Scuolabus fermi da oltre un anno. L’amministrazione non si sbilancia, l’opposizione si prepara all’attacco, mentre la città aspetta risposte su un servizio che altrove è simbolo di normalità.
A Ceccano gli scuolabus sono ancora fermi. Da oltre un anno il servizio di trasporto scolastico non è più attivo e per il momento non è stato comunicato alcun piano di riavvio. Un silenzio che pesa, soprattutto sulle famiglie che ogni giorno devono trovare soluzioni alternative per accompagnare i figli a scuola.
L’assessore alla Pubblica Istruzione Francesca Ciotoli, che detiene la delega di riferimento, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali e la vicenda continua a restare sospesa, tra attese e domande senza risposta.
Cos’è (davvero) lo scuolabus

Il servizio di trasporto scolastico, per un Comune non è un semplice mezzo di collegamento. È una forma di diritto alla mobilità per gli studenti, uno strumento di inclusione sociale che garantisce la frequenza scolastica anche a chi vive nelle zone più periferiche. Per capirlo fino in fondo bisogna riportare il calendario indietro almeno di una quarantina d’anni: lo scuolabus serviva per consentire a tutti di poter arrivare a scuola in orario, evitando che quelli con la casa più vicina al centro scuola fossero favoriti rispetto a quelli che abitavano in periferia.
In molte città è considerato un pilastro dei servizi essenziali: riduce il traffico nelle ore di punta, contribuisce a limitare lo smog e aiuta le famiglie a conciliare lavoro e scuola. Sospendere o ritardare il servizio significa inevitabilmente creare disagi.
Ed a Ceccano — dove il trasporto è fermo da settembre 2024 — i disagi iniziano a farsi sentire da tempo.
Una storia che viene da lontano

La sospensione del servizio non è una novità. Era già accaduto durante l’amministrazione di centrodestra guidata da Roberto Caligiore, che motivò la scelta con difficoltà economiche e con la scarsa adesione da parte delle famiglie. Una decisione difficile, ma che aprì una lunga fase di incertezza.
Anche l’attuale amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Andrea Querqui aveva annunciato la volontà di rimettere in moto gli scuolabus. Era una promessa importante della campagna elettorale: farli ripartire “il prima possibile”, come simbolo di attenzione alle famiglie e di ritorno alla normalità.
Oggi, però, quella promessa resta ferma come i pulmini gialli nei parcheggi comunali. Ad oggi, non si conoscono né le tempistiche né la forma che il servizio potrà assumere. E ora, dopo mesi di silenzio, l’opposizione è pronta ad attaccare. Non solo per chiedere quando lo scuolabus tornerà a muoversi, ma — soprattutto — in che modo. Perché è un argomento che unisce consenso e disagio, promessa e aspettativa, quotidianità e politica.
Massa rompe il silenzio (su altro)

Mentre l’assessore Francesca Ciotoli tace, a parlare è stato Colombo Massa, consigliere delegato all’Ambiente, che ha firmato un comunicato fiume di risposta alle critiche dell’opposizione. Un testo tecnico ma dal sapore politico.
Massa ha ricordato che nella prima giunta Caligiore la delega all’Ambiente era affidata a un consigliere “a mezzo servizio” ed ha replicato alle accuse sulla gestione dei rifiuti e dei finanziamenti ambientali. Citazioni giuridiche, riferimenti al Decreto Legge 116/2025 e persino alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Poi la frase che ha fatto discutere: “Sbandierare paternità di finanziamenti senza che questi poi vadano a buon fine vuol dire sperperare fondi pubblici. Un minimo di vergogna non guasterebbe”. E infine la stoccata: ”In pochi mesi, secondo il vostro modo di intendere la politica, avremmo dovuto fare tutto quello che non siete stati capaci di fare in dieci”. Un tono tagliente, quello di Massa, che segna la volontà della maggioranza di non subire più passivamente gli attacchi della destra.
Un’attesa lunga, ma ancora aperta

La città intanto resta in attesa di capire non solo quando il servizio ripartirà, ma anche in che modo. Non si tratta solo di una questione tecnica o contabile ma di una prova di efficienza amministrativa che i cittadini osservano con crescente attenzione. Ogni giorno che passa, gli scuolabus fermi diventano una metafora visiva di ciò che la comunità aspetta: risposte, chiarezza e un segnale di ripartenza.
Perché a Ceccano, oggi, non è solo un motore spento a pesare, ma il tempo che passa senza che nessuno decida di girare la chiave.



