Il 5 novembre si svolgerà la seduta del Consiglio comunale riservata alle interrogazioni al sindaco ed alla giunta. Una riunione che fungerà da termometro politico. Non cambierà di certo gli equilibri in aula ma li racconterà tra protagonisti e comparse
Il Consiglio comunale di Frosinone è stato convocato per il 5 novembre alle ore 19 presso la sede di Palazzo Munari. All’ordine del giorno un solo punto: interrogazioni e interpellanze a risposta immediata dei consiglieri al sindaco e alla giunta. Tradotto dal burocratese: è il question time.
Dal punto di vista squisitamente amministrativo è una seduta di routine, non serve il numero legale per ritenere valida la seduta, quindi la maggioranza e il sindaco non rischiano nulla. Non ci sono delibere da approvare, non c’è conta frettolosa dei consiglieri in aula da fare.
Un termometro politico

Sotto l’aspetto politico, invece, il question time potrebbe rilevare, o confermare, molto del sentiment che si respira in questo momento a Frosinone. In maggioranza ma anche in opposizione. Ogni intervento, ogni interrogazione potrebbe essere il termometro sullo stato di salute dei due schieramenti in aula. Come scriveva Machiavelli: “Gli uomini offendono o per paura o per odio”. A Palazzo Munari sicuramente non c’è odio, ma fastidi, irritazioni e malcontenti, quelli si. Hai voglia.
Soprattutto, ma non solo, tra le fila di Fratelli d’Italia, dove il gruppo consiliare, in particolare il consigliere Marco Ferrara, sembra già pronto a sparare interrogazioni a raffica alla giunta e a Mastrangeli, più che al poligono di tiro nazionale a Pontecorvo. Tanto per far capire bene a tutti in maggioranza, ed al sindaco Mastrangeli, che l’atteggiamento dei meloniani è cambiato. Se qualcuno non se ne fosse ancora accorto.
Riflettori su Lista per Frosinone e Anselmo Pizzutelli
Occhi puntati anche sulla lista “Per Frosinone”, quella del vice sindaco Antonio Scaccia. Il legame politico della lista con l’onorevole Nicola Ottaviani e con la Lega è a prova di bomba. Quello con il sindaco, un po’ meno. Il question time è il momento perfetto per testarne la tenuta. Se stagna o ancora con qualche perdita.

E poi c’è il capogruppo della lista del sindaco, il consigliere Anselmo Pizzutelli. La sua interrogazione, precisa, puntuale e pungente, è come il caffè dopo pranzo: non può mancare. È il rito che dà senso alla seduta del question time. Se non lo fa, è come se Marzullo non chiedesse al suo ospite “si faccia una domanda e si dia una risposta”. Solo che Pizzutelli le risposte le vuole da Mastrangeli.
Discorso speculare per l’opposizione consiliare
Da una parte la sinistra, con PD e PSI (dalla stessa parte solo per motivi logistici di acquartieramento). Dall’altra, i nove consiglieri eletti con Mastrangeli e poi passati all’opposizione. Riusciranno a trovare finalmente una strategia comune, su temi locali di tutti i giorni, oppure sarà il solito “ognuno per sé e microfono per tutti”?

La seduta del 5 novembre potrebbe essere il banco di prova per capire se c’è un progetto politico unitario e condiviso, anche in prospettiva delle prossime elezioni comunali del 2027, oppure ancora solo una sommatoria di malcontenti. Da esternare in aula con domande al Sindaco incalzanti e provocatorie.

Da monitorare ulteriormente anche l’atteggiamento in aula del Gruppo di Forza Italia: la strada di non ritorno con Mastrangeli e la maggioranza è stata intrapresa da tempo. Resta solo da capire se i 3 consiglieri azzurri rivolgeranno domande “velenose” alla giunta e soprattutto al sindaco, oppure si limiteranno a qualche interrogazione soft. Tanto per marcare il territorio.
Il question time del 5 novembre non cambierà certo gli equilibri in aula, ma li racconterà. In questo senso, potrebbe essere appropriata la frase di Oscar Wilde: “La verità è raramente pura e mai semplice”. E in una sfilza di interrogazioni la verità politica non è detto che sia poi così sfumata.
Quando le domande contano più delle risposte.
































