Il logoramento continuo al quale viene sottoposto da mesi il sindaco di Frosinone può tradursi in un enorme regalo di Natale per Fratelli d'Italia
Un regalo di Natale per i Fratelli d’Italia: inatteso, inaspettato, troppo grande per essere vero. Il Gruppo politico più silenzioso e leale nel rissoso centrodestra che sta governando per la terza consiliatura di fila la città di Frosinone è quello che potrebbe trarre il massimo vantaggio dal logoramento al quale viene sottoposto da mesi il sindaco Riccardo Mastrangeli.
La premessa è doverosa. Nonostante le quotidiane fibrillazioni all’interno della maggioranza nessuno sta pensando alla fine anticipata della consiliatura. Troppe le incognite in caso di elezioni anticipate. Le voci di dimissioni che circolano in questi giorni non sono fondate: le dimissioni non si annunciano ma si rassegnano e basta. Sono provocazioni per vedere come reagisce l’avversario politico. La realtà è che a destra ed a sinistra in questo momento nessuno è pronto a tornare alle urne.
Situazione comunque critica
E’ chiaro però che la situazione politica all’interno del Comune di Frosinone si sta facendo sempre più critica e tremendamente seria. Un dato è certo. Per quanto il sindaco Mastrangeli provi a tenere separati l’aspetto amministrativo da quello politico, i nodi stanno comunque venendo lentamente al pettine. Fino ad oggi sono stati tre i Consiglieri eletti nell’opposizionee che sono andati a puntellare la maggioranza. Ma non può durare a lungo: il rischio è che alla fine siano più quelli che escono dalla maggioranza che quelli in grado di entrare a farne parte in corso d’opera. Il sistema non è in equilibrio e non può funzionare a lungo. In Aula, quando vengono messe in votazione le delibere, serve chi alza la mano, o dice Si.
In questo momento la quota di sicurezza per il sindaco è di 17 Consiglieri. Con meno, si rischia di andare sotto ogni volta. Un dato è incontestabile ed oggettivo. Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Comunale Massimiliano Tagliaferri hanno scoperchiato il vaso di Pandora. (Leggi qui: Mastrangeli, senza un attimo di pace).
Mettendo in luce queste evidenze.
Tra Pandora… e Tagliaferri
Uno. I rapporti, anche personali all’interno della maggioranza, sia tra sindaco e presidente d’aula che tra consiglieri e tra assessori, sono particolarmente tesi. Da tempo.
Due. Cambiare qualche assessore non è più visto come un qualcosa di sovversivo o scandaloso. Che poi è la stessa cosa chiesta mesi fa da Forza Italia, alla quale non è stato però dato riscontro. Favorendo così il passaggio degli azzurri all’appoggio esterno a Mastrangeli; in realtà è vera a propria opposizione. Sarebbe paradossale però, dal punto di vista politico, che l’azzeramento della giunta, o qualcosa di simile, accadesse ora e non dopo la richiesta di Forza Italia quando era un alleato. Della serie, tanto rumore per nulla.
Tre. La Giunta necessita (forse) di un pit stop. Non tutti gli assessori vanno alla stessa velocità. E questo incide sull’efficacia dell’azione amministrativa.
Quattro. Secondo Tagliaferri, qualche assessore non sarebbe sempre in sintonia con il Sindaco. Lo ha fatto intendere chiaramente quando a Ciociaria Oggi ha detto (testuale) : “A differenza di molti assessori, il mio destino non è legato a quello del sindaco. Al quale, proprio per questo motivo, sono tutti costretti ad andare dietro”. Quel “costretti” non è stato messo lì casualmente. Ma ad arte.
Come con la Teron…
Cinque. Anche l’opposizione non può più rilassarsi troppo. Gli scenari stanno cambiando e bisogna cominciare ad organizzarsi in proiezione 2027 o forse anche prima. A meno che non si voglia consegnare il Capoluogo al centrodestra o al centro/centrodestra per la quarta volta di fila. E senza nemmeno combattere.
Ciò detto, come nella commedia sentimentale del 2019, interpretata magistralmente dagli attori Charlize Theron e Seth Roge “Non succede, ma se succede……” come si presenterebbe il centrodestra agli elettori del Capoluogo in caso di elezioni anticipate?
L’unità del 2022, quella che ha eletto Sindaco Riccardo Mastrangeli, appare al momento come la Cometa di Halley: difficile che ripassi. Vediamo perché.
Lo spiegone
Mastrangeli vorrà ovviamente ripresentarsi, non c’è alcun dubbio su questo. Anche per completare eventualmente la svolta ambientale su Frosinone per la quale si sta spendendo molto.
Non è così scontato però che la Lega riesca ad ottenere la candidatura sul capoluogo per la quarta volta di fila dopo le due di Ottaviani e quella di Mastrangeli del 2022. Infatti il Partito di Salvini, dopo i recenti risultati elettorali alle Europee e alle Regionali, non potrà più pretendere di esprimere lo stesso numero di candidature a sindaco della volta scorsa. Sul punto Giorgia Meloni è stata molto chiara.
Basta vedere quello che sta già accadendo nel Veneto a proposito di candidature. Sta tutta qui la Partita che FdI può ritrovarsi a giocare su Frosinone, frutto di un ragionamento elementare. E cioè: la Lega, dovendo scegliere un lotto più ristretto di Comuni nei quali esprimere il candidato sindaco, si trincererà presumibilmente nei Comuni del Nord. E dovendo tagliare qualcuno comincerà da Sud. Certo dovrà fare una scelta non facile e considerare i quasi 25mila voti riportati dal primo dei non eletti alle Europee: Mario Abbruzzese ne ha ottenuti ben 13mila proprio in Ciociaria che è l’avamposto del carroccio a Sud. (Leggi qui: Tanto Vannacci… per niente, è servito solo per fermare Abbruzzese).
L’esempio del Veneto di Zaia
A quel punto Frosinone potrebbe essere una piazza contendibile al tavolo nazionale delle candidature. Ed è chiaro che FdI rivendicherebbe il Capoluogo, confortata anche dai numeri che esprime, ad ogni elezione. Questo ragionamento spiegherebbe, almeno in parte, l’attivismo su Frosinone da qualche tempo dell’onorevole Aldo Mattia e del Presidente dell’AleS Fabio Tagliaferri. Senza contare le altrettanto legittime eventuali aspirazioni sul Capoluogo della Presidente della Commissione regionale Sanità Alessia Savo.
Superfluo ritenere che l’onorevole Nicola Ottaviani, al tavolo nazionale delle candidature a sindaco dei capoluoghi, possa fare la parte del semplice spettatore. Senza reagire se la candidatura non dovesse toccare alla Lega. Ha un peso specifico per nulla secondario nel Carroccio. E lo farà valere tutto.
Forza Italia a bordo? Difficile
Infine, per come si sono messe le cose (politiche) a Frosinone è veramente complicato pensare che Forza Italia possa far parte ancora della coalizione tradizionale del centrodestra, con Lega e FdI quando si voterà per il rinnovo del consiglio Comunale,
Più probabile che realizzi una intesa trasversale con forze di ispirazione centrista moderata, dal respiro fortemente civico, che guarda sia a destra che a sinistra. Magari anche con il Pd.
Se è complicato tenere in piedi la consiliatura fino al 2027 per Mastrangeli, interromperla prima del tempo, lo è ancora di più. Almeno finché non è assolutamente chiaro, chi sono gli amici, e chi i “nemici”.