Forza Italia in Ciociaria: pluralismo apparente, comando reale

La geografia politica di Forza Italia nella provincia di Frosinone evolve, mostrando dinamiche interne complesse. Sebbene Claudio Fazzone mantenga un controllo solido, emergono altre voci. Come si legge l'elezione di Cirillo a Frosinone e di Ranaldi a Cassino. Gli altri fronti caldi

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

La nuova geografia di Forza Italia in provincia di Frosinone sta prendendo forma. Ed è meno piatta di quanto si prevedesse. I Congressi cittadini avviati questo fine settimana hanno fatto emergere due verità politiche. Per nulla scontate fino a poche settimane fa.

Geografia meno piatta del previsto

La prima: Forza Italia non è una pianura appiattita sul senatore Claudio Fazzone, il Coordinatore regionale del Partito nel lazio. La provincia di Frosinone mostra dinamiche più articolate, con sensibilità che si richiamano anche ad altre aree interne, come quella del senatore Maurizio Gasparri.

Gianni Ranaldi

Lo dimostra plasticamente il Congresso tenuto sabato a Cassino: a dispetto del sostegno iniziale della coordinatrice provinciale Rossella Chiusaroli per Silvia D’Epiro, a 48 ore dall’assise l’area che non si riconosce nell’attuale Gruppo Dirigente ha messo in campo una lista alternativa candidando Gianni Ranaldi. Rossella Chiusaroli è stata cinica: ha evitato di imbarcarsi in uno scontro che avrebbe solo messo in luce una divisione, ha preferito far compiere un passo di lato alla D’Epiro e trovare un accordo unitario inserendo i suoi nomi nella lista.

È stata abile a chiudere in fretta un accordo che salvaguarda l’unità, eleggendo il candidato Gianni Ranaldi. Ma il segnale è arrivato forte e chiaro: in Ciociaria esiste una corrente interna che non intende fare da comparsa. Quanto spazio riuscirà a conquistarsi è tutto da vedere.

Il timone nelle mani del Senatore

Rossella Chiusaroli, Pasquale Cirillo, Claudio Fazzone, Valentina Sementilli, Christian Alviani

La seconda verità pesa molto di più: nonostante le sfumature interne, il Partito resta saldamente nelle mani di Claudio Fazzone. E il suo controllo totale della provincia di Latina gli dà un potere di interdizione e di nomina su tutto il Sud Lazio. È lui a decidere chi si candida e chi si siede. Non lo fa con proclami ma con la leva silenziosa del potere vero: i numeri e le fedeltà locali. Per Frosinone, questo significa che tutto dipenderà da quanto “respiro” vorrà concedere.

Basta un solo esempio per rendere plastica la situazione: alle scorse elezioni Regionali, nella Lega Pasquale Ciacciarelli ha ottenuto 14.030 preferenze ma non è stato eletto; in provincia di Latina il candidato leghista Angelo Tripodi ha preso 8.119 voti ed è entrato in Regione. Perché? La percentuale del Partito a Latina è stata dello 0,4% più alta. Lo scenario è identico a quello all’interno di Forza Italia. E se non cambia la legge elettorale, sarà difficile modificare i risultati. (Leggi qui: Quella Legge Elettorale che nel Lazio semina ingiustizie).

In questa cornice, Rossella Chiusaroli resta centrale. A Cassino, anche se la sua candidata è stata messa da parte, ha gestito il passaggio senza contarsi, evitando una spaccatura. Mossa da debolezza o da forza? Dipende da dove la si guarda. Di fatto, il controllo sulla città lo mantiene lei e non sarà in discussione finché Fazzone sarà il regista azzurro del Lazio e continuerà a stimarla.

Segnali differenti

Una fase del Congresso di Frosinone

Ma la tenuta scricchiola. A Sora, Ferentino e Ceccano è attesa una fronda che potrebbe portare all’elezione di coordinatori ostili alla governance attuale. Proprio a Ceccano, Forza Italia si è spaccata: ha imbarcato un Consigliere che stava nella maggioranza di centrodestra (poi franata) ed uno che stava in opposizione; morale della favola: non ha presentato neppure una lista alle imminenti Comunali. dove invece Fratelli d’Italia e Lega hanno issato il loro vessilo Un cortocircuito che dice molto.

Nel capoluogo, sabato è stato eletto coordinatore cittadino Pasquale Cirillo, già commissario e consigliere comunale. Anche qui c’è un segnale da non sottovalutare: l’ex Presidente d’Aula ed attuale assessore alle Finanze Adriano Piacentini, figura storica del Partito ed ora messo ai margini, non ha voluto fare nemmeno una tessera. Avrebbe potuto fare opposizione o tentare la scalata alla Sezione cittadina: invece ha preferito non impegnarsi minimamente, lasciando gli azzurri al loro destino politico. Piacentini sposta alcune centinaia di voti: chiaro che al prossimo giro elettorale non andranno a Forza Italia.

La posizione di Cirillo

Antonio Tajani

Cirillo ha preso le redini in un momento critico, con Forza Italia fuori dalla maggioranza di centrodestra e lacerata da tensioni con Fratelli d’Italia a livello regionale. Cirillo, nel Congresso, è stato netto: “Non ci interessano le poltrone. Vogliamo un azzeramento della giunta e un nuovo tavolo di centrodestra”. In altre parole: o si cambia tutto, o Forza Italia resta fuori. O magari passa all’opposizione. E sia chiaro: Forza Italia non chiede un tavolo del centrodestra: se il sindaco Mastrangeli vuole riunirlo e dare soddisfazione alle richieste azzurre ben venga ma l’attuale governance non sollecita più niente.

Un messaggio chiaro al sindaco Mastrangeli, ma anche a Roma. Dove Antonio Tajani – legatissimo alla Ciociaria – sembra aver fatto capire a Fazzone che certe linee non vanno oltrepassate. La sensazione è che il leader nazionale abbia mandato un segnale di contenimento, a difesa del pluralismo politico interno. L‘assenza del Senatore nei due Congressi più importanti, Frosinone e Cassino, potrebbe essere un modo per dire: li sto lasciando crescere senza interferire.

I fatti (ed i voti) però in questa fase parlano chiaro, il baricentro resta lo stesso: Claudio Fazzone. Comanda da Latina, controlla il Sud Lazio e tiene le redini con fermezza. Il resto è contorno.

Uno sguardo oltre il confine

La partita non è solo locale. È nazionale. E in fondo, come sempre, politica.

Queste dinamiche, per quanto apparentemente relegate al piano provinciale, possono avere riflessi diretti sugli equilibri regionali e nazionali di Forza Italia. In vista delle future tornate elettorali – Europee, Regionali e Politiche – il Partito dovrà dimostrare di saper governare le sue tensioni interne e presentarsi con una struttura coesa e rappresentativa.

Claudio Fazzone dovrà essere abile a dare ossigeno al Partito in provincia di Frosinone: se continuerà a crescere solo Latina potrebbe aprirsi una faglia. E qualcuno potrebbe pensare di cercare soddisfazione su altri fronti. E in un Partito che fatica a superare la soglia del 10%, anche una provincia può diventare decisiva. Il rischio? Che quello in corso sia un caos calmo e la periferia, invece di essere laboratorio di rilancio, si trasformi in detonatore di una discussione politica più ampia.