Frosinone: quello che può accadere al Comune Capoluogo nel 2025

Le prospettive per l'anno che arriva e le sorti della giunta Mastrangeli tra vecchi e nuovi "avversari": come cantava Dalla

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Un anno esplosivo: si prospetta così il 2025 per Frosinone. Molto più effervescente dell’anno che sta per concludersi ed è stato a dir poco movimentato, dal punto di vista politico. Per il Sindaco Riccardo Mastrangeli e la sua maggioranza, gli scoppi che accompagnano i minuti del passaggio tra un anno e l’altro rischiano di rimanere sottofondo musicale di un’intera stagione.

Tutto, nonostante una circostanza appaia comunque chiara: a prescindere dalle dichiarazioni spericolate, a casa prima del tempo nessuno ci vuole andare. Né in maggioranza e tantomeno all’opposizione. Perché i tempi non sono maturi, troppe sono ancora le incognite e le incertezze: nessuno ha la squadra pronta, nessuno ha il sindaco unitario capace di trainarla. Da sconsigliare iniziative avventate. Perché Del doman non v’è certezza.

Scarsa chiarezza trasversale

Il municipio di Frosinone (Foto © Antonio Limonciello)

La scarsa chiarezza del fronte interno è assolutamente trasversale: parte da destra, passa per il centro, fino ad arrivare a sinistra.

Chiaro che nella remotissima ipotesi di ritorno anticipato alle urne, il sindaco uscente vorrà ricandidarsi per completare il lavoro già avviato. Ma questa volta, a differenza del 2022, non c’è la certezza di essere sostenuto dalla coalizione del centrodestra tradizionale formata da Lega – Fratelli d’Italia – Forza Italia. Anzi. I risultati maturanti nel 2024 nelle varie competizioni territoriali hanno detto che ora il vento soffia sulle vele dei Fratelli d’Italia e non più della Lega; il che ha indotto Giorgia Meloni a reclamare un riassetto delle candudature, senza tenere conto della matrice del presidente di regione o del sindaco uscenti.

Proprio questa circoostanza rende Frosinone contendibile da Forza Italia ed FdI al tavolo delle prossime candidature Comunali. Ed in caso di stallo, difficilmente qualcuno si scandalizzerebbe nel caso di candidature autonome o di bandiera. Ci sta cominciando a ragionare sul serio il Partito della Presidente Meloni. È confortato dai numeri che esprime sul capoluogo: è il primo Partito ed ha il gruppo consiliare più numeroso.

Fdi, la stanchezza dei pretoriani

Aldo Mattia

Ma anche dal fatto che FdI è stanco di recitare la parte della guardia pretoriana del sindaco e di dover parare sempre i colpi che arrivano a Mastrangeli da parte degli alleati (o ex) della coalizione.

Il sindaco non è espressione di FdI ma è un civico espresso dalla Lega. La lealtà e la responsabilità costituiscono senz’altro un valore. Ma non al punto di mortificare le aspettative interne.

Sono diverse infatti le aspirazioni in FdI a concorrere come sindaco del Capoluogo ciociaro. Il pensiero va inevitabilmente al presidente di AleS Fabio Tagliaferri già vicesindaco della città, all’onorevole Aldo Mattia storico dirigente nazionale di Coldiretti ed oggi dfeputato. Un punto di sintesi potrebbe essere anche la ex componente dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Cominale ed oggi presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio Alessia Savo.

Pizzutelli chiama Cirillo?

Angelo Pizzutelli (Foto © Massimo Scaccia)

Ragionamento speculare sta facendo in questo periodo anche Forza Italia, ma sganciato totalmente dalla coalizione di centrodestra. Il dialogo tra il capogruppo del Pd al Comune Angelo Pizzutelli ed il commissario cittadino di FI il consigliere Pasquale Cirillo sta andando avanti da mesi ed è ormai alla luce del sole. Chiaro che si sta provando a creare le premesse tra i due Partiti, per una candidatura condivisa nel 2027. O forse anche prima se necessario, sul cui nome far convergere anche realtà civiche ma trasversali.

Non a caso c’è un documento politico molto forte messo a punto dal Gruppo consiliare di Frosinone per i candidati alla Segreteria provinciale del Partito Democratico. Traducendo dal politichese: sono stanchi di sentirsi confinati come in una riserva indiana, quasi ci fosse paura per un nome qualunque di Frosinone che accede alle posizioni strategiche del Partito e possa reclamare ruolo e visibilità per il capoluogo.

Il dialogo con Forza Italia e con i movimenti civici è una piattaforma alla quale Angelo Pizzutelli sta lavorando a faro spenti da mesi. Il comune denominatore di questa intesa potrebbe portare a non presentare simboli di Partito alle prossime elezioni. Questo a llo scopo di non essere ancorati ad uno specifico elettorato. È comunque un progetto molto serio: se avrà le gambe per camminare autonomamente lo si capirà abbastanza presto.

La splendida solitudine dei socialisti

Vincenzo Iacovissi (Foto: Raffaele Verderese © Imagoeconomica)

Resta da capire se il PSI anche questa volta vorrà correre in splendida solitudine, con la certezza di fare solo la comparsa. O vorrà recitare un ruolo finalmente da protagonista, ovviamente alleandosi con qualcuno. La residenza stabile all’opposizione non aiuta certo il Partito a crescere.

Chiarito che alle elezioni immediate nessuno ci sta pensando seriamente, ma semmai in prospettiva, per la quale serve tempo, bisognerà governare la quotidianità del 2025.

Se il sindaco sarà concentrato parecchio sull’attività amministrativa finalizzata al completamento del programma, non potrà però fare finta di niente per quanto riguarda l’aspetto politico. Che in questo momento ha un nome un cognome e un ruolo ben preciso: Max Tagliaferri Presidente del Consiglio comunale.

La frattura Mastrangeli-Tagliaferri

Massimiliano Tagliaferri (Foto © Massimo Scaccia)

La frattura politica e forse anche personale tra Mastrangeli e Tagliaferri, costituisce un problema enorme per le dinamiche d’aula. Nelle settimane scorse il presidente del Consiglio comunale ha attaccato ad alzo zero il sindaco sollevando una polemica a mezzo stampa per i luoghi nei quali si è scelto di posizionare le luminarie di Natale. Nei giorni successivi c’è stata la seduta di Consiglio: su quasi tutti i punti si è astenuto, spianandio la strada ad un’opposizione incapace di aggregarsi e far andare sotto il sindaco. (Leggi qui: La maggioranza tiene ma Max ora è un problema. E fuori…. E leggi anche Mastrangeli mangia il panettone ma Max Tagliaferri è un caso spinoso).

Avere Tagliaferri allineato e coperto dalla propria parte, o non averlo, per il sindaco e la maggioranza fa tutta la differenza del mondo. Sia dal punto di vista numerico: Tagliaferri sarebbe il 17 esimo voto, quello che consente l’autosufficienza del centrodestra, garantisce la validità della seduta del Consiglio in Prima Chiamata (che convoca lui è bene ricordarlo). E che consente alla maggioranza l’approvazione di tutte le delibere in autonomia, senza il soccorso di qualcuno in opposizione.

Il problema va dunque affrontato e risolto, in un modo o nell’altro. La decantazione sine die o la scarsa chiarezza non serve a nessuno dei due. Non serve alla maggioranza, non serve alla città. Se proprio non c’è possibilità di “recupero” allora Mastrangeli dovrà necessariamente trovare il 17^ voto tra i banchi dell’opposizione.

Trovare consenso di volta in volta

Domenico Marzi (Foto © Massimo Scaccia)

In questo caso ha due strade. O cercarlo e trovarlo di volta in volta, confidando anche nel fatto che tra gli 8 consiglieri in opposizione ufficiale e gli 8 in opposizione ufficiosa, ancora non c’è una saldatura ed una comune condivisa ed unitaria azione politica. Potenzialmente incisiva e per questo pericolosa. Il giorno che questo dovesse accadere sarebbero veramente dolori per Mastrangeli ed i suoi.

Oppure, pensare di far entrare in maggioranza, più o meno ufficialmente, altri 1 o 2 Consiglieri attualmente in opposizione, per mettere definitivamente in sicurezza i numeri in aula.

Complicato che possa essere qualcuno del Pd o Psi. Più semplice pensare a qualche Consigliere della lista dell’ex Sindaco Domenico Marzi. Già ufficialmente collaborativa con Mastrangeli sui grandi temi e sulla TAV.

Lucio Dalla cantava “L’anno che sta arrivando tra un anno passerà. Io mi sto preparando, è questa la novità”. A Frosinone tutti si stanno preparando, anche se non è ancora ben chiaro a cosa.