La cronaca di tre giorni che hanno messo ancora più in chiaro che nell'Aula del Comune di Frosinone nulla o quasi è patrimonio della logica
Se dovevano fornire indicazioni sul clima politico che si respira in questo momento a Frosinone, allora le due sedute delle ore scorse hanno fatto pienamente il loro lavoro: sia il question time (la sessione d’Aula riservata alle interrogazioni dei consiglieri al sindaco ed agli assessori) di mercoledì scorso e sia il Consiglio comunale ordinario di ieri sera.
Pur nella sua complessità, lo scenario è abbastanza chiaro a Palazzo Munari: niente può più essere dato per scontato. La musica potrebbe cambiare e anche diventare quella suonata dai Led Zeppelin: very hard rock.
Sicuramente fino alle elezioni Provinciali del prossimo gennaio non accadrà nulla di clamoroso. Dopo di allora, in funzione dei risultati ottenuti e dei comportamenti tenuti, verranno tirate le somme. E lo faranno tutti: Partiti e civiche. Maggioranza, opposizione e liste in posizioni ancora evidentemente ibride. Lo si è capito dalla natura degli interventi registrati nell’Aula consiliare nelle due convocazioni. Ma anche dalle assenze pesanti nella riunione di maggioranza tenuta giovedì.
Ma andiamo con ordine cronologico.
MERCOLEDì 8 OTTOBRE

Sale il volume del confronto in Aula. Lo alzato nel question time Domenico Marzi, ex sindaco Pd del Capoluogo e Capogruppo della lista che porta il suo nome. La quale per inciso, con il recente ripristino delle sedute in Seconda convocazione (quando servono solo 12 Consiglieri per la validità della seduta) non risulta più indispensabile alla maggioranza Mastrangeli per approvare le delibere. (leggi qui: Cosa significa il Consiglio comunale che torna alla doppia convocazione).
La percezione (al momento solo quella) emersa, è che il new deal non sembra aver entusiasmato troppo l’avvocato Marzi. Forse non a caso, l’ex sindaco ha esordito con un intervento che, più che una domanda, sembrava una vera e propria arringa difensiva. Peraltro di notevole spessore. Marzi ha chiesto conto all’assessore al Bilancio Adriano Piacentini di una narrazione che lo perseguita da tempo: quella dei Debiti Fuori Bilancio causati dalle sue amministrazioni.
Piacentini, con tono da esperto revisore dei conti più che da assessore, ha chiarito che i mutui contratti tra il 1998 e il 2007 servivano a coprire sentenze precedenti all’era Marzi. Tradotto: nessun indebitamento causato direttamente. Marzi ha incassato la risposta con evidente soddisfazione; era quello che voleva sentire e che sentissero tutti. Ma non si è fermato lì.
Due indizi

Due indizi cominciano a somigliare a una prova. Anche se ne manca ancora uno. Infatti Domenico Marzi ha puntato il dito (metaforicamente parlando ovviamente) verso il sindaco Riccardo Mastrangeli, chiedendo lumi sul trasloco degli uffici comunali dall’ex Mtc a piazza VI Dicembre e sulla riattivazione dell’ascensore inclinato, opera progettata e realizzata proprio dall’interrogante durante la sua amministrazione. Con un tocco di urbanistica zen, ha anche suggerito di evitare il caos viario: “Conciliare gli interventi senza intasare ulteriormente il traffico”.
Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha risposto con il suo consueto aplomb ma anche il profilo del project manager: “Stiamo andando spediti. Entro un anno, due piani saranno ristrutturati per Servizi sociali e Urbanistica. E l’ex Mtc sarà venduto“.
Sull’ascensore inclinato, il Sindaco ha tirato fuori il jolly dell’Ansfisa cioè l’organismo di vigilanza tecnica: ci sono prescrizioni geologiche e ingegneristiche da rispettare. “Finché non sarò sicuro, nessuno salirà”. E sul traffico? “Colpa dei cantieri. Ma ci vuole coraggio per fare”. Della serie da queste parti non si passa. Donnarumma è avvisato.
Le critiche di Anselmo

Il consigliere Anselmo Pizzutelli Capogruppo della Lista Mastrangeli (cioè quella del sindaco) ma all’opposizione del sindaco, oggettivamente un ossimoro, con il consueto spirito critico ha fatto notare che l’ascensore inclinato è partito nel 2024 ma senza considerare i 20 alberi sacrificati. “Serve la politica del fare bene”, ha detto, sottolineando anche le varianti del nuovo bus elettrico su corsia preferenziale il BRT, che hanno rimescolato le carte su una piazza appena pavimentata. Mastrangeli ha promesso: “Ripianteremo gli alberi“. Ma Pizzutelli (di “tigna”) ha ribattuto: “Questa è confusione, non progettazione”.
Poi ha aperto il capitolo relativo al cimitero: 400 loculi da requisire, 540 da realizzare, 1.270 in totale. E la strategia per restituire quelli occupati provvisoriamente? (Leggi qui: Alla Germania la Prussia, a noi Pulcinella). Il vicesindaco Antonio Scaccia ha rassicurato: “Tutto previsto. E con la riduzione del vincolo cimiteriale, molti posti si libereranno”.
L’altro Pizzutelli, Angelo Capogruppo del Pp, ha chiesto aggiornamenti sul Teatro Nestor e sull’impiantistica sportiva.

E mentre il presidente Massimiliano Tagliaferri ricordava che il Question Time prevede risposte brevi, i Consiglieri Corrado Renzi (lista per Frosinone cioè quella del vicesindaco Scaccia) e Marco Ferrara (FdI) hanno lanciato una raffica di interrogazioni su temi complessi. Segno evidente che, sia il più grande Partito di maggioranza che la strategica civica, hanno deciso a tavolino di tenere “sotto pressione” il sindaco. Basta cambiali (politiche) in bianco. E non finisce qui.
Tagliaferri, con il piglio autorevole del miglior arbitro Collina, ha tenuto a ribadire che i lavori consiliari li dirige lui. Tempi e modi compresi. Non altri. Ca van sans dire.
Segnali dal Question Time

È evidente che la seconda convocazione cambia, di fatto e di parecchio, le regole del gioco.
I tre consiglieri della Lista Marzi (lo stesso Domenico Marzi, Alessandra Mandarelli e Carlo Gagliardi) ma non solo loro, oggettivamente anche Andrea Turriziani (Lista dell’ex Sindaco Michele Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico del leader Gianfranco Pizzutelli) non sono più indispensabili a Mastrangeli per il numero legale. E questo, politicamente, pesa nelle dinamiche interne alla maggioranza. Soprattutto nel medio lungo periodo.
Mastrangeli è evidentemente sotto osservazione, sia di Fratelli d’Italia, che della Lista del Vice Sindaco Scaccia. Da come si muoverà nei prossimi mesi, andare per la prima volta “sotto” in Aula, poi è un attimo.
GIOVEDì 9 OTTOBRE

Anche la riunione di maggioranza voluta da Riccardo Mastrangeli fornisce indicazioni precise. Giovedì sera non hanno partecipato né i Consiglieri di Fratelli d’Italia né il Presidente del Consiglio Massimiliano Tagliaferri. Tutti in evidente dissenso con il sindaco, principalmente sul BRT ma anche su altro.
La sensazione è che si lascerà ulteriormente incancrenire il rapporto, politico e personale, poi non basterà nemmeno la colla a presa rapida Super Attak per rimettere insieme i cocci.
Fare sempre finta di niente non risolve le situazioni, le complica.
VENERDì 10 OTTOBRE

Ieri sera si è tenuto infine il Consiglio comunale ordinario chiamato ad approvare, tra gli altri punti, anche il Bilancio consolidato relativo al 2024. Che per la cronaca è passato con 16 voti favorevoli, 4 contrari e 2 astenuti.
Il dato politico rilevante, ormai scolpito nella roccia, è che Forza Italia, la Lista Mastrangeli, il gruppo FutuRa ed il Consigliere Bortone (formalmente ancora capogruppo della Lega) sono lontani dal sindaco e dalla maggioranza. A distanze siderali. Non hanno votato a favore di uno degli atti più incidenti ed importanti dell’amministrazione con la quale sono stati eletti.
L’operazione di recupero di Forza Italia poi, semmai sarà materialmente possibile, richiederà una operazione di diplomazia da parte del sindaco (e non solo) e dei vertici del Partito azzurro, superiore a quella del Congresso di Vienna che riorganizzò l’Europa dopo le guerre napoleoniche. In questo momento c’è solo totale incomunicabilità tra Forza Italia e la maggioranza. Su tutto.
Lo scontro Scaccia – Forza Italia

La rappresentazione plastica di questa evidenza l’ha fornita ieri sera lo scontro verbale violentissimo tra il Vice Sindaco Antonio Scaccia (che gravita nella galassia della Lega visto il suo ruolo di coordinatore regionale del movimento del generale Vannacci che è anche vice segretario nazionale del Partito) ed i Consiglieri azzurri Pasquale Cirillo e Cristian Alviani sulla mozione per Gaza. Scaccia e i Consiglieri azzurri se ne sono dette di tutti i colori. Addirittura accuse di interferenze politiche in case altrui. Se l’unità della coalizione del centrodestra, tra FdI – Lega e FI, a livello nazionale e regionale è un presupposto imprescindibile, a Frosinone è evidentemente un optional. Un orpello.
È una circostanza che tutti i protagonisti, non solo a livello locale, devono cominciare a tenere presente anche per il futuro, nel 2027 per la precisione, quando si tornerà a votare per il Comune.
Discussioni lunari

In chiusura di cronaca, c’è da registrare la kafkiana e lunare discussione, -con relative polemiche roventi e strategie d’aula adottate dalla maggioranza per non farle approvare, – sulle mozioni inerenti il conflitto israele-palestinese presentate dai Consiglieri Domenico Marzi e Anselmo Pizzutelli che erano state inserite all’ultimo punto dell’Ordine del Giorno del Consiglio.
Nulla di straordinario, si dirà. Peccato però che su Gaza è stato già registrato ufficializzato un accordo di pace, conosciuto in tutto il mondo. E’ venuta meno evidentemente la materia del contendere. Solo che al Comune di Frosinone nessuno sembra se ne sia accorto. Almeno Kafka avrebbe apprezzato.
Ad un certo punto la maggioranza si è dissolta di fronte ad un dibattito ormai privo di senso storico. «Le mozioni discusse ieri sera in Consiglio comunale sul conflitto israelo-palestinese hanno dimostrato tutta la loro inutilità e distanza dai veri bisogni della città. La mozione presentata dal consigliere Anselmo Pizzutelli non solo era fuori tempo massimo ma totalmente ideologica. Un documento divisivo, retorico e scollegato dall’attualità politica e diplomatica, privo di qualsiasi utilità per la comunità di Frosinone» ha commentato nel pomeriggio il sindaco Riccardo Mastrangeli. Da qui la decisione di sottrarsi ad un dibattito di nessuna utilità.

Ma per il sindaco, a rendere il quadro ancora più inaccettabile è stata la scelta di Forza Italia «che ha deciso di restare in Aula e di garantire il numero legale, consentendo di fatto alla sinistra di portare avanti la mozione Pizzutelli. Una decisione che ha permesso di dare spazio e legittimità a un dibattito sterile e ideologico, lontano anni luce dalle priorità dei cittadini. Ciò che colpisce maggiormente è la contraddizione: la posizione assunta da Forza Italia a livello comunale non ha nulla a che vedere con quella nazionale del Partito» sostenuta dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Mastrangeli non ci sta. Per il sindaco il Consiglio comunale «non è un’arena per battaglie ideologiche né il palcoscenico di una propaganda fuori tempo massimo. A Frosinone serve governare con responsabilità, non prestarsi a teatrini che non appartengono né al presente, né alle esigenze della nostra comunità».



