa (4,4 miliardi di euro nel 2018).
Alle 13 Fca il titolo viene sospeso. Ha già segnato un calo teorico del 6,17%. Viene riammesso dopo circa mezzora ma il trend è orientato alle vendite. Sono le previsioni sul 2019 a penalizzare il titolo dopo conti con risultati che il Gruppo definisce “da record”.
Cosa non va? Il margine operativo lordo stimato in 6,7 miliardi di euro per il 2019 risulta essere ben al di sotto delle previsioni degli analisti, comprese tra 7,1 e 8,6 miliardi di euro. Una previsione che esclude Magneti Marelli, deconsolidata a seguito della cessione ai giapponesi di Calsonic lo scorso mese di agosto.
Al termine di una giornata infernale il titoloFca perde l’11,09% e si attesta a 13,5540 euro per azione. Nel corso della giornata il titolo era stato sospeso dopo avere segnato un un calo del 9,24% a 13,81 euro, per essere riammesso poco prima delle 13.30.
Il bicchiere pieno
Il Ceo Mike Manley nel corso della conference call con gli analisti finanziari guarda la parte piena del bicchiere.
«È stato anno straordinario per Fca» e il 2019 «sarà un altro anno importante». Evidenzia che nel corso del 2018 il gruppo «ha raggiunto diversi risultati record e per la prima volta la liquidità è positiva». Dimostra ottimismo perché «abbiamo dimostrato la capacità di affrontare le sfide e vincerle».
Tranquillizza sul 2019, lo definisce «una pietra miliare perché torneremo a distribuire un dividendo, non succedeva da un decennio». Mike Manley poi ha ricordato che la vendita di Magneti Marelli garantirà un futuro alla società e consentirà a Fca di distribuire il dividendo straordinario agli azionisti.
È il momento dei tagli
Quando si devono pareggiare i conti e non si posso aumentare le vendite c’è solo una voce sulla quale agire. I costi. Arriva il momento dei tagli.
«In Europa dobbiamo eliminare alcuni costi per essere più competitivi, senza dimenticare la questione delle economie di scala. Abbiamo già in atto alcune partenership, quello che vedremo nel prossimo decennio è un aumento delle partnership per abbattere i costi».
In pratica ci saranno uno o più partner con i quali collaborare. Abbattendo così i costi. Mike Manley ha evitato di identificare un unico costruttore con cui collaborare: “Vorrei trovare la migliore partnership per ogni particolare situazione” ha spiegato.
Cassino Plant
Il piano di investimenti in Italia? Per il momento Manley dice che la versione ibrida della Jeep Wrangler e la 500 elettrica arriveranno all’inizio del 2020. «Il gruppo – ha spiegato Manley – investirà in modo significativo nelle motorizzazioni elettriche e ibride». Manley ha ricordato i prodotti in arrivo nel corso del 2019, in particolare gli investimenti nell’elettrificazione della gamma. E si è detto “fiducioso” a proposito dei target fissati dal gruppo per l’esercizio in corso.
Cassino Plant? E le linee con Giulia a Stelvio? Il mondo Fiat Chrysler è come una chiesa, con le sue liturgie ed i suoi linguaggi. Se il Ceo non ha detto altro significa che tutto resta così com’era stato detto. E quindi rimane intatto il progetto Fabbrica Italia, rimane il piano per la produzione di Alfa Romeo Giulia e Stelvio nelle versione plug-in. Con l’avvio della trasformazione degli impianti nel secondo semestre 2019.
Sono le parole che voleva sentire Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl Ferdinando Uliano. Perché «rivelano l’intenzione di Fca per l’Italia: cioè di non stravolgere il piano presentato a novembre». Nel quale si prevede un nuovo modello per Cassino Plant, la Maserati Duv il suv piccolo con il brand del tridente.
Il sindacato – ha spiegato Uliano – «chiederà ad Fca di accelerare quel progetto: perché in questo momento Maserati è scoperta in quel segmento e quindi c’è la possibilità di creare molti volumi dalle linee di Cassino Plant».
Il che significa una garanzia in più per il posto dei lavoratori.