Centrodestra, fine tregua mai. Forza Italia dichiara decaduto dai ruoli provinciali il suo ex sub coordinatore Adriano Piacentini. "Non lo abbiamo cacciato. Abbiamo solo preso atto della sua scelta”. Le posizioni cristallizzate
Via alla decadenza: Adriano Piacentini è stato messo fuori dal Direttivo provinciale di Forza Italia. Al suo posto entra Yuri D’Aguanno di Cervaro. Per i vertici del Partito non è una cacciata: l’ex sub coordinatore provinciale «si è messo fuori da solo, noi ne stiamo solo prendendo atto» è stato detto l’altra sera.
Lo avevano messo di fronte alla scelta lo scorso mese di luglio: chiedendogli di dimettersi da assessore della giunta del sindaco Riccardo Mastrangeli, seguendo la linea di Forza Italia. Che in quel periodo aveva annunciato la decisone di revocare la fiducia al centrodestra cittadino per passare all’ ‘appoggio esterno‘; in realtà è un’opposizione di fatto. (Leggi qui: La richiesta irricevibile di Forza Italia: “Piacentini dimettiti”).
La presa d’atto
Perché i quadri provinciali azzurri non parlano di decadenza ma di una presa d’atto, come se Piacentini se ne fosse andato da solo? Perché non ha mai risposto a quell’aut aut: non ha mai fatto sapere al Partito quali sarebbero state le sue decisioni. Ha scritto un’intera pagina spiegando la sua posizione sul quotidiano Ciociaria Oggi: che non è un organo del Partito. Quindi?
«Preso atto che l’assessore Adriano Piacentini non si è dimesso dalla carica, seguendo le indicazioni del Partito e rimane tutt’ora nella Giunta comunale, viene considerato decaduto dai suoi ruoli provinciali» dice nella sostanza il verbale. Resta un semplice iscritto a Forza Italia.
La scelta di Yuri D’Aguanno, consigliere comunale a Cervaro, è dovuta al fatto che fosse il primo ancora senza incarico, nel listone che ha vinto lo scorso Congresso provinciale. «Nessuna cassinizzazione del Partito» dicono da Forza Italia. È una risposta indiretta a chi nelle ore scorse ha messo l’accento sul fatto che i nuovo dirigenti indicati siano tutti dell’area Sud. In realtà i 12 componenti elettivi del Direttivo sono divisi in maniera equa tra nord, centro, sud ed est della provincia: l’altro giorno sono stati comunicati i tre nomi che rappresentano l’area Cassinate. Ma sono solo una parte del mosaico.
Centrodestra, fine guerra mai
La degradazione di Adriano Piacentini cristallizza la situazione in Consiglio Comunale. E tutto fa pensare che resterà così fino alla fine della consiliatura. A Frosinone è evidente che non ci sia un’opposizione esercitata dal Centrosinistra (praticamente evaporato dopo la sconfitta elettorale). A mettere i bastoni tra le ruote del sindaco ci pensano da mesi i Consiglieri di centrodestra eletti nella sua maggioranza: i tre “malpancisti” ufficiali ed i due di Forza Italia.
Ci sono due evidenze. Da un lato, che l’opposizione (nominale) di Centrosinistra continuerà ad essere divisa e quindi “incisiva” nei confronti della Giunta Mastrangeli come la puntura di una zanzara sulla schiena di un toro. Dall’altro lato, che l’opposizione (vera) dentro e fuori l’Aula consiliare sarà rappresentata in maniera sempre più puntuale, precisa, penetrante e a tutto campo, dai Consiglieri non allineati alla maggioranza. Che hanno dichiarato ufficialmente da tempo l’appoggio esterno ma che in realtà stanno parecchio oltre: Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella, Giovanni Bortone ed il gruppo di Forza Italia con Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo.
Lo si capisce chiaramente anche dalla lettura politica di questi caldi giorni agostani. Nei quali il sindaco, gli assessori ed i Cconsiglieri comunali si stanno godendo il meritato periodo di riposo. I cinque malpancisti no: loro stanno sul pezzo. Sempre.
L’assedio
Lo aveva fatto il gruppo di Forza Italia alla vigilia di Ferragosto, denunciando un uso disinvolto del Fondo di Riserva comunale da parte dell’amministrazione. Impiego poi chiarito in Aula dall’Assessore al Bilancio Adriano Piacentini.
In queste ore ci hanno pensato invece gli altri 3 malpancisti (Bortone, Pizzutelli e Mirabella) a tenere alta la tensione. Lo hanno fatto domandando alla maggioranza di centrodestra con la quale sono stati eletti “come mai la strada di Via del Casone nella parte bassa di Frosinone, non è stata ancora riaperta al traffico, come invece era stato assicurato?”. Via del Casone – sostengono i 3 consiglieri “ribelli” -costituirebbe una parallela di via Cicerone e la sua apertura alla circolazione consentirebbe un collegamento più rapido e funzionale con la zona di De Matthaeis, ma anche con il quartiere dei Cavoni e la Monti Lepini.
I consiglieri sostengono che da parte del sindaco era stata assicurata l’apertura di Via del Casone da diversi mesi e che c’erano tutti i pareri tecnici necessari. Poiché questo non è ancora avvenuto, i malpancisti sospettano che ci possano essere posizioni diverse, quindi alcune contrarie, all’interno della maggioranza, che impediscono l’apertura di Via del Casone.
Il dito nella piaga
Fin qui la critica dei 3 amministratori.
Una premessa è doverosa. Se il “sospetto” adombrato, (non tutti sono d’accordo in maggioranza) dovesse trovare conferme, che allo stato non ci sono, sarebbe comunque un fatto grave. Non è possibile ritardare l’apertura di una strada per contrarietà politiche. Una strada o è a posto con tutte le necessarie autorizzazioni e pareri tecnici ed è funzionale alla circolazione e alla viabilità, o non lo è. La donna o è incinta oppure no. Punto.
In ogni caso, i “malpancisti” hanno comunque messo ancora una volta il dito nella piaga. Evidenziando due aspetti. Uno. Denunciando la mancata fruibilità (o comunque dei ritardi) per i cittadini nell’utilizzare una strada comunale. Due. Sollevando il dubbio di un ipotetico “scontro” nella maggioranza.
Esattamente quello che fa, da manuale, un’opposizione verso una maggioranza consiliare.
Sempre più distanti
In ogni caso, lo scenario che si prospetta a Frosinone nei prossimi mesi, tra malpancisti e sindaco con la sua maggioranza, è quello di un dissenso sempre più articolato e su tanti temi. Su tutti però, evidentemente, quello della mobilità cittadina. Ciò anche in previsione della riapertura delle scuole a settembre e degli inevitabili, ma necessari, disagi che ci saranno nel capoluogo in virtù dei lavori per il Bus Rapid Transit cioè le orsie preferenziali per la navetta a ciclo continuo.
Come cantava nel 2011 Luciano Ligabue “il meglio deve ancora venire“. Bisogna solo capire per chi.