Frosinone, la partita a scacchi del centrodestra

Il centro destra nel capoluogo sarà impegnato nei prossimi giorni a giocare un delicatissimo quanto fondamentale per il futuro match politico

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Ha risolto un problema importante: l’approvazione del Bilancio di Previsione del Comune di Frosinone ha sgomberato il campo dal rischio teorico di dover tornare tutti a casa. Soltanto teorico: nessuno aveva intenzione di interrompere la Consiliatura. Al tempo stesso ha riportato in superficie la “polvere” che in questi mesi era rimasta nascosta sotto il tappeto.

Si tratta dell’unità della coalizione di centrodestra, archiviata troppo frettolosamente da alcuni. Il Gruppo consiliare della Lega si è polverizzato, Forza Italia è passata all’appoggio esterno, soltanto Fratelli d’Italia è rimasto a presidiare l’amministrazione facendo da scudo al sindaco.

Lo spiegone

Foto © Stefano Strani

Frosinone è un capoluogo di provincia ed ha una valenza importante, soprattutto dal punto di vista politico. Quello che politicamente succede nel Capoluogo inevitabilmente va a finire sul tavolo provinciale e soprattutto regionale. Proprio in Regione Lazio il centrodestra governa da quasi 3 anni, nella logica storica con Fdi-Lega e FI. È lo stesso centrodestra unitario che ha determinato la vittoria di Riccardo Mastrangeli alle elezioni del 2022. Nel corso dei 30 mesi di Governo del Capoluogo, la maggioranza è riuscita nell’impresa di perdere lungo il percorso ben 8 Consiglieri comunali. Di questi ben 6 sono passati all’opposizione: operazione certificata con il voto negativo al Bilancio dell’altro giorno.

Tra i Consiglieri eletti con il sindaco Riccardo Mastrangeli e ritiratisi sull’Aventino, ci sono anche i 2 consiglieri di Forza Italia: Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo. Potrebbe entrare a breve nel Gruppo azzurro anche il consigliere Christian Alviani, attualmente nel Gruppo Misto.

Se Forza Italia entra in distonia con un sindaco di centrodestra, comunque fa rumore. Specialmente se questa cosa accade a Frosinone. Poteva votare no al Bilancio, non sarebbe stato scandaloso viste le premesse. Ha optato per l’astensione. Quell’astensione è un chiaro segnale di disponibilità al sindaco (e agli alleati) a negoziare. Ancora.

Astensione e disponibilità azzurra

Pasquale Cirillo (Foto © Massimo Scaccia)

Nel breve periodo Mastrangeli ha tamponato l’emergenza della insufficienza dei numeri facendo entrare organicamente in maggioranza 3 consiglieri provenienti dall’opposizione (Campagiorni – Caparrelli e Turriziani). Più l’appoggio esterno del Gruppo dell’ex sindaco Domenico Marzi.

Ma nel medio e soprattutto nel lungo periodo la “questione” Forza Italia pesa e continuerà a peserà sulla scrivania del primo cittadino. Se non risolta. In un modo o nell’altro.

Quello di Forza Italia tuttavia non è solo un problema di Mastrangeli ma se ne dovranno fare carico, pro quota, anche gli altri 2 partiti della coalizione: FdI e Lega. Proprio FdI, che è l’azionista di riferimento della maggioranza Mastrangeli, consapevole della gravosità e pericolosità della “bomba ad orologeria” azzurra, tramite il suo Capo Gruppo in Comune il Consigliere Franco Carfagna, in sede dichiarazione di voto sul bilancio, si è assunto l’onore di dire “Un partito come Forza Italia se ha delle rivendicazioni deve essere preso in considerazione”.

“A livello regionale questa situazione nel bene o nel male dovrà avere una soluzione. Spero che questa condivisione si allarghi. Gli alleati storici è giusto che abbiano voce in capitolo“.

Rebuilding centrodestra

Riccardo Mastrangeli

Tradotto: bisogna ricostruire il centrodestra a Frosinone. Facile a dirsi. Tremendamente difficile a farsi. Perché le dinamiche politiche al comune sono andate troppo avanti, anzi sono state completamente stravolte. Nel centrodestra (come pure nel centro sinistra).

Perché Forza Italia chiede a Mastrangeli, quale presupposto imprescindibile per intavolare una “trattativa di rientro”, l’azzeramento della Giunta. Che Mastrangeli vede come i granelli di sabbia negli occhi. Insopportabile. E perché i rapporti personali sono ai minimi termini.

In ogni caso, almeno ufficialmente, tutti e 3 i Partiti del centrodestra devono industriarsi per ricreare l’unità perduta. Lo impone la coerenza politica, nazionale e regionale. La Ragion di Stato. Poi però, dietro la facciata ufficiale, ci sono anche le ambizioni, legittime, di ogni Partito. E anche quelle personali.

Unità perduta e ragion di Stato

A cominciare dallo stesso Mastrangeli. Il quale ad esempio potrebbe avere l’interesse a ricandidarsi, tra 2 anni, con un altro tipo di coalizione. Marcatamente civica e trasversale: quindi senza FI e con pezzi di centrosinistra. Di fatto l’istantanea della sua attuale maggioranza consiliare. Supportata dal contributo importante della lista Marzi.

Anche FdI potrebbe avere legittime aspirazioni a rivendicare una candidatura sindacale nel 2027: è il primo Partito a Frosinone, per percentuali di voti e di consiglieri comunali.

Chiaro che se la coalizione di centrodestra si ricompone, Mastrangeli potrebbe vantare comunque una sorta di “diritto di prelazione” a ricandidarsi (è il sindaco uscente). E la Lega evidentemente dovrebbe tifare per questa soluzione.

Ma se non si ricostruisce in tutti i suoi effettivi, (con dentro Lega – FI – FdI) e qualcuno si smarca, si determina una sorta di “tana libera tutti“. Ed a quel punto i meloniani potrebbero avanzare la propria candidatura di Partito a sindaco di Frosinone con maggiore determinazione.

Strategia e futuro

Foto: Ri Butov / Pixabay

Ma anche Forza Italia, se non ottiene l’azzeramento della Giunta potrebbe dire: “non ci (il plurale non è casaule) avete voluto”. E quindi avere le mani libere nel 2027. Ed allearsi con chi vuole.

Come è evidente dai fatti e dalle dinamiche politiche, il centrodestra nel capoluogo sarà impegnato nei prossimi giorni, a giocare una delicatissima e strategica, quanto fondamentale per il futuro, partita a scacchi. Dove sarà vietato sbagliare la benché minima mossa.

L’americano Robert James Fischer, detto Bobby, maestro e campione del mondo di scacchi nel 1972, una volta ha detto: “Il punto di svolta nella mia carriera venne quando realizzai che il Nero dovrebbe giocare per vincere, invece che destreggiarsi per il pareggio“.