
A Frosinone l'area Progressista ha iniziato con largo anticipo a discutere ed in alcuni casi a scontrarsi in ottica elezioni 2027. Sarà forse un segnale che alla fine si possa trovare una sintesi?
Da 15 anni sugli schermi del Comune di Frosinone il centrosinistra proietta sempre lo stesso film: andare diviso alle elezioni. Ed il finale della proiezione è sempre lo stesso: il centrodestra vince e governa il capoluogo mentre il centrosinistra va all’opposizione e rimane a contare. Salvo poi rientrare in maggioranza dalla finestra: come in questa consiliatura.
I primi segnali in prospettiva elezioni Comunali del 2027 sono tutti concordanti e coincidenti. Confermano che anche tra due anni si assisterà allo stesso film. E il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli (più altri aspiranti tali), se la ridono.
Centrosinistra masochista

Lascia interdetti la capacità del centrosinistra di farsi male da solo, nel non riuscire a trovare mai uno straccio di intesa. Sembra quasi che non ci sia nemmeno la volontà di provare a vincere. Di giocarsi la partita del Comune. Tante sono le frammentazioni, i distinguo, le candidature plurime a sindaco che, puntualmente, si registrano ad ogni elezione nell’area Progressista.
È già abbastanza chiaro, viste le dinamiche dentro e fuori l’Aula consiliare, che il Partito Socialista presenterà una propria candidatura a sindaco nel 2027, svincolata dal resto della coalizione. Con assoluta certezza sarà, anche questa volta come nel 2022, il Consigliere Comunale Vincenzo Iacovissi a concorrere per la fascia tricolore.
Nel 2022 al primo turno Riccardo Mastrangeli per il centrodestra ha preso il 49.26% dei consensi. Mentre nel centrosinistra Domenico Marzi con 7 liste prese il 39.13%. Vincenzo Iacovissi con la sola lista Socialista il 5.90% e Mauro Vicano (che era stato il candidato sindaco in pectore per PD fino a qualche tempo prima) con 3 liste il 4.56%. Sommate tutte le percentuali di voto ottenute dell’area di sinistra al primo turno a Frosinone, si arriva al 49.59%.
Visti i numeri, le considerazioni, a posteriori, sull’ipotesi di una candidatura a sindaco unitaria nel capoluogo di tutto il centrosinistra, sono così ovvie da risultare banali.
Lo scontro Marzi-Stefano Pizzutelli

Per stroncare sul nascere ogni eventuale ipotesi di unità nel 2027, oltre alla posizione autonoma dei Socialisti si è registrato in questi giorni un “vivace” confronto tra l’ex sindaco Domenico Marzi e il Pd cittadino. Un confronto legato al sostegno (esterno) garantito dal gruppo Marzi al sindaco Mastrangeli, manifestato anche in sede di votazione del Bilancio di Previsione dell’ente.
In particolare con Stefano Pizzutelli che nel circolo Dem del Capoluogo rappresenta l’area della Segretaria nazionale Elly Schelein. “Credo che a questo punto, più che una distanza incolmabile, il sottoscritto e Stefano Pizzutelli sono separati da un abisso, sia sul piano politico che amministrativo” questo il Marzi pensiero. Ad oggi.
E’ vero che la politica è l’arte del possibile (e dell’impossibile) ma pensare ad una ricucitura del rapporto tra Marzi e Stefano Pizzutelli in prospettiva 2027, risulta veramente una impresa da “Guinnes world record“.
De Angelis, Angelo Pizzutelli e il nodo primarie

Per non farsi mancare nulla in casa Dem, una vulgata riporta di un incontro lo scorso fine settimana tra Francesco De Angelis (l’azionista di maggioranza del Partito in provincia) e il signore delle preferenze a Frosinone, già capogruppo al Comune e da qualche tempo dimissionario, Angelo Pizzutelli.
A mister 700 voti ad ogni elezione, sarebbe stato prospettato di candidarsi a sindaco del capoluogo del Pd ma passando attraverso le Primarie. In pratica, una specie di Giochi senza Frontiere dall’esito assolutamente incerto, dove non vince il più forte. Ma quello che viene scelto dal centrodestra: che sfruttando il Regolamento può condizionare il risultato.
Angelo Pizzutelli non conferma e non smentisce l’incontro (non ce n’è bisogno: è confermato). Ma tra i suoi fedelissimi giurano che l’opzione Primarie non gli abbia fatto fare salti di gioia. Perché il Capogruppo conosce alla perfezione le dinamiche politiche ed in particolare quelle del suo Partito: che spesso gioca a traversone.
Non c’è la cucitura
Da ultimo, ma non per questo meno importante, ancora non è stato possibile “apprezzare” in Consiglio Comunale una operazione di cucitura tra le varie anime dell’opposizione.

Quella originaria, formata dal Pd e Psi. E la nuova formata dal gruppo FutuRa e dai 3 malpancisti della prima ora: Pizzutelli, Mirabella e Bortone. In pratica quelli che hanno votato “no” al Bilancio. In questo scenario già ampiamente conosciuto, l’unica novità rispetto al passato è che i distinguo, le polemiche, le frammentazioni nel centrosinistra sono iniziate con 2 anni di anticipo, rispetto alla data delle elezioni.
Ragionando per paradossi, sarebbe un tempo certamente congruo (e utile), all’esito di tutti i confronti interni (anche duri) per provare a rimettere insieme i cocci, trovare la sintesi unitaria nell’area progressista. E tentare finalmente di vincere la “battaglia” delle Comunali.
La domanda è una sola: esiste questa volontà?