L'ipotesi di un progetto centrista a Frosinone prende sempre più corpo. Tanto a destra e tanto più a sinistra. Ecco perché
Era stata costruita negli anni 70, esattamente all’uscita del casello autostradale di Frosinone. Si chiamava Permaflex (claim creato dal concetto di permanentemente flessibile) e fabbricava materassi a molle. Erano 167 per la precisione quelle usate secondo il brevetto depositato da Giovanni Pofferi, il proprietario del marchio.
Il direttore dello stabilimento Permaflex di Frosinone era tale Licio Gelli, passato poi alla storia per essere stato anche il Maestro Venerabile della Loggia Massonica P2. Il logo dell’azienda, il famoso omino con il pigiama a righe di nome Brando coricato sul materasso, fu disegnato nello studio pubblicitario Armando Testa di Torino.
Erano gli anni della Democrazia Cristiana, di Giulio Andreotti sempre al Governo quando non lo presiedeva e di Franco Evangelisti da Alatri come suo fidatissimo braccio destro. Il suo “A Frà che te serve?” era la chiave per aprire qualsiasi porta. Erano gli anni nei quali Frosinone e la Ciociaria avevano un peso specifico enorme, nel panorama politico. Non solo regionale ma perfino nazionale.
Voglia di centro
Erano gli anni del Grande centro. Con la Dc che dialogava a destra ed a sinistra. Mediava, cuciva, rasserenava. E trovava sempre la sintesi. Con tutti. Su tutto. Quella Dc non è più replicabile: per uomini, contesto storico, economico e sociale. Tuttavia, esiste una voglia di Centro: chiara ed evidente a livello locale e nazionale dove Forza Italia sta cercando di tornare a prendere residenza stabile in quell’elettorato moderato, liberale, europeista. Non urlato, equidistante sia da Lega – FdI che da Pd – M5S: con un occhio a destra per osservare la suggestione dell’ordine e della disciplina, un occhio a sinistra per osservare la suggestione dei diritti e del progresso.
Si tratta di almeno sette milioni di voti: quelli che non hanno trovato soddisfazione alle recenti Europee nè con Renzi nè tantomeno con Calenda. Peggio. Una parte di quegli elettori ha capito che andare appresso ai due Masaniello è tempo perso: che se si fossero messi insieme pochi mesi fa avrebbero eletto una bella rappresentanza per Bruxelles e Strasburgo. Se il nuovo non funziona allora si torna all’usato garantito: buona parte di quell’elettorato aspetta solo di vedere un percorso ed una porta aperta per entrare, nella casa politica di chi ne sappia rappresentare adeguatamente il sentiment. Oggi. Forza Italia sta lastricando quella strada.
Si spiega così la posizione sempre più distinta di Forza Italia dagli estremi di FdI e Lega. E se pure loro non sapranno produrre un nuovo sogno italiano entro la fine della Legislatura è chiaro che l’orizzonte sarà diverso. tanto su scala nazionale quanto su quella locale. Dove Forza Italia ha preso le distanze dagli alleati sia al Comune di Frosinone che alla Provincia di Latina, in provincia di Viterbo il dialogo è sospeso da tempo, in Regione Lazio c’è una tregua armata in atto.
Con queste premesse, lo scenario di un Grande centro a Frosinone a ridosso delle elezioni Comunali del 2027 non è affatto una ipotesi da scartare. Ed il ragionamento vale sia a destra, che a sinistra.
Lo spiegone
Per come si sono messe le cose in maggioranza è difficile credere che Forza Italia possa rientrare nel perimetro di governo cittadino di centrodestra. Sia nel breve, che nel lungo periodo. A fare da diga di sbarramento c’è un nome: Adriano Piacentini. Il Partito l’ha degradato a semplice iscritto per essere rimasto in Giunta on il sindaco Riccardo Mastrangeli anziché seguire Forza Italia in quella che è di fatto un’opposizione. Va da sé che in caso del tutto fantapolitico di ricomposizione la presenza di Piacentini in Giunta sarebbe un problema: in ingresso così come lo è stato in uscita.
Forza Italia in questa fase sta svolgendo l’attività di opposizione vera con i suoi due consiglieri azzurri sommati ai tre malpancisti civici eletti con il sindaco. La loro oggi è un’opposizione strutturata, incisiva e pianificata. Al punto che è molto difficile pensare, allo stato, a candidature unitarie dell’intero centrodestra anche fra tre anni.
E’ ipotizzabile quindi che Forza Italia possa essere nel 2027 la realtà che attrae in un progetto di Centro allargato: di ampio respiro, che guarda ai moderati di centrodestra ma anche di centrosinistra, alle civiche ed ai comitati. In particolare dello Scalo, che faranno riferimento ai vari Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella e Giovanni Bortone. Non è infatti molto credibile, un simile attivismo politico di così forte opposizione critica a Mastrangeli, di corto muso, per dirla alla Massimiliano Allegri, da parte del gruppo dei malpancisti. È più facile pensare che il loro vero orizzonte politico sia quello del 2027. Quando si tornerà a votare per eleggere sindaco e consiglieri.
Replicabile a sinistra
Mutatis mutandis, ma per motivazioni diverse, potrebbe guardare al Centro allargato, anche la sinistra. Ed il Partito Democratico in modo particolare. In questo momento non saprebbe con chi stringere alleanze elettorali. Ovviamente non per incapacità relazionali ma per mancanza di interlocutori. Con chi parla?
Va detto subito che non presentare il simbolo del partito nel Capoluogo nel 2027, non sarebbe uno scandalo. Né una novità. Questa circostanza favorirebbe senza alcun dubbio il lavoro di costruzione di una colazione civica ampia: sul modello di quelle che hanno stravinto al primo turno a Ferentino (con Piergianni Fiorletta) ed a Veroli (con Germano Caperna) e che viene studiata in queste settimane anche ad Alatri (in caso di ritorno anticipato alle urne). Con dentro “pezzi” di destra e di sinistra, sganciati dai Partiti.
Il collante infatti sarebbe costituito dal progetto amministrativo per la città e non da quello politico. Anzi: proprio senza particolari connotazioni politiche, sempre difficili da gestire sia in sede di preparazione delle liste che a risultato acquisito. Specialmente in caso di vittoria.
Per assenza di interlocutori
Una formula che sarebbe quasi una scelta obbligata per essere davvero competitivi. Frosinone è una città di centrodestra, democristiana andreottiana per essere precisi: lo dicono i risultati delle elezioni politiche e non da oggi. Con chi dovrebbe fare massa critica il Pd per vincere le Comunali?
È assente il dialogo con il PSI rimasto interrotto a 15 anni fa e mai più ricucito, né sembra ci sia la comune volontà di farlo. Assente anche un M5S di fatto inesistente nel capoluogo, sia per presenza di interlocutori ufficialmente riconoscibili che presenza in Consiglio comunale. In questo contesto la formula del centro allargato per il Pd sarebbe l’unica strada percorribile se veramente si vuole provare a rendere contendibile il Comune Capoluogo alla destra. O al centrodestra. Oppure a quanti si candideranno in discontinuità con l’attuale amministrazione.
Ecco perché l’idea di centro, a distanza di anni, attrae sempre. E’ come il colore bianco: sta bene su tutto.