Sedici mesi di amministrazione. Ed una serie di segnali per il futuro. Piergianni Fiorletta ed il caso Ferentino. Al quale poi ha fatto seguito Veroli e lo stanno studiando ad Alatri e Frosinone. Ma il sindaco non si prende meriti: "Il nostro è solo un progetto amministrativo”. Lo scopo? "Formare una nuova generazione”. Il successore? "Con le primarie”. Pompeo? "Le elezioni sono passate. Se vuole guardare il futuro, ognuno faccia esame di coscienza. Noi ci siamo»
«Sul piano umano non ho problemi con Antonio Pompeo, restano le distanze sul piano politico. È un livello sul quale ciascuno paga per contanti in termini elettorali. E le elezioni Comunali hanno presentato un conto molto chiaro. Hanno detto con chiarezza quale fosse la scelta più adatta tra quelle proposte agli elettori: lo hanno stabilito loro con il voto. Ma una volta finite le elezioni basta: inizia una partita nuova e diversa. Nel momento in cui Antonio supererà questa fase, comprenderà che le elezioni sono passate e ora siamo tutti impegnati per il bene di Ferentino, entrerà pure lui nella visione futura della città. Farà, come tutti, la sua autocritica. A quel punto nulla e nessuno potrà impedirci di sederci e parlare di futuro e di Ferentino».
Piergianni Fiorletta è sindaco di Ferentino da poco più 16 mesi. Lo bollarono come eretico: lui, tra i padri fondatori del Partito Democratico nel Lazio, ammainava la bandiera politica per dare vita ad una coalizione civica nella quale sono entrati Lega e Fratelli d’Italia, anche loro senza simbolo. Un’eresia vincente. Che ha fatto scuola. A Veroli il sindaco Germano Caperna ha ripetuto la formula e stravinto al primo turno. Altrettanto si preparavano a fare dalle parti di Alatri se non fosse intervenuta la soluzione che all’ultimo istante ha salvato sil sindaco Maurizio Cianfrocca. A Frosinone si discute di uno scenario analogo per il dopo Mastrangeli.
Coerenza di Partito
Si sta avverando la profezia fatta da Francesco Cossiga dopo il crollo del Muro. I Partiti come li abbiamo conosciuti nella I Repubblica sono finiti. A tenere in vita il vecchio modello di politica sono ancora i tifosi che non hanno compreso.
«Se dicessi che a Ferentino ci siamo arrivati prima perché siamo bravi politici sarei un mitomane. Noi quei siamo arrivati a quel modello perché ci hanno condotto i fatti. Se fosse stato per noi avremmo scelto di andare alle elezioni con il solito shcema del centrosinistra contro il centrodestra».
Com’è andata?
«È andata come ha raccontato all’epoca Alessioporcu.it. Prima delle ultime Comunali ho proposto le elezioni Primarie per scegliere il candidato sindaco. Fino alla fine abbiamo aspettato il gruppo di Pompeo. Che invece ha preso altre strade. Legittimamente, sia chiaro. Ma non era la scelta che la città voleva. Lo hanno detto le urne. Ora però basta. Lo ribadisco: le elezioni sono il passato. Qui si sta facendo il futuro».
La divergenza tra lei e Antonio Pompeo, entrambi del Pd ma di rito diverso, era cosa evidente già da prima.
«Vero. Ma una cosa deve essere chiara. Nella passata amministrazione, anche se la pensavo diversamente, sono stato in maggioranza e non ho mai votato contro. Anzi in uno degli ultimi Consigli tre miei fedelissimi volevano votare contro alla maggioranza di Antonio: li ho convinti a non presentarsi in consiglio. Sono andato solo io ho, fatto un discorso chiaro non votando. Che è cosa diversa dal votare contro».
Amministrazione, non politica
Tornando indietro lo rifarebbe?
«Sedici mesi fa le condizioni erano quelle di una coalizione extra large. Se dovessi tornare indietro farei la stessa cosa. Perché in quel momento storico la nostra era l’unica risposta plausibile».
Precursori delle larghissime intese?
«Mi approprierei di un merito che non mi appartiene. Al contrario ribadisco: la nostra coalizione si basa sul programma non è politica. Ho detto da subito che avrei fatto un solo mandato e che l’accordo era su base programmatica ed amministrativa lasciando fuori i partiti».
Sedici mesi: se li aspettava così?
«Il bilancio dei 16 mesi è sicuramente positivo. Certo ci sono anche errori fatti ma gli errori li fa chi lavora. Io sto in comune anche 12 ore, assessori e consiglieri sono molto presenti».
Che merito ha questa amministrazione?
«Con il mio storico vicesindaco Luigi Vittori e con la parte più navigata della coalizione ci siamo dati un obiettivo. È quello di costruire la prossima generazione di amministratori per questa città: poi toccherà agli elettori decidere se sono bravi e meritino il loro voto. Proprio per questo ho dato la mia disponibilità ad un solo mandato. E proprio per questo un amministratore espertissimo come Vittori non ha fatto l’assessore lasciando spazio ai giovani affiché si facciano le ossa con la nostra presenza che può guidarli e consigliarli. Poi, se gli elettori vorranno, toccherà a loro».
Un collante chiamato Ferentino
Il segreto per tenere unita una coalizione così larga con idee e valori diversi?
«È proprio il fatto di lavorare per obiettivi. Io sono e resterò uomo del Pd».
Sul piano amministrativo cosa state producendo?
«Abbiamo fatto tanto in questi 16 mesi malgrado le critiche. Due miei grandi obiettivi quali il recupero del Teatro Romano ed il museo civico sono ormai una realtà e presto li apriremo. Abbiamo investito oltre 500mila euro di fondi comunali per fare sì che presto vengano aperti,. Abbiamo una bellissima rotatoria a Pontegrande, abbiamo lavorato sia per il centro storico che per la periferia con ottimi risultati».
La situazione delle scuole?
«Ribadisco che non amo prendermi meriti non miei. Grazie alla precedente amministrazione Pd c’è una positiva situazione delle scuole grazie ad importanti fondi del Pnrr che hanno saputo intercettare. Su Belvedere però siamo stati costretti a spostare oltre 200 alunni a Ragioneria e dei 1,6 milioni di euro previsti è arrivato solo il 30%. Siamo stati costretti ad anticipare fondi pur di far partire i lavori. Si sta lavorando sull’ex Omni e presto partiranno i lavori per ampliare la scuola Cameracanne. Anche qui sono fondi PNNR per 700.000 euro che però ancora non arrivano».
Luci ed ombre
Avevate promesso una città turistica e culturale.
«Vero. E infatti recupereremo il palazzo Innocenzo lll e incontreremo la Sovrintendenza per alcune idee per progetti di nuovi parcheggi magari usando il metodo dei parcheggi industriali in centro. Poi abbiamo lavorato sul turismo, la cultura, il sociale, l’ambiente».
Tutto in discesa, messa così…
«Al contrario. Purtroppo riscontriamo problemi per la manutenzione del verde. Il territorio di Ferentino è vasto ed i costi sono elevati ma ci stiamo difendendo. Poi altro problema è l’eccessivo divario tra entrate ed uscite per i servizi a domanda individuale. Le tariffe sono quelle del 2005 vedremo di intervenire in qualche modo».
L’anno prossimo lancerete la lotta all’evasione fiscale. Non temete l’impopolarità?
«E perché dovremmo essere impopolari? per avere detto basta ai furbetti? Perché diciamo no a quelli che campano sulle spalle di chi invece le tasse le paga? Tutti devono contribuire, in proporzione alle loro possibilità. Il 2025 sarà l’anno della lotta a tappeto sull’evasione. In tanti soprattutto ricchi non pagano. È ora di dire basta».
Visione industriale
Il sistema industriale sul quale Ferentino si è retta dagli Anni 70 sta collassando.
«È anche normale che sia così. I treni oggi si muovo grazie all’elettricità e non più al carbone. Gli schermi delle tv sono piatti e non ci sono più i tubi catodici. Rubo una battuta a Matteo Renzi: siamo nell’era degli smartphone che fanno tutto e qui si vorrebbe basare il futuro sulle cabine del telefono con i gettoni. Stiamo in sintonia con le aziende ed a breve avremo due mega poli logistici sul territorio».
Ferentino sarà ancora la casa per gli allenamenti del Frosinone?
«Dipenderà dalle scelte strategiche del Frosinone. Ho chiesto al presidente Maurizio Stirpe – che ringrazio – di realizzare un nuovo campo solo per Ferentino. Sono fiducioso».
Come vorrebbe che venisse individuato il suo successore?
«Per la mia successione propongo le Primarie per la scelta del candidato sindaco. Poi se le attuali liste troveranno la sintesi su un nome tanto di guadagnato. Piergianni Fiorletta continuerà a fare politica vedremo in che ruolo».
E se anche Antonio Pompeo volesse partecipare?
«Si chiama Democrazia».
È vero che uno dei principali ostacoli al riavvicinamento tra le due anime del Pd a Ferentino è la rottura dei rapporti personali tra Antonio Pompeo e Luigi Vittori?»
«Vale quanto ho detto prima. Le elezioni segnano un punto. Oltre il quale si va a capo. Ma per scrivere insieme il paragrafo successivo è necessario che ci sia la volontà da entrambe le parti. Senza tatticismi. Riconoscendo gli errori fatti, riconoscendo dall’altra parte la buona fede in chi li ha commessi. Reciprocamente. Ma guardando avanti: la visione dallo specchietto retrovisore non fa fare molta strada».