
Lo Scalo dove si vincono le elezioni e lo Scalo dove i problemi del sindaco assomigliano a quelli degli elettori: al punto da coincidere quasi
La stazione ferroviaria di Frosinone ed il quartiere Scalo che le sorge intorno non sono solo un luogo di partenza ed arrivi, di cappuccini mandati giù bollenti e cornetti azzannati al volo per paura di perdere il treno; non sono valigie dimenticate, parcheggi sognati, giornali comprati freschi al mattino e gettati stazzonati la sera. Da sempre e storicamente la stazione e lo Scalo rappresentano per Frosinone un riferimento: sociale ed economico. Fondamentale ed imprescindibile. Dal punto di vista elettorale lo Scalo è come il Michigan o l’Arizona negli Stati uniti: le elezioni si vincono lì.
Le elezioni Comunali a Frosinone si vincono soprattutto se si vince “alla Stazione“. Lo sa bene il sindaco Riccardo Mastrangeli: proprio allo Scalo ha sede la sua storica farmacia. Su questa importante zona di Frosinone e sulle annesse attività di riqualificazione urbana e strutturale, l’amministrazione si sta giocando una parte della propria credibilità.
Il primo riscontro

Sia la credibilità amministrativa che quella politica. Un primo riscontro si è avuto con la partenza del cantiere per il rifacimento della intera area della Stazione ferroviaria. Riscontro sotto tutti i punti di vista: dalla viabilità, ai parcheggi, alla sicurezza.
In questo caso, tutti hanno manifestato legittimo malcontento: pendolari, residenti, cittadini. Nella vita però, come nella gestione della Cosa Pubblica, si può sbagliare: l’importante è comprenderlo ed intervenire subito per rimediare. E infatti l’amministrazione sta intervenendo li dove esistono manifeste criticità. Che non vedeva, solo chi non voleva vedere. Non da ultima quella della sicurezza. Che verrà fortemente potenziata nella zona interessata dal cantiere, con videosorveglianza, pattugliamenti, nuova illuminazione.
Non una vera zona rossa, così come stabilito dalle norme del Ministero dell’interno, e già applicate per le stazioni di Firenze, Bologna, Milano, Roma e Napoli. Ma qualcosa che le somiglia. Riccardo Mastrangeli ieri ha messo in chiaro la sua intenzione di ricorrere all’applicazione del Daspo urbano: una prerogativa prevista dalle nuove norme e ricordata direttamente dal ministro Matteo Piantedosi. Non solo Mastrangeli intende ricorrere al Daspo ma intende azzerare qualsiasi forma di tolleranza. Con l’immediato allontanamento dei responsabili di condotte moleste. (Leggi qui: Mastrangeli segna il perimetro e si prepara ad infliggere il Daspo Urbano).
Pedonalizzare? C’è chi dice no

Sempre in relazione allo Scalo, è opportuno riportare anche gli esiti dell’assemblea aperta, svoltasi giovedì ed organizzata dal Comitato civico “Laboratorio Scalo“. Dall’incontro, molto partecipato, è emersa la totale contrarietà, da parte del comitato, alla completa pedonalizzazione di Piazzale Kambo.
Per spiegare il no, l’assembla ha fatto riferimento a circostanze oggettive, come la mancanza dei parcheggi, o un sistema di trasporto pubblico insufficiente. Inoltre, l’altra sera il Comitato ha denunciato la cervellotica decisione di chiudere il sottopasso pedonale di via Pergolesi dalla mattina alla sera. Senza alcuna comunicazione. Letteralmente. I pendolari partiti la mattina per Roma non sapevano come andare a riprendere la macchina quando sono tornati il pomeriggio.
Il sottopasso, oltre a consentire ai pendolari di raggiungere i binari dal parcheggio ex area Frasca, costituisce anche una sorta di ricucitura e di transito tra le due zone, al di la dei binari. Il tratto del sottopasso della Stazione che porta a via Pergolesi, non potrà restare chiuso per troppo tempo.
Di tratta trattasi

Il sistema ferroviario, sarà anche l’oggetto dei prossimi Consigli comunali del 12 febbraio. Il primo, in adunanza aperta convocata per le ore 14.30 e relativo alla discussione sui disagi dei pendolari nella tratta Cassino-Frosinone-Roma. Quella che ha il maggior numero di utenti (studenti e lavoratori) ed è anche la più critica delle linee regionali.
Poi a seguire alle ore 19 il Consiglio ordinario, fissato solo in prima convocazione. Serviranno almeno 17 consiglieri comunali presenti per la validità della seduta. All’ordine del giorno, tra gli altri punti, anche le mozioni: inerenti l’istituzione delle corse dirette, sia all’andata che al ritorno, lungo la tratta FL6 Cassino-Frosinone-Roma.
Infine, alle ore 20 è stato convocato il Consiglio Comunale del Question time. Quello dedicato alle interrogazioni rivolte al sindaco e agli assessori da parte dei consiglieri comunali. Lecito aspettarsi qui le consuete domande piuttosto “pungenti ed incalzanti” da parte dei Consiglieri malpancisti o dissidenti. Fine tregua mai.

Facile anche pensare ad una reiterata interrogazione del capogruppo Pd Angelo Pizzutelli, circa la competenza della manutenzione dello Stadio del Nuoto. La cui chiarezza è quasi pari alla nebulosa di Orione. Tanto che la pratica è finita sul tavolo dell’Anac, l’Autorità Anticorruzione. Servono spiegazioni. Urgenti.
Lo spiegone
Dal punto di vista politico le 3 sessioni d’aula del 12 febbraio, non dovrebbero avere risvolti clamorosi. Per una serie di motivi.
Pur avendo convocato il Presidente del Consiglio Max Tagliaferri la seduta delle ore 19 solo in Prima Convocazione è veramente difficile ipotizzare che la maggioranza abbia problemi a garantire il numero legale. Se necessario risponderanno presente anche i Consiglieri di opposizione. Perché? Sono una parte di coloro che hanno sottoscritto le mozioni a sostegno dei pendolari. Non ci saranno spaccature sui documenti eventualmente messi in votazione: anzi è ipotizzabile una certa unanimità.
Chi può dichiararsi contrario ad interventi per arginare i quotidiani e cronici disagi dei pendolari di Frosinone? Che poi tra meno di 3 anni voteranno pure. L’astensione avrebbe, invece, veramente poco senso.

Inoltre, sulla efficacia e puntualità dei trasporti ferroviari regionali, il Comune capoluogo può fare veramente ben poco di concreto. Se non appunto professare auspici o approvare documenti di indirizzo. La partita vera se la giocano la Regione Lazio e RFI.
Ma è una gara che sembra non avere mai una fine. Positiva. Per Mastrangeli quindi i problemi, quelli veri, non verranno dal Consiglio Comunale, almeno non da quello del 12 febbraio prossimo.
Ma, semmai, da tutto quello che sarà fatto nei prossimi mesi e cosa decideranno lui e la sua maggioranza per lo Scalo. Lì è vietato sbagliare. Per chiunque.