
Il confronto decisivo tra massimalisti e riformisti Pd sarà balneare, cioè proiettato quasi certamente verso l’autunno
Tutto sommato la spaccatura “quasi ricomposta” da un punto di vista dei protocolli del Partito Democratico di Frosinone una sua ragion d’essere ce l’ha sempre avuta. A volerla prendere larga quella tra Rete Democratica ed Energia Popolare vs Area Dem e Comitato Parte da Noi è stata (e resta tuttora, ma con un minimo di accordo sulle regole di ingaggio) una fisiologica manifestazione di sano correntismo spinto.
Cioè di una cosa che sta nella natura quasi genetica del Pd e su una scacchiera dove i maggiorenti territoriali si muovono su base tattica. I Dem sono tattici fin dai tempi del Lingotto e quindi il collaudato “refugium” della dialettica come sale di un Partito composito a cui sta dando una rotta formale il commissario Federico Gianassi regge. Ovvio come i coltelli dietro la schiena restino, ma almeno ci si conterà.
Regge molto meno invece lo stallo tattico che in queste settimane Elly Schlein sta dando al partito in ordine a quella che molti definiscono la “Direzione dell’Ok Corral”.
Il confronto ed i temi chiave

Cioè l’atto massimo di confronto su due temi, uno formale e specchietto e l’altro sostanziale e di polpa. Il primo era e resta quello di una tirata di somme necessaria dopo i referendum di giugno, obiettivamente persi dai Dem massimalisti, a detta dei riformisti troppo in endorsement sulla linea di Maurizio Landini.
Il secondo è più profondo ed infido, perché rimanda alla grana grossa del leaderismo. Che significa? Che non sono pochi quelli che, tra le file dei bonacciniani di Energia Popolare (Antonio Pompeo nel Lazio) , credono (senza avere tutti i torti) che questo Pd sia caduto per parte maggioritaria in palese e dannosa contraddizione.
Cioè nello stesso trappolone che additava agli elettori come la peste che ammala gli avversari di Fdi e Lega, quello della mistica del capo e non del referente collegiale.
E’ arrivato il leaderismo
La politica mondiale e quella italiana stanno virando infatti da tempo verso una concezione leaderistica dei Partiti. Che non sono più (o sono molto meno) posti dove le idee interne si confrontano-scontrano, ma bacini di utenza a guida univoca, ambiti che rimandano più alle tirannidi benevole della Magna Grecia che al decisionismo corale della madre patria ellenica.

Dove quindi il carisma dei capi sopperisce la dialettica interna ed ammazza ogni velleità di soluzioni alternative. E’ abbastanza evidente sia come il fenomeno sia oggettivo che in quanto tale esso serva spesso come “movente” alle fronde per asseverare come la linea dei leader sia quella sbagliata, ma un fondo di polpa resta tutto.
Ed è quello, nel caso di specie del Nazareno, per cui Elly Schlein vuole un partito che le assomigli il più possibile. E che nell’assomigliarle il più possibile non sia espressione di una sorta di “governo” interno ma di una autocrazia maggioritaria.
Non prima del 20 luglio

Ora, essendo andate le cose maluccio con i referendum ed essendo questo Pd ancora troppo sperso tra viraggio ideologico spinto ed europeismo meno convinto del solito i riformisti chiedevano da tempo una Direzione. Che, richiesta da Simona Malpezzi, ci sarà ma non prima del 20 luglio.
Attenzione: nel calendario della politica estiva il 20 luglio è la porta di ingresso alla fase più languida ed inerte dell’estate, quindi a molti questa scelta è apparsa come una sorta di lancio della palla sugli spalti all’80° minuto da parte della Segretaria.
Uno stallo voluto che, par paradosso, coincide con la fine, almeno formale, dello stallo frusinate per rinnovare la segreteria di federazione. (Leggi qui: Fumata bianca (quasi): il Pd di Frosinone rompe lo stallo. E leggi anche Pax Democratica: il patto Leodori -Mancini cambia volto al Pd del Lazio)
Gianassi va a meta

Stallo tra Francesco De Angelis e Sara Battisti con Antonio Pompeo. Il problema come sempre è il timing: oggi i meccanismi della politica attiva sono faccende veloci, quasi immediate, spesso draconiane e comunque legate all’incedere di fatti che viaggiano più spediti della mire di traccheggio di leader in discussione.
Senza dimenticare che, come ha spiegato Maio Lavia su Linkiesta, c’è una situazione internazionale talmente composita e drammatica che servono punti fermi nei Partiti di maggior rappresentanza, nazionale ed europea.
Il problema tutto interno è poi che negli stessi bonacciniani non sono pochi quelli che tutto sommato non la vedono male, la dead line del 20 luglio.
Agguato balneare?

Questo perché un agguato balneare ha più possibilità di riuscire. Basti pensare solo a quello che hanno rilasciato ai media Lia Quartapelle e Pina Picierno. La prima così: “Il Pd è l’unico Partito strutturato in Italia, il che implica anche vivacità democratica. Certo, se gli organismi dirigenti si riunissero quando serve (per esempio per una valutazione del voto), ci sarebbero meno interviste. Se si soffoca il dibattito interno, questo poi emerge altrove”. La seconda in questa guisa: “Nel Pd ormai zero confronto. Il rischio è che diventi un club ideologico”.
Da un lato c’è chi considera Schlein in credito di carisma, dall’altro c’è chi la accusa di essere diventata troppo carismatica ma solo pro domo sua. E tra accuse di accentramento eccessivo e calendari balneari il Nazareno in format estate 2025 va, un po’ come la barca di Orietta Berti ma va. Non si sa bene dove e si sa poco fino a quando.