Frosinone: laboratorio politico o esperimento da laboratorio? 

A Frosinone, la coalizione del sindaco Mastrangeli si è trasformata in un'alleanza irregolare e fragile, con la presenza decisiva dell'ex avversario Marzi. Questa situazione ha generato confusione tra gli elettori mentre si cerca stabilità fino alle elezioni del 2027.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

A Frosinone, dove le alleanze politiche sono spesso più caotiche del traffico perenne di piazzale De Matthaeis, questa estate torrida sta regalando una delle stagioni amministrative più surreali della storia recente del Comune capoluogo.

Il sindaco Riccardo Mastrangeli, eletto nel 2022 con una solida maggioranza di centrodestra, oggi guida una coalizione che definire “trasversale” è riduttivo. Più che una squadra, sembra un mosaico di tessere disallineate tenute insieme dalla sola paura di far cadere la consiliatura prima del tempo.

Il quadro cambiato

I fatti sono arcinoti. Ben nove consiglieri comunali eletti nella coalizione di centrodestra con Mastrangeli tre anni fa, hanno deciso che il viaggio con il sindaco non faceva più per loro. E sono andati a sedersi sui banchi destinati all’opposizione. Il sindaco ne ha preso atto: non si è scomposto più di tanto, né ha mai fatto un vero tentativo di recupero dei Consiglieri “dissidenti” ed è andato avanti. Per la verità senza tanti particolari problemi. 

Come? Grazie a un’alleanza tanto irrituale quanto efficace: ha imbarcato Consiglieri che sono stati eletti nel centrosinistra. Anche se questo non gli ha garantito l’autosufficienza in Consiglio comunale per superare indenne lo scoglio della Prima convocazione, quando servono 17 consiglieri per la validità della seduta.

La maggioranza oggi è ferma a quota 16. Da lì non si schioda. Ecco allora che entra in scena l’ex sindaco Pd di Frosinone, l’avvocato Domenico Marzi. È stato l’avversario di Mastrangeli nel 2022 portandolo al ballottaggio, in teoria dovrebbe essere all’opposizione dura e pura. Invece ha deciso di sostenere l’amministrazione “per il bene della città“. 

Il patto di non belligeranza

Domenico Marzi e Riccardo Mastrangeli (Foto © Massimo Scaccia)

Un gesto nobile certo, ma che ha il sapore piuttosto prosaico di un patto di non belligeranza, utile a evitare il collasso della consiliatura. La sua lista civica, con quattro consiglieri, è diventata il vero ago della bilancia. Con la presenza o assenza in Aula e con il voto di astensione dei suoi, Domenico Marzi decide se le delibere possono essere approvate oppure no. Si è visto chiaramente nell’ultimo consiglio comunale. (Leggi qui: Baywatch in Comune: se Marzi diventa la ciambella di salvataggio del Sindaco).

Le elezioni Comunali del 2022 però le ha vinte Mastrangeli. Se questo non è un ribaltone, poco ci manca. Alcuni lo chiamano però laboratorio politico.

Tutto molto bello” avrebbe detto il leggendario telecronista sportivo Bruno Pizzul, nel raccontare le gesta della nazionale di calcio. La domanda delle cento pistole però è: questa strana coalizione “trasversale” è un modello replicabile anche alle elezioni comunali del capoluogo del 2027?  Oppure è solo un’anomalia figlia della necessità di andare comunque avanti fino al termine della consiliatura? 

La doppia chiave di lettura

Riccardo Mastrangeli (Foto © Stefano Strani)

Come ogni cosa che fa discutere, il caso Frosinone si presta ad una duplice lettura. Da un lato, l’alleanza trasversale ha garantito fino ad oggi stabilità in un contesto politicamente frantumato. E sta consentendo a Mastrangeli di raggiungere importanti risultati amministrativi. Dall’altro, ha generato confusione negli elettori che si ritrovano con un sindaco di centrodestra sostenuto da pezzi di centrosinistra mentre i suoi ex consiglieri e alleati lo attaccano dai banchi dell’opposizione.

Insomma, più che un laboratorio politico, Frosinone sembra un esperimento di chimica nemmeno troppo riuscito, con più di qualche errore di dosaggio dei reagenti. Se il 2027 dovesse replicare questo schema, lo dirà solo il tempo. E forse le dinamiche politiche a livello nazionale e regionale. 

Le bandiere sul Municipio di Frosinone

Certo è che una campagna elettorale a Frosinone del tipo “votate per me poi vediamo con chi governonon si è mai vista. Oppure, alla fine la politica forse tornerà nel suo perimetro naturale, con centrodestra e centrosinistra a contendersi il Comune,  come ai vecchi tempi. 

Perché  a Frosinone si può sopportare tutto: il traffico, le buche, i cantieri eterni, l’ascensore inclinato,  che non funziona, lo smog. Ma la confusione politica no. Quella, alla lunga, non la accetta nessuno. Né gli elettori di destra, che quelli di sinistra.