
La riunione sul documento contabile, in programma a fine febbraio, sarà decisiva per il futuro dell'amministrazione-Mastrangeli. Servirà a fare chiarezza una volta per tutte tra le varie anime della politica cittadina. E soprattutto potrebbe rappresentare un punto di ripartenza dopo il giro di boa
Il Bilancio di previsione che verrà portato in Consiglio comunale a Frosinone entro fine febbraio, nonostante qualche dichiarazione distopica, verrà approvato. E senza tanti problemi. Su questo non ci sono dubbi. Lo hanno capito anche gli attaccapanni dell’Aula consiliare. Le diplomazie stanno lavorando in questa direzione da giorni. Anche ai fini delle dinamiche d’aula da tenere il giorno del Consiglio.
Si stanno mettendo a punto le strategie più efficaci (e sottili) per arrivare all’obiettivo: l’approvazione del documento. Ci sta. Perché la fine anticipata della consiliatura, per tutti i motivi arcinoti, non la vuole nessuno. Tanto in maggioranza, quanto in opposizione.
Operazione-chiarezza

La sessione di Bilancio risulterà comunque fondamentale. Perché servirà a fare chiarezza. Finalmente. Una chiarezza necessaria, sia per la maggioranza del sindaco Mastrangeli che per la minoranza divisa in tanti gruppi scollegati tra loro.
Il Bilancio di previsione è il documento più importante e politicamente più pesante dell’Amministrazione comunale. L’espressione di voto sul documento identifica la posizione, sia amministrativa che politica di ogni singolo consigliere comunale: senza alcuna necessità di spiegazioni. A volte surrettizie: “ho votato X ma…”. E questo principio vale in ogni amministrazione, ad ogni latitudine. Non solo a Frosinone.
Per essere più realisti del re. Chi voterà “sì” al Bilancio, sta con il sindaco Mastrangeli e la sua maggioranza e chi voterà “no” sta all’opposizione. Entrambe le espressioni di voto, non necessitano di “tarantelle” a posteriori, nei mesi successivi. Sono assolutamente chiare.
Poi ci saranno le nebulose: i voti di astensione. E saranno diversi: saranno tutte astensioni strategiche. Come le eventuali assenze al momento del voto, al netto dei legittimi impedimenti personali. La scappatoia dell’astensione, pur assolutamente legittima, non aiuta però la chiarezza. Forse è proprio quella che si vuole evitare?
I “malpancisti” allo scoperto

Gli 8 Consiglieri dissidenti non voteranno certamente tutti in maniera compatta con l’opposizione. Ma su questo documento hanno l’occasione per chiarire, una volta per tutte, la loro posizione nei confronti dell’amministrazione Mastrangeli: se continuano a non condividere le scelte del sindaco o solo alcune di esse. Oppure, ci sono ancora dei margini di recupero del rapporto: politico e, in taluni casi, anche personale. Confucio diceva “solo i più saggi, o più stupidi degli uomini, non cambiano mai idea”.

L’appoggio esterno, che certamente ha un senso, tecnicamente significa: “L’accordo offerto da uno o più Partiti, coalizioni o individui indipendenti, all’interno di una democrazia e, secondo cui tali soggetti si impegnano a sostenere il governo nei provvedimenti fondamentali”. In una amministrazione comunale quale è il provvedimento fondamentale, se non il bilancio di previsione? Non ce ne sono altri di “rango” maggiore. E’ il provvedimento fondamentale per definizione. E come tale andrebbe allora sostenuto.
Se invece appoggio esterno è solo un formalismo per “camuffare” una vera e propria opposizione, il voto sul Bilancio costituisce una opportunità di limpidezza. E andrebbe votato in coerenza.
E l’opposizione cosa farà?

Mutatis mutandis, lo stesso discorso vale per gli 8 Consiglieri dell’opposizione ufficiale, cioè quelli eletti nello schieramento opposto al sindaco. Il manuale (immaginario) del consigliere di opposizione, è molto chiaro sl punto: all’Articolo 1 comma 1 recita testualmente: “al Bilancio si vota no, sempre”.
È la linea che seguirà in maniera compatta il Gruppo consiliare del Partito Democratico. Con una consapevolezza: il Capogruppo Angelo Pizzutelli ha detto ai suoi che questa seduta di Bilancio è paragonabile, per la sua difficoltà politica, soltanto a quella dell’anatra zoppa si tempi del sindaco Domenico Marzi. Cosa intendeva dire? Nella consiliatura 2002 – 2007 si creò una situazione di pareggio: 20 consiglieri per il centrosinistra che elesse il sindaco e 20 per il centrodestra. In quella stagione, per ogni documento contabile era necessario fare i salti mortali per trovare il 21° voto. Sempre sul filo del rasoio. Mai più come allora. Tranne questo giorni.
Voti diversi dal no presumibilmente ci saranno tra i banchi della minoranza: sono tutti assolutamente legittimi. Ma identificano un’altra fattispecie. Che però non è quella del consigliere di opposizione. E’ un’altra cosa. E allora tanto vale dirlo. Apertamente. Si va incontro alla primavera e anche le nebbie più fitte finalmente si diradano. Singolare che continuino ad insistere solo su Palazzo Munari.

Ecco perché la sessione di Bilancio può essere considerato un punto di ripartenza importante. Anche per come verrà interpretato dall’intero consiglio Comunale. Nessuno escluso. Ovverosia se serve per cristallizzare delle posizioni chiare, definite e soprattutto ben identificabili. Anche da parte degli elettori. Non è più tempo per le posizioni border line: il traguardo del 2027 non è poi così lontano ed è quello al quale stanno guardando tutti. L’orizzonte è comune ma le prospettive sono diverse.
Il giro di boa della consiliatura
Victor Hugo scriveva “Voi vedete il buio, io preferisco le stelle. Ognuno ha il suo modo di guardare la notte”. Il giro di boa della consiliatura è stato già intrapreso, da qualche mese. Adesso bisogna correre. C’è la possibilità, per la maggioranza Mastrangeli di conseguire, al termine del mandato, risultati gestionali importanti. Come ad esempio, il completamento delle politiche sulla mobilità sostenibile. L’operazione di recupero del complesso dei piloni. La partenza del progetto del BRT. Il rifacimento della stazione ferroviaria. La riqualificazione dello Scalo.

L’opposizione, invece, nei mesi a venire ha l’interesse a mettere in luce le criticità dell’amministrazione. O almeno dovrebbe avere, perché in questa prima metà consiliatura non è stato così, (se non episodicamente). Avrà l’interesse di evidenziare i risultati non raggiunti o raggiunti solo in parte: le cose che non vanno e che vanno migliorate.
Posizioni politiche diverse, dunque, per poi giocarsi la partita delle comunali, tra qualche anno. Se invece l’approvazione del Bilancio serve solo per mettere al sicuro la consiliatura, ergo la propria poltrona, ancora per qualche mese, fino alla discussione dei prossimi documenti economici, allora si tratta di una operazione dal respiro piuttosto corto. E come tale destinata a morire.