
Il Tesseramento per il Congresso provinciale del Partito Democratico è di nuovo in stallo a Frosinone. Ma stavolta potrebbe essere questione di ore. Non c'è accordo sul metodo con cui rifare il Tesseramento 2025. Federico Gianassi cerca di mediare. Dialogo a quattr'occhi tra De Angelis e Battisti. E le cose sembrano rimettersi in carreggiata
Tutto nel pantano. Ancora una volta. Il Tesseramento con il quale dare il via al Congresso provinciale del Partito Democratico si blocca prima di cominciare. Non c’è identità di vedute sul modo in cui svolgerlo. Esattamente come un anno fa. La riunione dei Segretari di Circolo convocata per giovedì sera dal Commissario nazionale Federico Gianassi nel ristorante da Memmina si è conclusa con un clamoroso ‘nulla di fatto‘. Non si può procedere, non c’è identità di vedute. Ma questa volta non si resterà nella palude a lungo.

Non come nei mesi scorsi. Dove era stato necessario impugnare il Tesseramento di fronte alla Commissione di Garanzia Regionale. E poi appellarsi al Nazionale. Che per sbloccare la situazione ha investito del ruolo di Commissario il deputato toscano Gianassi. Questa volta il quadro è del tutto diverso: a Roma c’è una nuova maggioranza, le componenti di AreaDem e di Rete Democratica hanno raggiunto un equilibrio in tutto il Lazio e persino a Roma in Campidoglio. È solo Frosinone a fare resistenza.
Altro elemento di differenza: Federico Gianassi è stato catapultato a Frosinone con un documento nella tasca della giacca. È la nomina firmata da Elly Schlein con piena delega di Commissario. Decide lui. Anche se cerca fino alla fine di mediare.
La convocazione da Memmina

L’ingresso del pantano è la riunione dei Segretari di circolo convocata per le ore 18 di giovedì sera. Un solo punto all’Ordine del Giorno: “Modalità di svolgimento delle attività di tesseramento che coinvolgono la Federazione”. È il nocciolo della questione: saranno i tesserati ad andare a votare nel Congresso provinciale che eleggerà il nuovo Segretario ed il nuovo Gruppo dirigente. E chi ne tessera di più governerà il Partito. Il 23 dicembre 2024 si era finiti alle carte bollate: Rete Democratica (la componente della consigliera regionale Sara Battisti e del Segretario uscente Luca Fantini) ed Energia Popolare (la componente dell’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo) avevano accusato AreaDem di voler truccare la Partita svolgendo un tesseramento non regolare. La Commissione di Garanzia Regionale gli aveva dato ragione.
Due settimane fa Federico Gianassi sbroglia la matassa. Dopo avere ascoltato tutti, individua una soluzione che rimette in moto il Congresso. Senza vincitori né vinti. Quale? Si fa il nuovo Tesseramento 2025 e sulla base di quegli iscritti si forma la nuova anagrafe elettorale. Si parte dai nomi del 2024 che la Commissione di Garanzia ha giudicato tutti validi per l’iscrizione la Pd ma non per votare al Congresso. Un mese di tempo per il tesseramento e si va in quattro punti ben precisi a tesserarsi.
Ma è qui che si finisce per insabbiarsi di nuovo.
La differenza di vedute

Prende la parola Francesco De Angelis, presidente Pd del Lazio oltre che leader di AreaDem. E dice che quel metodo di tesseramento non va bene. Anzi, lo contesta in maniera frontale. Con tanta veemenza che qualcuno ha l’impressione stia attaccando il Commissario Federico Gianassi e si stia mettendo fuori dalla maggioranza politica regionale che vede dialogare AreaDem e Rete Democratica. Non è così, la sua è solo passione.
Francesco De Angelis dice che per lui il metodo non è negoziabile. Spiega: «L’anagrafe 2024 è stata certificata. Ora ci sono 31 giorni, il mese di luglio, per rinnovare le iscrizioni. E si fa come si è sempre fatto: il segretario cittadino ritira le tessere, convoca l’Ufficio Adesioni e si va casa per casa a parlare con la gente, a convincere, a fare militanza. Non si può pretendere che 5.000 persone vadano in quattro punti fissi aperti due ore al giorno, in pieno agosto. È una follia logistica prima ancora che politica».
Un iscritto racconta di aver preso la tessera 2025 online e scopre che così, da regolamento, non potrebbe votare. De Angelis fa notare che così si rischia di abolire il valore della partecipazione reale. Sostiene che se il Partito è militanza, deve esserlo sul serio. Non bastano clic e bonifici.
Non c’è condivisione

Gianassi tira il freno a mano. «Non c’è condivisione. Se non c’è accordo sul metodo, io non posso procedere». Ma non è un blocco. Si è solo preso una mezza giornata di riflessione, sospendendo tutto. Ha un percorso sicuro in mezzo alle sabbie. Quale? Gianassi non si muoveva a caso. Il percorso che aveva tracciato era frutto di una sintonia maturata con Daniele Leodori (leader regionale di AreaDem e segretario Pd Lazio) e Claudio Mancini, leader romano di Rete Democratica.
Sara Battisti fa un cenno a Francesco De Angelis si appartano e discutono per quasi un quarto d’ora mentre la discussione va avanti. Nessuno sa cosa si siano detti. Ma il clima non è da resa dei conti. Anzi, il contrario. Alla fine di quel confronto cambia il clima. L’intesa è dietro l’angolo.

Alla fine, il commissario ha preso atto. Ha messo via gli appunti, ha chiuso la cartellina, ha aggiornato la seduta a venerdì. La sensazione è che a questo punto si tratti di limature, dettagli: che sia concreta la possibilità di ricucire. A Gianassi serve qualche ora per sistemare con ago e filo e far ripartire il Congresso.
Non si va verso un Congresso unitario. Ma verso una conta condivisa. Ed a Frosinone è già tanto.