Frosinone, la politica torna di scena: il Pd vuole contarsi, senza fare guerre

Da Memmina, tra le tagliatelle e i tesseramenti, parte la sfida per il Congresso provinciale. I sostenitori di Achille Migliorelli (Area Dem e Parte da Noi) chiedono una conta che definisca i nuovi equilibri di un pd che deve comunque essere unitario. De Angelis detta la linea: contarsi, sì. Sbranarsi, no.

Di solito, nella sala grande del ristorante da Memmina a Frosinone, si servono primi abbondanti, carni ben rosolate e vino rosso della casa. Niente cena ieri sera: il menù è stato tutto a base di politica. Al posto degli chef, la scena se la sono presa i colonnelli di due aree del Partito Democratico ciociaro: il gruppo del leader storico Francesco De Angelis riunito oggi in Area Dem, il comitato ‘Parte da Noi cioè i giovani che non stavano nel Pd e ci sono entrati solo perché Elly Schlein è diventata Segretario.

Riuniti per tracciare una rotta: quella che porta al prossimo Congresso provinciale. Dove loro hanno scelto chi sostenere: Achille Migliorelli, ex capo del movimento universitario Primavera Studentesca, giovane con il pedigree (suo nonno, del quale porta il nome, fu una figura storica del Pci ed a lungo sindaco di San Giorgio a Liri): faccia pulita, ma con le spalle larghe abbastanza da reggere le correnti e le polemiche.

Il ritorno della Politica, quella con la P maiuscola

Francesco De Angelis

Pienone delle grandi occasioni, presenti tutti i convocati. Prassi e rango dettano la scaletta. Il primo a parlare è Francesco De Angelis, che prende il microfono con l’aria di chi è tornato sul campo da gioco dopo aver disegnato la strategia in panchina. Lo fa con un tono pacato ma fermo: elogia tutti per l’impegno messo in campo nella campagna di Tesseramento che si è appena conclusa e che deve mettere fine ad un anno di veleni e polemiche spianando la strada verso il nuovo Congresso Provinciale con cui eleggere i nuovi quadri dirigenti.

Dice “Grazie per il lavoro che avete fatto: non solo per la componente ma soprattutto per il Partito Democratico: abbiamo superato le 8.500 tessere e ci sono molti nuovi iscritti. Veri. Sono venuti fisicamente ai gazebo per iscriversi, non ci sono forzature né tessere fantasma. Grazie per la mobilitazione che siete stati capaci di realizzare. È un segnale per tutti: se c’è il Pd, c’è anche la sua base, è viva, risponde, ma il Pd deve esserci e deve saperla mobilitare.

Il leader detta la linea: per Francesco De Angelis, Achille Migliorelli deve essere il prossimo Segretario provinciale “perché di quelle 8505 tessere Pd del 2025 noi siamo la maggioranza”. Si gira verso chi ha tenuto la contabiulità, tessera per tessera, sezione per sezione, giorno dopo giorno: guarda l’ex Presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini e domanda “Siamo al…?” Buschini risponde “59,2%”. Scatta l’applauso.

Tamburi di pace

Achille Migliorelli

De Angelis chiude il giro: “Allora si vada al voto, con grande tranquillità, con grande unità. Ci dovesse essere un confronto. Noi diciamo si ad un confronto e siamo aperti a qualsiasi tipo di confronto. Ma che veda Achille Migliorelli come prossimo Segretario Provinciale”. È un segnale di distensione agli avversari, quelli della componente Rete Democratica: non si parla più di conta all’ultimo sangue ma di una conta che deve definire un perimetro. E nel linguaggio politico è un segnale fortissimo.

Il messaggio è chiaro: basta guerre intestine. Il Congresso come conta e non come scontro. Per definire i pesi all’interno di uno stesso spazio. Sembra tornato il tempo della Politica nel Pd provinciale di Frosinone. De Angelis fa capire che dopo il Congresso deve esserci spazio per tutti nella nuova Segreteria: gli equilibri li stabilirà il Congresso con la sua conta. Senza equivoci, senza inciuci, nella chiarezza delle rispettive posizioni.

Daniele Leodori

È esattamente quello che accadde qualche anno fa nel Congresso regionale che ha eletto Daniele Leodori Segretario regionale del Pd: un Congresso nel quale tutti si sono contati fino all’ultimo voto ma da quella conta è derivato un equilibrio che ha portato fino ad oggi; tra alti e bassi ha generato una Segreteria Regionale unitaria e che riporterà alla candidatura di Roberto Gualtieri come sindaco a Roma e che porterà la prossima candidatura unitaria per le Regionali del Lazio. Fantascienza se paragonato a qualche anno fa. È lo stesso schema che ha portato Elly Schlein alla Segreteria collaborando oggi con il suo avversario al Congresso, Stefano Bonaccini.

Salera: “Il voto è sacro”

Achille Migliorelli ed Enzo Salera

Dopo De Angelis, tocca a Enzo Salera, sindaco di Cassino, uno che quando dice “ho sempre votato” ti viene da credergli. “Se la discussione di oggi è sul votare, io ho sempre votato nella mia vita. Anche quando ero il candidato designato ho accettato le primarie. Per me il voto è sacro”. Tradotto: nessuno ha paura della conta, basta che si faccia bene. E che dopo, si ricominci a parlare da adulti.

È un discorso maturo, da dirigente di Partito più che da capocorrente. Ed è una nota di stile dopo troppe battaglie combattute a colpi di post su Facebook e veleni da corridoio.

Grossi: la linea Schlein è la chiarezza

Danilo Grossi

Sul palco e tra gli interventi si sentono voci diverse ma la sinfonia è simile. Danilo Grossi, colonna dell’area Schlein, dice che è proprio grazie alla linea Elly che oggi il Pd può parlare di differenze senza sbranarsi. Chiede chiarezza: una linea politica chiara, un percorso lineare, una rotta sulla quale in prossimo Segretario provinciale possa manovrare senza dubbi né indecisioni. “Una volta eletto, il Segretario dovrà sapere con esattezza cosa fare e come muoversi. Non è più possibile che per ogni singola decisione debba prima fare dieci chiamate per sentire tutte le sensibilità interne: se la rotta è decida ed è condivisa ne guadagna il Pd che può agire con maggiore rapidità”

Per Grossi la chiarezza è l’elemento indispensabile per arrivare ad un cambiamento vero. Che si può fare attraverso un’unità che sia però vera e non di facciata. Quindi un cambio di passo nel solco di una linea politica chiara che consenta poi al Segretario di agire”. L’uomo del comitato Parte da Noi dice basta alle eterne discussioni: In questo ultimo anno e mezzo è arrivato Trump, è arrivata la crisi Stellantis, è arrivata la fine della guerra in Palestina. E noi stiamo ancora qui a fare lo stesso congresso del quale discutevano un anno e mezzo fa. Il Segretario eletto dovrà essere nella capacità di dare una linea forte e autorevole”.

La voce dei sindaci e dei territori

E l’ex deputato Nazzareno Pilozzi, altro veterano, annuisce e prende la parola. Armando Mirabella, tornato nel Pd dopo la parentesi con “Possibile”, è ancora più diretto: nel suo intervento spinge perché dopo avere ricostruito il Gruppo dirigente provinciale si vada a congresso anche al Comune di Frosinone per avviare la stagione che porterà alle prossime elezioni comunali del 2027. “Sono tornato in un Pd che finalmente mi sembra sia una comunità”. La parola “comunità”, a Frosinone, ha ancora un peso. E Mirabella sa usarla.

Poi prende la parola Giulio Conti, segretario Pd di Ceccano, reduce dalla vittoria alle recenti comunali con cui ha strappato la città al centrodestra. E la presidente del consiglio comunale Emanuela Piroli: una delle punte dell’area Schlein in provincia. Con loro anche il neo sindaco di Ceccano: Andrea Querqui. Tutti e tre a dire la stessa cosa, senza troppi fronzoli: “Il congresso serve a definire i pesi. Poi si parte tutti insieme. Come a Ceccano. Dove abbiamo vinto“.

In sala ci sono anche il sindaco di Giuliano di Roma, Adriano Lampazzi ed il sindaco di Paliano Domenico Alfieri. Nei loro interventi chiedono “Un Pd che sia in grado di rispondere alle esigenze dei territori e che sappia dialogare con chi li amministra, ascoltando le voci degli amministratori”. Da Pontecorvo è arrivata la dirigente regionale Antonella Caporuscio. Mette in chiaro un aspetto: da questo Congresso devono uscire indicazioni chiare per le prossime elezioni Comunali.

Buschini: “Seguiamo la regola”

Mauro Buschini (Foto © Gianluca Franconetti)

Ci mette il peso della Storia Mauro Buschini, l’uomo dei numeri ma anche della memoria Dem locale. Cita figure storiche del Partito, tra cui Italo De Angelis, uno di quelli che il Partito lo hanno fatto con la pelle e racconta: “Quando giovanissimo fui eletto segretario provinciale, di fronte ai miei timori mi disse: ‘Segreta’ segui la regola’. E io oggi dico lo stesso: si faccia il Congresso, si faccia bene, ci si conti con serietà”.

Poi affonda: “Io sono stato segretario con l’unanimità, con l’80% ma anche col 56%. Una volta vinsi contro Nino Gargano e il giorno dopo era il mio vice. Il Congresso non è uno scontro finale. È uno strumento per trovare la rotta”. È un altro segnale di riconciliazione a Rete Democratica ma anche ad Energia Popolare dell’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo.

A tracciare le conclusioni è il candidato Segretario. Achille Migliiorelli dice che “c’è bisogno di un cambio di passo”. In particolare ha puntato sul fatto che “bisogna lavorare sui giovani, la sala questa sera è strapiena ma non ci sono ancora abbastanza volti di giovani. Serve una maggiore condivisione con loro: se non si sentono ascoltati, se non vengono coinvolti, volgono lo sguardo verso un’altra parte“. È una stilettata al Segretario uscente.

L’aria è cambiata

Achille Migliorelli

Alla fine della riunione, lo capisci da come la gente si alza, si saluta, esce dalla sala con i giacconi sulle spalle e una sigaretta già in mano: l’aria è cambiata. Non è più tempo di pugnalate e rese dei conti. Non ci sono “franchi tiratori”, almeno non in prima fila. Il Pd di Frosinone si prepara a un Congresso che è conta, ma non guerra.

Tra una dichiarazione e l’altra, tra un ricordo e una proposta, si è intravisto un Partito che non si vergogna più di fare il partito. Che lancia segnali di pacificazione, che vuole contarsi per definire l’identità e la linea. E poi procedere unito su quel solco.