Frosinone, prove tecniche… di governo futuro

La "profezia" di Memmo Marzi e la relativa tranquillità di Riccardo Mastrangeli, con un'assise imminente che non darà scossoni

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Il margine di sicurezza per il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli è ampio. Se anche alcuni pezzi della maggioranza di centrodestra dovessero portare in Aula una mozione di sfiducia o pensassero alle dimissioni di massa, l’opposizione non firmerebbe. Mai. Impossibile contare su 11 firme (o voti) del centrosinistra con cui staccare la spina all’esecutivo.

Bisognerebbe, eventualmente, ragionare su altri numeri. E’ stato chiaro l’ex sindaco di Frosinone Domenico Marzi, nell’intervista (disconosciuta in alcune espressioni, mai smentita nella sostanza del contenuto) rilasciata al sito on line della provincia di Roma “La spunta” allorquando ha detto: “Mastrangeli arriverà alla fine del mandato e…. alla fine, anche noi abbiamo tutto interesse a farlo arrivare alla fine e faremo vedere che lo abbiamo tenuto noi in vita”.

Tutti convinti, Riccardo non cadrà

Che Mastrangeli arriverà alla fine della consiliatura nel 2027, ne sono conviti tutti in Consiglio Comunale. Anche perché a casa prima del tempo nessuno ci vuole andare, né il centrodestra e tantomeno il centro sinistra. E, in ogni caso, non ci sono motivazioni valide per l’interruzione anticipata del Governo Mastrangeli: né amministrative, né politiche (sufficienti).

Per questo motivo nel consiglio Comunale ordinario del 23 settembre prossimo alle 18.30 (convocato come al solito in seconda convocazione) con 13 punti all’ordine del giorno, non bisognerà aspettarsi nulla di straordinario. E nemmeno qualcosa dal significato politico particolarmente rilevante.

Mastrangeli dovrà solo prestare attenzione alla soglia di sicurezza degli ormai consolidati 16/17 voti della maggioranza. Utili ad approvare tutte le delibere. Si può arrivare anche a 15: tanto l’opposizione è innocua e non morderà più di tanto. Il ragionamento quindi ha un orizzonte temporale più ampio.

Lo spiegone ed il new deal azzurro

Antonio Tajani da Bruno Vespa (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)

Che Forza Italia stia assumendo una linea politica distinta su taluni temi, rispetto a FdI che è l’azionista di maggioranza del Governo Meloni ma anche in Regione Lazio ed al Comune Capoluogo è un fatto ormai acclarato e testimoniato dai fatti. Stesso atteggiamento nei confronti della Lega. Il new deal azzurro ha avuto un imprimatur impossibile da ignorare: viene dal Segretario Nazionale Antonio Tajani al termine di un confronto con Pier Sivlio a Marina Berlusconi.

La presidente del Gruppo Mondadori ieri ha avuto un incontro con Mario Draghi. E ci ha tenuto a farlo sapere. Draghi è uno che in Europa è sempre molto ascoltato ed in Italia conta ancora parecchio. La circostanza poteva essere anche tenuta riservata dai protagonisti. Nessuno lo avrebbe saputo mai. L’averla fatta veicolare all’esterno è un chiaro segnale politico. L’ennesimo. Che Forza Italia manda ai suoi alleati. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di sabato 14 settembre 2024).

Il segnale: Marina e Mario

Marina Berlusconi (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)

Cioè a dire che si sta ragionando per il futuro (ergo alle prossime elezioni politiche) ad un centro moderato, liberale, modernamente europeista. Che guarda con simpatia ai temi della diversità, dei diritti e dell’inclusione sociale. Il mondo della finanza globale non è estraneo alle dinamiche nazionali italiane: sono un asset non secondario per molti grandi investitori.

Anni fa quel mondo non impiegò molto a mettere alla porta uno come Silvio Berlusconi, accompagnandolo verso l’uscita a colpi di spread. E la posizione di Forza Italia è sempre più dissonante nel gruppo di maggioranza: in Regione Lazio il governatore Francesco Rocca non riesce a riunire la Giunta per l’ostruzionismo del gruppo di Forza Italia

L’architrave azzurro, e ciociaro

Maria Antonietta Mirabella

Mutatis mutandis. Se anche a  Frosinone alle prossime elezioni si pensasse ad un centro-centro destra – non alla coalizione tradizionale FdI-Lega-FI tutti insieme – gli azzurri potrebbero costituire l’architrave di un progetto politico ampio. Trasversalmente moderato, che potrebbe candidarsi a guidare il Capoluogo. In discontinuità con l’attuale amministrazione.

Di questo progetto, potrebbero fare parte, a pieno titolo, gli altri Consiglieri malpancisti, Maria Antonietta Mirabella, Giovanni Bortone e Anselmo Pizzutelli. Con quest’ultimo che con le associazioni e i residenti dello Scalo sta costruendo qualcosa di più di una semplice candidatura a Consigliere Comunale, la prossima volta. Inutile negarlo.

Malpancisti e FutuRa della partita

Teresa Petricca

A quel punto, sarebbe inevitabile coinvolgere nel progetto anche il gruppo FutuRa, dei Consiglieri Martino-Petricca e Pallone. Che in questi giorni sta dimostrando tangibilmente, con continue prese di posizione ufficiali, autonomia politica e di pensiero. Per nulla appiattito sulla maggioranza, della quale continua però convintamente a fare parte.

Purché non ci siano “derive” verso l’attuale opposizione. Con aperture, da parte del sindaco, a qualche consigliere di minoranza, anche solo uno, che dovesse servire a rafforzare ulteriormente i  numeri in aula. Necessità ad oggi, non rilevata.

Sardellitti dentro e la corazzata è servita

Il gruppo FutuRa alle prossime elezioni costituisce valore aggiunto. Per chiunque.  Perché porterebbe in dote i voti e le battaglie dell’associazioni medici per l’ambiente della quale Martino e Petricca sono i massimi referenti. Senza contare i contatti che il Consigliere Francesco Pallone sta costruendo con tutte le associazioni sportive del capoluogo, in virtù della delega gestita.

Ultimo, ma non per questo meno importante, il consenso che porterebbe alla causa l’ex Assessore Alessandra Sardellitti, che del gruppo FutuRa è la madre putativa. Una simile aggregazione elettorale FI- Malpancisti- FutuRa, più qualche ulteriore componente civica, farebbe “paura” a chiunque. A destra, quanto a sinistra. Ed il candidato sindaco andrebbe quasi sicuramente al ballottaggio.

Per questo, i prossimi mesi saranno interessanti per seguire le dinamiche d’aula, e non solo, non tanto per testare la tenuta della maggioranza. Quanto per capire, se un simile prospettiva potrebbe avere una scia.

Non chimica, della quale si è parlato nell’ultimo question time, ma la segnalazione certificata di inizio attività. Oppure appartiene al mondo, sempre fecondo, della fantapolitica.