
Sara Battisti con “Brandelli d’Italia” al Caffè Minotti di Frosinone. Nelle ore precedenti c'è stato il tavolo con cui Rete Democratica si è allargata a Marche, Umbria e Toscana. Il nuovo asse Ciarla - Battisti. E si vedono anche Scalia, Pompeo e Alfieri.
Non è stata “soltanto” un’iniziativa contro l’autonomia differenziata, la norma voluta dal Governo di Centrodestra che minaccia di creare un’Italia due velocità. E contro la quale il Centrosinistra si è mobilitato. Quella vista oggi all’ora dell’aperitivo nel Caffè Minotti di Frosinone è stato un segnale. “Brandelli d’Italia”, evento promosso dalla consigliera regionale Sara Battisti, è stata soprattutto una risposta politica alla “Svolta di Patrica”: il passaggio di Francesco De Angelis (presidente regionale e leader provinciale del Pd) alla corrente AreaDem con i due Dario: Franceschini e Nardella. (Leggi qui La svolta di Patrica: «Bruno, guardaci, siamo in AreaDem»).
Sara Battisti ha voluto con sé tre principali relatori: l’europarlamentare Camilla Laureti, la deputata Simona Bonafè e il capogruppo regionale Mario Ciarla. Per comprenderne la portata bisogna fare un passo indietro e guardare oltre lo scenario: c’è stata una riunione a precedere l’appuntamento di Frosinone. C’è stato lunedì e lo hanno chiamato ‘seminario politico‘: nei fatti è la risposta di Rete Democratica (la componente di Claudio Mancini della quale fa parte Sara Battisti) all’offensiva lanciata da Area Dem (la componente di Dario Franceschini e Dario Nardella, alla quale nelle settimane scorse ha aderito Francesco De Angelis con il suo gruppo di Pensare Democratico).
La riunione ha sancito l’allargamento di Rete Democratica: dal Lazio ora si ramifica nelle Marche e nell’Umbria ma anche in pezzi di Toscana. Alla riunione, hanno partecipato 5 Consiglieri regionali Pd del Lazio: Mario Ciarla, Sara Battisti, Rodolfo Lena, Eleonora Mattia e Salvatore La Penna. La presenza di Ciarla oggi a Frosinone suggella l’asse Ciarla – Battisti per il governo dei processi Dem all’interno del Gruppo in Regione Lazio. Soprattutto rende plastica la nuova maggioranza all’interno del Gruppo.
Rete Democratica nel Centro Italia

Per ora, non sarà uno scontro tra componenti dello stesso Partito. Ma si è creata una distinzione, con una prova di forza. Nessuno dei promotori ha preso parte all’iniziativa dell’altro. Entrambi hanno mostrato i muscoli. L’iniziativa “Brandelli d’Italia”, politicamente, ha sancito l’ingresso della regionale Rete Democratica in una ReteDem del Centro Italia.
Hanno partecipato, con forte interesse, anche tre esponenti di spicco del Pd ciociaro. C’era Francesco Scalia: già sindaco di Ferentino, presidente della Provincia, assessore e consigliere regionale, e senatore nel giro di un ventennio. È l’altro storico Francesco del centrosinistra ciociaro, oltre a De Angelis: già consigliere e assessore regionale, europarlamentare e presidente-fondatore del Consorzio industriale unico del Lazio.
Al fianco di Scalia anche Antonio Pompeo, due volte presidente dell’Amministrazione provinciale e comunale di Ferentino. Nonché leader di Base Riformista, corrente minoritaria provinciale, riappacificatasi (ma fino a un certo punto) con Pensare Democratico. La sua corsa alle Regionali a suon di voti, si è conclusa ad un soffio da quella di Sara Battisti che ha centrato la rielezione in una Regione di centrodestra anziché centrosinistra. Ora sono nella stessa stanza.
Il patto indigesto di AreaDem

Al Caffè Minotti, però, si è parlato di autonomia differenziata. Quella contro la quale si sono schierati sia Pensare Democratico che Rete Democratica. Con Sara Battisti c’era Luca Fantini, Segretario provinciale e fedele alleato. Così come Enrico Pittiglio, sindaco di San Donato Val di Comino e vicepresidente della Provincia. E tanti altri sindaci e amministratori dei piccoli Comuni. In rappresentanza del Partito, tra gli altri, c’erano anche la presidente provinciale Stefania Martini e il capogruppo provinciale Angelo Pizzutelli.
«Una legge sbagliata che divide il Paese e ne amplifica le disuguaglianze – ha premesso Sara Battisti -. Per questo insieme alla Cgil e alle altre forze politiche e civiche abbiamo avviato la raccolta firme per abrogarla. Oltre 250mila firme in 24 ore testimoniano quanto sia giusta questa battaglia. Anche a Frosinone è partita la mobilitazione, insieme alla federazione provinciale, ai Giovani Democratici e agli esponenti provinciali del comitato promotore».
Il Comitato nazionale promuove il No alla legge licenziata dalla Camera per l’adozione dell’autonomia differenziata: il “fiore all’occhiello” di Roberto Calderoli, oggi ministro per gli Affari Regionali, sin dai tempi della Lega Nord dura e pura. Oppure la “trave nell’occhio” della segretaria dem Elly Schlein. È stato riformato il titolo quinto della Costituzione: le Regioni possono chiedere allo Stato competenza esclusiva su ben ventitré ambiti d’intervento pubblico.
Contro l’autonomia differenziata

Si raccolgono firme, online e per strada, per chiedere al popolo italiano se la vogliono anche loro o soltanto certi Governatori del Nord. Viste anche le spaccature del Centrodestra al Centrosud: non ritenuto all’altezza di competere con Regioni del Nord che sono già tre le più ricche d’Europa e vorrebbero essere autonome.
Ma il Pd si batte anche contro l’altra riforma scottante del Premierato: elezione diretta del presidente del Consiglio, con un massimo di due mandati, e “depotenziamento” del capo della Stato, con compito di nomina e revoca dei ministri solo su proposta del SuperPremier.
Da Cassino non è mancato Danilo Grossi, dirigente nazionale del Pd e coordinatore del movimento Pop: la Sinistra del Pd, vicina alla consigliera regionale Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria di Elly Schlein. Da Ceccano sono arrivati i consiglieri comunali Andrea Querqui ed Emanuela Piroli: l’uno vicino a Pensare Democratico, con alleati in assemblea regionale e segreteria provinciale; l’altra, tra i primissimi schleiniani territoriali, nella corrente A Sinistra, che rappresenta come membro di assemblea nazionale e segreteria provinciale.
Frosinone, l’ombelico tra Nord e Sud

«Saremo nelle piazze per tutte l’estate per dire di No a questa legge – così la consigliera Battisti -. L’autonomia differenziata spacca l’Italia, oltretutto ora che ci sarebbe più bisogno di dare alle cittadine e ai cittadini un senso di protezione. Anche attraverso scelte del governo, temi importanti come la sanità e il welfare. Invece di un accentramento statale, si vuole delegare le Regioni e aumentare i centri di potere. Tra l’altro, differenziando molto la risposta alla crisi sociale del Paese e alla carenza dei servizi essenziali».
L’ombelico tra Nord e Sud, nell’occasione, è il capoluogo ciociaro. «Noi siamo ormai una provincia del sud e lo dicono i dati. Soprattutto quelli sulla disoccupazione giovanile, nonché sulle grandi crisi aziendali. Arriviamo dall’audizione che ho richiesto in Commissione regionale e sono molto soddisfatta della condivisione dei punti programmatici da presentare al ministro Urso: risorse per le infrastrutture dell’indotto, ammortizzatori sociali e piani di produzione certi. Delegare ancor di più alle regioni del Sud, significa ancora più fatica. Servono risposte dall’Europa, ma le richieste non devono diventare venti bensì restare una».
A proposito di Bruxelles, è intervenuta l’europarlamentare Camilla Laureti: vicepresidente del Gruppo S&D: l’Alleanza progressista dei Socialisti e dei Democratici. «L’autonomia differenziata crea cittadini di Serie A e B – sostiene -. Abbiamo superato le 250mila firme e, con questo andamento, dovremmo arrivare a mezzo milione a settembre. Per noi, Socialisti e Democratici, l’Italia è una e indivisibile. E i diritti devono essere uguali per tutte e tutti. Politiche che riguardano energia, scuola e sanità sarebbero divise in venti regioni. In Europa, però, si legifera sugli Stati».
«In Europa si legifera su stati, non regioni»

Cosa ne pensano a Bruxelles? «C’è una fortissima perplessità – ha fatto presente l’europarlamentare – perché, soprattutto tra quelle ventitré materie in autonomia differenziata, ce ne sono soprattutto alcune che sono politiche europee, come l’energia e l’ambiente. Non possono riguardare solo una regione o un paese. Sono politiche che, in realtà, non bastano neanche per l’Europa. Oggi ci confrontiamo con l’India, la Cina e gli Stati Uniti, contro continenti enormi. Dovremmo essere sempre più uniti e forti come europei, ma c’è qualcuno in Italia che vuole dividere le regioni tra Nord e Sud».
La deputata Bonafè, segretaria regionale del Pd Toscana, si è detta «molto contenta di essere alla bella iniziativa di Frosinone su autonomia differenziata e premierato, riforme che vanno contrastate. Lo abbiamo fatto con il lavoro parlamentare e continuiamo a farlo in mezzo alla gente. Stiamo spiegando perché siamo contro l’autonomia differenziata della “Legge Calderoli”. Spacca l’Italia, ma non fa male soltanto al Sud ma anche al Nord. Aumenta la burocrazia e crea regie inadeguate al posto di quella nazionale. È una legge antistorica, che aumenta le disuguaglianze nel Paese».
A proposito del Premierato: «Il presidente della Repubblica, figura tanto amata, viene relegata a fare il “notaio”. Non è una riforma per fare decidere i cittadini, come dice la premier Meloni, ma per far decidere tutto quanto al presidente del Consiglio di turno. Non è un caso che nessuno al mondo abbia un sistema come questo. Anche su quello, ormai in piena battaglia elettorale, ci prepariamo a chiedere al paese di darci una mano a respingere al disegno di legge incostituzionale».
«Devasta economia del Nord e Mezzogiorno»

Ciarla, capogruppo regionale del Pd, è membro della Commissione Bilancio e Federalismo Fiscale. Ha apostrofato politicamente: «È una battaglia fondamentale. Il centrodestra ha realizzato questo compromesso all’interno di una logica di scambio: il premierato a Fratelli d’Italia, l’autonomia differenziata alla Lega e la riforma della giustizia a Forza Italia. Sono tre riforme sbagliate. Parla il successo incredibile che sta raccogliendo la petizione contro l’autonomia».
Ha ricordato poi: «In Consiglio regionale, già a settembre scorso, avevamo presentato una mozione avversa. La Destra ci rispose che era prematuro discuterne, ma oggi è in evidente difficoltà con i loro governatori del Sud. Le legge “spaccaitalia”, oltre a fare danni all’economia delle regioni del Nord, è devastante proprio per il Mezzogiorno. Anche per la nostra regione, quella che ha la capitale d’Italia e pagherebbe la perdita di importanza e forza del Centro del paese».
A proposito del Centrodestra laziale? «Le posizioni assunte dal presidente Rocca sono pilatesche, visto che non intende richiedere le materie finché non ci sarà una destinazione diretta. Un atteggiamento politicamente ambiguo e sbagliato, perché non è che non succede si chiede l’autonomia differenziata. Dopo questa entusiasmante raccolta firme, ci prepareremo alla battaglia referendaria per raggiungere il quorum. Stavolta non funzionerà l’invito del centrodestra ad andare al mare, anche se solitamente non è che gli porti bene».
«Dibattito di livello ed estate militante»

Luca Fantini, segretario provinciale, ha ringraziato tutti gli ospiti: «Ci hanno consentito di fare un dibattito di ottimo livello, mettendo insieme tutta la filiera del Partito: dal Parlamento europeo alla Regione. Un grande ringraziamento a Sara Battisti per aver voluto questa iniziativa, che sta nel solco del lavoro che il Partito democratico sta facendo».
«La Segretaria Schlein ci ha chiesto di mettere in campo un’estate militante e rispondiamo già con la grande mobilitazione dei nostri circoli – ha aggiunto -. La raccolta firme continuerà per tutta l’estate insieme a tutto il coordinamento delle forze politiche, sindacali e associative, che dal primo momento hanno deciso di condurre questa battaglia che ci vedrà tutti insieme anche nei prossimi mesi».
E ha concluso: «Saremo insieme non solo nella costruzione delle condizioni per portare 25 milioni di italiani al referendum, ma anche nella realizzazione nazionale, regionale e territoriale dell’alternativa a queste Destre».