Il Consiglio Comunale di Frosinone dice che ora in Aula ci sono una maggioranza ed un'opposizione nuove. Profondamente diverse da quelle uscite dalle urne appena un paio di anni fa
Il Muro di Berlino è caduto anche a Frosinone. La divisione tra il blocco dei Partiti di destra e quelli di Sinistra non esiste più. Esattamente come profetizzato da Francesco Cossiga, il primo a vedere con straordinaria lucidità il significato della notizia appena data dal ministro della propaganda della DDR Günter Schabowski al corrispondente dell’ANSA Riccardo Ehrman il 9 novembre 1989.
Destra e sinistra non hanno più senso profetizzò il picconatore della Prima Repubblica, predicendone il suo imminente collasso. A Frosinone la rappresentazione plastica di quella profezia è andata in scena 34 anni e 20 giorni più tardi.
Frullatore a destra e sinistra
È accaduto durante il Consiglio comunale di venerdì sera, chiamato a rieleggere l’Ufficio di Presidenza. È l’organo che supporta l’attività dell’Aula, dei Gruppi e delle Commissioni consiliari. Lo imponeva l’Articolo 33 ultimo comma del Regolamento Comunale: “In caso di decadenza o dimissioni di un vicepresidente o di un segretario, si procede alla rielezione dei vicepresidenti e dei segretari”. In pratica: la Consigliera Alessia Savo si è dimessa poiché è stata eletta in Regione Lazio, lei stava nell’Ufficio di Presidenza e pertanto s’è dovuto rivotare l’intera squadra composta da due vicepresidenti (uno vicario) ed un Segretario di presidenza.
Votazione paragonabile al passaggio delle Forche Caudine: perché il quadro politico dell’Aula di Frosinone è talmente frammentato che tutto è possibile. In quanto 3 Consiglieri del centrodestra non hanno firmato il documento di rinnovo della fiducia al loro sindaco Riccardo Mastrangeli, i 2 di Forza Italia hanno dichiarato l’appoggio esterno, i 3 di FutuRa nei fatti si sono collocati sulla stessa traiettoria.
Cosa è accaduto nelle ore scorse e perché è il segnale che destra e sinistra non esistono più in Consiglio?
La votazione
Il candidato indicato dal Centrodestra per l’Ufficio di Presidenza è passato grazie anche ai voti di parte del Partito Democratico. Ed in candidato del centrosinistra è stato eletto grazie anche ai voti di Fratelli d’Italia..
Per spiegarla partiamo dai risultati. Il nuovo vicepresidente vicario al posto di Alessia Savo è il suo collega di Fratelli d’Italia Marco Ferrara che ha ottenuto 17 voti. Nel ruolo di vicepresidente supplente è stato confermato il Dem Norberto Venturi (13 voti). Segretari dell’Ufficio di Presidenza sono stati eletti Francesca Chiappini (della storica lista civica Per Frosinone) e Pasquale Cirillo (Forza Italia) entrambi con 11 voti. Resta fuori dall’UdP Andrea Turriziani (lista civica Marini) che doveva essere la stampella della maggioranza, pronto a varcare il Rubicone: per lui solo 8 voti.
Rivediamola al rallentatore. Diciassette voti a Ferrara, tredici voti a Venturi, undici voti ciascuno Chiappini e Cirilllo, otto a Turriziani. La geografia dice che i 3 malpancisti, i 3 di FutuRa, Partito Democratico, Socialisti e Domenico Marzi in persona portano 13 voti a Venturi.
Che Marco Ferrara è stato votato dal resto della maggioranza più Carlo Gagliardi, Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli ed Andrea Turriziani.
Pasquale Cirillo è stato votato dai Malpancisti, da FutuRa, e dal PD. Invece Andrea Turriziani è stato votato da Psi, Marzi e resto maggioranza.
Una maggioranza nuova
Nei fatti, la maggioranza sulla quale ora può contare il sindaco Riccardo Mastrangeli è radicalmente diversa da quella che era maturata con le scorse Comunali. Con lui sono passati Francesca Campagiorni (che ha aderito a Fratelli d’Italia), Andrea Turriziani (lista Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico, come da annuncio dei giorni scorsi). (Leggi qui: Frosinone, il Polo Civico è pronto a puntellare Mastrangeli).
Nei conti però c’è un voto in più: chi è il sedicesimo che ha sostenuto Marco Ferrara? E’ un voto arrivato per forza di cose dai banchi della minoranza. E poi: se si fa l’addizione dei voti riportati da Chiappini e quelli ottenuti da Turriziani si arriva ad un totale di 19. Che a questo punto sono i voti potenziali della nuova maggioranza Mastrangeli. Il dato politico è che la maggioranza c’è e che il sindaco Mastrangeli, come ampiamente preventivato, mangerà panettone e colomba per molti dei prossimi anni.
Ma c’è anche un’opposizione nuova. È quella che ha visto insieme i 3 voti malpancisti, i 2 di Forza Italia, i 3 di FutuRa e quelli di parte delle opposizioni. I 13 voti di Norberto Venturi ed altrettanto gli 11 voti di Pasquale Cirillo dicono che c’è la saldatura prevista nei giorni scorsi
Il tutto, al netto delle assenze registrate: Alessandra Mandarelli e Armando Papetti (Lista Marzi) e Cinzia Fabrizi (Forza Italia).
Dietro le rispettive strategie ci sono le impronte digitali di Fabio Tagliaferri (Fratelli d’Italia) e di Angelo Pizzutelli (Pd) che ha visto al suo fianco sulla linea del fronte due realtà come Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi che aveva sollecitato l’altro giorno dietro ad una tazza di té caldo. (Leggi qui: Il tè caldo con Cristofari e Venturi per interrompere il “facite ammuina”).
Ed è su questo elemento che ora andrà fatta una riflessione: perché entrambe la manovre, di Tagliaferri e di Pizzutelli, hanno dato il loro risultato.