Frosinone, il carnevale continuo dell’amministrazione Mastrangeli

L'otto volante di un team di governo che nel Capoluogo in pochissimi mesi ha visto le sue dinamiche ed i suoi equilibri rivoluzionati. Ma Mastrangeli agisce come se tutto questo non lo turbasse

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Riunioni politiche fino a notte con ago e filo nel tentativo di ricucire le lacerazioni nel centrodestra? Nemmeno a pensarlo. Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli è andato platealmente a Pofi per un gemellaggio tra il Carnevale storico del capoluogo e quello del vicino centro guidato dal sindaco Angelo Mattoccia. Un modo per far capire con chiarezza che le polemiche di questi giorni nemmeno lo hanno sfiorato.

(Foto © Massimo Scaccia)

Non lo scontro frontale con Fratelli d’Italia che ha minacciato di disertare la votazione sul Bilancio, offesi per il dirottamento del finanziamento da 1,2 milioni ottenuto dal capogruppo FdI Franco Carfagna che è stato spostato dallo Stadio del Nuoto alla scuola in zona Coni senza nemmeno una telefonata per informarlo. Non lo ha scalfito la contestazione del Rione Giardino per il divieto di bruciare il carro allegorico con il pupazzo del generale Championnet, come da tradizione, per via dell’ordinanza contro lo smog. (Leggi qui: Lo Stadio del nuoto fa saltare la luna di miele tra Mastrangeli e Fdi. E leggi anche Frosinone: cosa significa quello che è successo ieri in Consiglio comunale).

Nemmeno un graffio dall’uscita del Consigliere Christian Alviani e dell’assessore Valentina Sementilli per andare dalla civica Ottaviani a Fratelli d’Italia. Nessun segno lasciato dalla salita in cabina di Regia compiuta dall’ex sindaco Nicola Ottaviani, suo mentore e sostenitore della sua candidatura come successore: ma è lui ad avere preso la scena politica eseguendo l’operazione culminata con il defenestramento lampo della Sementilli ed il suo avvicendamento in Giunta.

Team senza pace

Le bandiere sul municipio di Frosinone

Chiunque altro, a qualunque altra latitudine, sarebbe preoccupato. Non Riccardo Mastrangeli, almeno a giudicare dalla priorità data al Carnevale. Ma è evidente che quanto accade nel Capoluogo non è normale.

Non è normale soprattutto se si considera il risultato elettorale uscito dalle urne nel 2022, quando Riccardo Mastrangeli ed il centrodestra hanno vinto le elezioni. Ottenendo una pattuglia di 22 Consiglieri in maggioranza contro gli 11 all’opposizione. Dopo poco più di metà consiliatura è cambiato l’orizzonte politico, si è disperso un patrimonio: anche dal punto di vista elettorale. Perché 5 consiglieri della ex maggioranza (compreso quelli di Forza Italia che è uno dei partiti storici della coalizione di centrodestra) sono in appoggio esterno; altri 3 sono passati direttamente all’opposizione. La lista del Sindaco si è dissolta come neve al sole ed al tempo stesso 3 Consiglieri della ex opposizione sono transitati in maggioranza.

Domenico Marzi

Non solo. A rendere più anormale lo scenario c’è il fatto che un Gruppo consiliare di opposizione si è impegnato a non fa cadere l’amministrazione. È quello dell’ex sindaco di centrosinistra Domenico Marzi che ha concorso contro Mastrangeli nel 2022. Probabilmente non voterà nemmeno No al bilancio.

Da non dimenticare che il Presidente del Consiglio Comunale da tempo è per nulla in sintonia con il Sindaco. In un Municipio nel quale sono attività quotidiane i malumori interni, lo stravolgimento dei gruppi consiliari, le polemiche, i distinguo, il cambio del quadro politico in aula, i patti di desistenza. E da ultimo: i documenti che magicamente si trasformano nei contenuti, appena transitano nell’aula del Consiglio Comunale, ne ribadiscono la straordinarietà della situazione. È avvenuto con la delibera sull’affidamento della gestione dello Stadio del Nuoto ed è avvenuto con la mozione su Piazzale Kambo.

Qualcosa da rivedere

È una situazione che non si riscontra in altre amministrazioni, a qualsiasi latitudine. Evidentemente più di qualcosa non va ed è da rivedere a Frosinone, a prescindere dai carnevali e dai loro gemellaggi. La grande fortuna di Riccardo Mastrangeli è che ad ora la fine anticipata della consiliatura non la vuole, nè se la può permettere, nessuno. Tanto a destra che a sinistra, passando per il centro. Lo dimostra un’evidenza: se veramente qualche Consigliere comunale o assessore non ne può più di questa amministrazione, può fare solo una cosa che sia coerente con le proprie dichiarazioni, pubbliche o sui social. Dare le dimissioni. Circostanza che ovviamente non accadrà mai.

E questo il Sindaco lo ha capito perfettamente. Troppe le cose ed i rapporti da ricostruire per avventurarsi ora in una campagna elettorale complicata e dall’esito incerto. L’imponderabilità della immediatezza delle elezioni però non può essere l’unico collante che tiene unita (si fa per dire) ed in “vita” l’amministrazione Mastrangeli.

Il peccato originale di questa situazione, a tratti surreale, è costituito dal fatto di non aver mai voluto affrontare subito e direttamente i problemi, ogni volta che si sono presentati. Con la scusa “se ne sono andati loro, non li ho cacciati io” la ferita politica, spesso anche di natura personale, si è incancrenita.

Terapia impossibile

Angelo Pizzutelli (Foto © Massimo Scaccia)

E adesso è veramente difficile, se non impossibile, ipotizzare qualsivoglia piano terapeutico. Da certi mali non si guarisce più. Anche perché adesso non è più possibile attingere acqua dal pozzo dell’opposizione: per irrobustire i numeri in aula per approvare le delibere. Lì sono rimasti Pd e Socialisti e non si schiodano. Con loro nessun accordo per Mastrangeli: né di desistenza, né di sopravvivenza.

Situazione per la quale i numeri, specialmente in Prima Convocazione quando servono 17 Consiglieri per la validità della seduta, vanno trovati tra le forze a disposizione del sindaco attualmente. E sicuramente si troveranno nel Consiglio Comunale sul Bilancio di previsione.

Ma non in forza di un progetto amministrativo e politico, forte, unitario e condiviso: quello uscito dalle urne nel 2022. Ma per il timore di andare a casa prima del tempo.

La sensazione è che nell’amministrazione ci sia ormai una disgregazione latente tra gruppi consiliari, tra consiglieri e assessori, che determina particolare nervosismo. I fatti di Carnevale al Rione Giardino, al di la del forte sentiment per le tradizioni popolari, sono solo la punta dell’iceberg di questa inquietudine.

La cambiale di Fdi

Fabio Tagliaferri (Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica)

Si aggiunga che il dimissionamento da parte di Mastrangeli dell’ex Assessore Valentina Sementilli (che aveva chiesto di aderire a FdI) non ha contribuito certamente a rasserenare il clima in maggioranza. Tutt’altro. FdI per il momento farà buon viso a cattivo gioco. Ma quella cambiale, prima o poi, verrà portata all’incasso dai Meloniani del Capoluogo.

Ora la votazione sul Bilancio può costituire non solo il presupposto imprescindibile per andare avanti con la consiliatura (senza l’approvazione del documento si va a casa) ma anche l’occasione per fare un reset all’intera coalizione che ha sostenuto Mastrangeli alle elezioni. E ripartire di slancio. Anche in prospettiva 2027. Anche con il “recupero” di Forza Italia che porterà la questione al prossimo Tavolo del Centrodestra.

E gli azzurri potranno uscirne a testa alta. Perché l’azzeramento era ciò che avevano chiesto dal primo minuto, uscendo quando è stato chiaro che non lo avrebbero ottenuto. Il lodo Rocca al quale in amministrazione si ispirano, non può valere solo a Roma e solo per talune fattispecie. E se necessario anche rivedendo gli assetti di Giunta.

Come nel calcio

Non sta scritto da nessuna parte che l’applicazione sistematica sempre e solo dello stesso schema di gioco, di fatto immutabile nella tattica e negli uomini/donne, determini risultati positivi.

E se vale per il calcio, figuriamoci per la politica.