Cardillo e Ciavaglia inaugurano il primo Coordinamento territoriale del Partito: non un titolo simbolico ma un laboratorio di consenso vero. Obiettivo: radicare il Partito, costruire una classe dirigente e preparare le Provinciali.
Non era un pennacchio, non era un titolo con cui fare contento un dirigente provinciale di Partito. Il primo passo è stato compiuto. Fratelli d’Italia ha costituito il Coordinamento dei Comuni della Valle dei Santi. Il nome sa di eremitaggio benedettino ma l’intenzione è laica e molto pragmatica: costruire consenso territoriale, consolidarlo, raffinarlo. Con metodo e con uomini.
Antonio Cardillo è il coordinatore di quello che è il primo esperimento nella Federazione: se funzionerà allora si potrà pensare di allargarlo. In pratica, ricostituire gli ex Coordinamenti di Collegio, che coincidevano con i vecchi Collegi Elettorali nei quali la Provincia di Frosinone era divisa. Lì si riunivano i quadri e gli amministratori del Partito che facevano riferimento a quell’area geografica, si individuava un punto di equilibrio ed una strategia unitaria, concentrando i voti.
Il Coordinamento

Ma non è l’unico esperimento che Fratelli d’Italia sta tentando: la politica è sempre più fatta da Commissari che guidano da soli, Antonio Cardillo invece ha voluto mettere a terra la nuova dottrina indicata da Giorgia Meloni e dal coordinatore provinciale Massimo Ruspandini. Per questo ha costituito in tempi rapidi la squadra che dovrà affiancarlo. E dimostrare che un Coordinamento non è una eterna discussione ed una continua scissione.
Accanto a lui, come vice, Paolo Ciavaglia, presidente del circolo FdI di San Giorgio a Liri, investito non solo della carica ma anche di una funzione: farsi interprete della “politica vicina”, quella fatta di ascolto, partecipazione e appuntamenti pubblici in piazza, col microfono in mano e la gente seduta sulle sedie di plastica.
Nelle prossime settimane ci sarà un’altra riunione, nel corso della quale affidare le deleghe territoriali e definire tutta la squadra. Sono una decina gli incarichi di Collegio che Cardillo intende assegnare.
Macro e micro

Che cosa è successo, di fatto? Una micro-geopolitica della provincia si è rimessa in moto. Con una doppia ambizione: portare le istituzioni nelle valli e, al tempo stesso, riportare i cittadini alla politica. Non solo per ascoltare o lamentarsi. Ma per partecipare, influenzare, magari anche decidere.
Tutto questo è stato formalizzato in un incontro che, per toni e contenuti, sembrava più una seduta preparatoria di un Congresso che un’assemblea di circoscrizione. Con buona pace di chi ancora guarda con sufficienza al radicamento dei Partiti nelle “aree interne”, pensando che là, in fondo, basti il passaggio di un onorevole in campagna elettorale per chiudere il cerchio.
Non è più così. O almeno, non lo è più per Fratelli d’Italia, che ha capito ciò che le élite urbane spesso dimenticano: il futuro politico si gioca anche — se non soprattutto — nelle periferie. Dove il consenso non nasce per algoritmo, ma per conoscenza diretta. Dove il voto ha ancora un volto.
Obiettivo Provinciali

Dunque, il Coordinamento FdI della Valle dei Santi è già operativo. C’è un’agenda da compliare: eventi pubblici, tavole rotonde, incontri tra amministratori e cittadini. Che poi è il modo più semplice — e al tempo stesso più difficile — di fare politica: esserci.
Ma c’è anche un obiettivo a breve scadenza: a gennaio, o al massimo a marzo, si vota per le elezioni Provinciali. C’è da decidere su quale candidato puntare i voti dell’area. I numeri dicono che Fratelli d’Italia può eleggere agevolmente 3 Consiglieri a Palazzo Iacobucci ma questa volta tenterà il colpaccio che in genere riesce al Pd: eleggere un Consigliere in più grazie ad un certosino calcolo dei voti facendo in modo che non ci siano ‘resti’ ma ognuno abbia il consenso necessario per entrare, senza lasciare sull’uscio il primo dei non eletti con una marea di voti meno uno che gli avrebbe consentito di varcare la porta. A Fratelli d’Italia è accaduto due anni fa, con frizioni e coliche politiche conseguenti.
Va deciso su chi puntare o se rivendicare una candidatura di Collegio, ed eventualmente nel nome di chi.
Presenza strutturata

Cardillo e Ciavaglia puntano a diventare gli architetti di una nuova presenza strutturata nella valle. Senza proclami ma con metodo. Un coordinamento che non si limiti a sommare Comuni ma punti a costruire una vera identità politica di collegio. E che, se ben guidato, potrebbe diventare la fucina di nuove classi dirigenti, pronte non solo a rappresentare ma anche a governare.
C’è chi parla di “scuole di quadri”, chi di “territorialità diffusa”, chi preferisce analizzare senza entusiasmo né sarcasmo ma con la consapevolezza che anche questi piccoli mattoni compongono la grande architettura del potere.
Forse è proprio questo che è successo nella Valle dei Santi: qualcuno ha cominciato a costruire, in silenzio, un pezzo di futuro politico. Vedremo se sarà una basilica o una casamatta. Ma intanto, la prima pietra è stata posata.



