
Federico Gianassi ha incontrato separatamente Antonio Pompeo, Francesco De Angelis e Sara Battisti per valutare se esistono margini di ricomposizione nel Pd di Frosinone. Tutti hanno detto sì, ma il commissario ha mani legate: solo la Commissione di Garanzia nazionale può intervenire sul tesseramento. Serve una soluzione politica.
“Ci sono margini per una ricomposizione?”. L’onorevole Federico Gianassi, commissario per il Tesseramento del Partito Democratico a Frosinone, ha rivolto la domanda a Francesco De Angelis ed a Sara Battisti. Separatamente. Li ha incontrati a Roma, nel suo ufficio. Stesso luogo ma in momenti diversi. Non sono noti i dettagli della risposta: la sostanza si. Sia il presidente Pd del Lazio (leader della componente Area Dem in Ciociaria) e sia la consigliera regionale (leader della componente Rete Democratica sul territorio) hanno detto con parole diverse che “si, i margini ci sono”.
Nessuno sa se Gianassi ne sia stato felice. Con ogni probabilità non vedeva l’ora di sottrarsi al campo minato di Frosinone. Invece, così gli toccherà trovare una soluzione. Ma con ben pochi margini. Anzi, nessuno o quasi con il mandato che gli è stato assegnato. Perché?
La questione giuridica

Federico Gianassi è stato inviato a Frosinone per risolvere la frattura sul Tesseramento 2024. Ma su quel Tesseramento c’è già stato un ricorso ed un conseguente giudicato della Commissione di Garanzia Regionale. E l’unico che può intervenire è un organo di livello superiore. Che non è il Commissario e nemmeno il Segretario nazionale: ma solo la Commissione di Garanzia Nazionale. Un punto sul quale Gianassi ha convenuto con Antonio Pompeo, già presidente della Provincia e leader sul territorio della componente Energia Popolare di cui è coordinatore per il Lazio.
Allora cosa può fare il deputato fiorentino? Mediare una soluzione: ascoltare tutti i protagonisti e tentare di ricomporre i mille cocci del vaso.
Il riassunto

Un riepilogo di quanto accaduto finora è indispensabile. In Ciociaria, il mandato di Luca Fantini come Segretario Provinciale del Partito Democratico era giunto al termine. La guida del Partito è quindi passata alla Commissione per il Congresso, incaricata di traghettare il Pd fino all’assemblea in cui sarebbe stato scelto il nuovo gruppo dirigente.
Dall’estate scorsa, però, il Partito è entrato in una fase di forte divisione interna. Si è rotta l’alleanza storica tra Area Dem, la corrente di Francesco De Angelis e Mauro Buschini (ex presidente del Consiglio regionale) e Rete Democratica guidata da Sara Battisti e dallo stesso Luca Fantini. Quest’ultimo gruppo ha invece stretto un patto con Energia Popolare, la componente politica di Antonio Pompeo, già presidente della Provincia per due mandati e primo dei non eletti alle Regionali, con 15mila voti, subito dietro proprio a Battisti. In pratica: i due avversari si sono ritrovati alleati, i due storici alleati si sono ritrovati su fronti opposti

Il percorso verso il Congresso si è interrotto bruscamente il 23 dicembre. Quel giorno, Rete Democratica ed Energia Popolare hanno denunciato irregolarità nella seconda fase del tesseramento 2024: circa mille tessere sarebbero state distribuite in modo non conforme. Anche la Commissione Regionale di Garanzia ha dato loro ragione, accogliendo il ricorso e dichiarando che quel tesseramento è valido ai fini dell’iscrizione al Partito, ma non può essere utilizzato come base elettorale per il Congresso. Dopo avere denunciato le irregolarità, il 24 dicembre mezza Commissione Congresso si è dimessa, lasciando il Pd provinciale di Frosinone senza una leadership operativa. Fino all’arrivo di Gianassi.
Le soluzioni possibili

Se Sara Battisti, Antonio Pompeo e Francesco De Angelis avessero detto che non ci sono margini per una ricomposizione, Gianassi con ogni probabilità avrebbe preso cappotto e cappello salutando tutti e tornandosene a Montecitorio. Al suo posto, il Partito avrebbe inviato un commissario plenipotenziario ed a quel punto tutti sarebbero stati azzerati sine die.
Dire si alla trattativa lascia ampi spazi di manovra. Il dialogo tra Area Dem e Rete Democratica esiste, come dimostrano i Congressi di Federazione in Provincia di Roma ed a Latina: nascono da un Gentleman Agreement tra le due componenti. Ciascuna confermerà il suo Segretario Provinciale, uno per parte e nessun danno.
In quale direzione si potrebbe andare? Una delle soluzioni in mano a Federico Gianassi è lo schema utilizzato per lo scorso Congresso Regionale. In pratica? Tutte le componenti principali hanno indicato come Segretario Regionale Daniele Leodori ma ciascuna ha presentato una sua lista. In questo modo tutti si sono contati in maniera reale e tutti hanno avuto consapevolezza del proprio peso: da quei numeri sono nati gli equilibri successivi.
Serve un nome terzo

La cosa si potrebbe ripetere a Frosinone. Ma serve un candidato Segretario che possa stare bene a tutti. Non Luca Fantini e non Achille Migliorelli jr cioè i due contendenti fino a dicembre: occorre un nome terzo. Che in questa fase non può essere Antonio Pompeo nonostante la sua storia ed i suoi voti.
Le ipotesi a questo punto sono due: o un nome di Area Dem (che rivendica il voto per dimostrare la sua forza elettorale) che sia potabile anche per le altre componenti o un nome esterno ad Area Dem ma lasciandole in mano l’interruttore. Cioè numeri che consentano di staccare la spina in caso di rottura. Tertium non datur a meno di non voler ripetere il tesseramento o aspettare che prima o poi la Commissione di garanzia Nazionale si esprima. Ed in entrambe i casi ci vorrà molto tempo.