Frosinone: la centralità perduta del Consiglio comunale

I cittadini meritano di più che assisi sterili e quasi sempre prive di contraddittorio costruttivo. L'eccezione pleonastica del Brt

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Le individualità di spessore non mancano. C’è competenza ed abbonda l’esperienza. E in taluni casi è disponibile anche un ampissimo consenso elettorale. Sia tra i banchi dei Consiglieri di maggioranza che in quelli dell’opposizione. Eppure, il Consiglio comunale di Frosinone non riesce proprio a “decollare”. Dal punto di vista del confronto dialettico tra chi governa la città e chi deve evidenziarne le criticità o formulare proposte alternative.

In questi due anni di consiliatura Mastrangeli l’Aula consiliare non è mai stata la vera “agorà”. Intesa con la nobile accezione greca della piazza centrale della polis. Dove si svolgeva la vita politica e commerciale della città. Il Consiglio Comunale è stato quasi sempre marginale. Mai centrale.

Un’assise quasi sempre marginale

Che l’Aula consiliare costituisca scarso “appeal” per i cittadini di Frosinone è certificato dal fatto che sia le sedute consiliari ordinarie che quelle del question time, dove a volte si discute di argomenti veramente surreali, sono sempre poco o per nulla partecipate e viste dalla gente. Sia in presenza che da remoto. In Aula non si riempiono gli spazi per il pubblico e da casa si connettono al massimo una ventina di persone. Quando va bene. Lo ha constato di persona  lo stesso sindaco Mastrangeli anche durante l’ultimo question time

In Consiglio comunale, tranne che in occasione del dibattito sul BRT, non si è mai assistito ad un confronto importante serrato, argomentato e qualificato tra maggioranza ed opposizione, su dinamiche importanti per la città. Solo quando è stato affrontato il tema del Bus Rapid Transit c’è stato confronto, ci sono state domande pungenti ma non strumentali, risposte tecniche esaustive e riposte politiche soddisfacenti a seconda del fronte. Ma è stata un’eccezione.

In quella circostanza i “meriti” vanno equamente divisi. Bene ha fatto il Gruppo del PD, seguito dal gruppo dei 5 “malpancisti” a sollevare il problema, particolarmente sentito in città. Altrettanto bene ha fatto il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli a cogliere l’occasione di trasformare il consiglio in adunanza pubblica. Dando così la possibilità ai cittadini, ai commercianti, ai rappresentati dei comitati di quartiere di intervenire con delle proposte. Peraltro poi in parte anche recepite dall’amministrazione Mastrangeli.

Contraddittorio cercasi, invano

Si è trattato dunque di un approccio innovativo nell’affrontare problemi della collettività. Ma è rimasto un caso unico.

Grande pubblico non se n’è visto nemmeno quando si è discusso del Bilancio. Forse per il fatto che che comunemente viene approvato dalla sola maggioranza con scarsissimo dibattito consiliare. Non significa che occorra necessariamente uno scontro per stimolare la gente ad assistere allo spettacolo: si può fare sana opposizione senza dover alzare per forza la voce. Ma sarebbe sufficiente un contraddittorio di idee e visioni differenti del capoluogo, tra il centrodestra ed il centrosinistra.

La politica che si fa partecipata, l’amministrazione che spiega le sue scelte (come avvenuto nel caso del Brt) ha prodotto risultati. Sia in termini di partecipazione popolare che in termini di qualità del dibattito, quasi mai scaduto a polemica strumentale e improduttiva.

“Cavarsi il dente e via con altro”

E’ impensabile però che il Consiglio Comunale del Capoluogo, che avrebbe in teoria ampia materia da poter trattare, non trovi poi in realtà l’occasione, lo spunto, lo scatto di reni per affrontare determinati argomenti. Non basta né può evidentemente bastare il solo consiglio straordinario sul BRT. Come a dire, “ci siamo tolti il dente, arrivederci al prossimo dolore”

Non può bastare certamente all’opposizione, perché sono diverse le tematiche sulle quali poter “inchiodare” in Aula il centrodestra. Non può bastare alla maggioranza che, almeno dal punto di vista dell’aspetto squisitamente amministrativo, meno in quello politico, ha comunque sempre dimostrato unità e coesione. Almeno fino ad oggi. Certo però non è pensabile che sia proprio chi governa la città, a portare in assise situazioni o temi che sono potenzialmente urticanti. Li deve sollecitare l’opposizione. Non solo a Frosinone. Accade in qualsiasi Comune italiano.

La domanda delle cento pistole è: c’è la volontà di farlo? C’è la voglia di individuare due o tre temi importanti, di particolare impatto sulla città, per i quali e sui quali chiedere un confronto in Aula consiliare con il sindaco e la sua maggioranza? Magari ancora in adunanza pubblica?

La massima assise cittadina, per riappropriarsi della centralità del ruolo che merita ha bisogno di dibattiti di spessore. Ed anche la politica. I cittadini di Frosinone ringraziano, anticipatamente.