Gli stati generali della cultura e la timidezza della destra di Latina

La destra pontina deve avere più coraggio per salvare la sinistra dalla noia mortale in cui è finita perché esistono "le culture"

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.

(Giuseppe Tommasi di Lampedusa, Il Gattopardo).

La cultura è parola difficile da usare, cosa è colto e cosa no? A Latina ci giocano tanto con la cultura. Volevamo farci capitale italiana… della Cultura (sì capitale di Firenze, di Venezia, di Palermo, di Torino, di Trieste per tacere di Roma e Milano. Del resto noi abbiamo Pennacchi, loro solo Dante, Manzoni, Svevo).

Ora vogliamo farci promotori di Stati Generali… della Cultura da convocare per ordine sindacale con il primo caldo.

Il dilemma dietro le scelte

Nicoletta Zuliani

Trapela che il delegato agli eventi culturali del sindaco Matilde Celentano, Nicoletta Zuliani, avrebbe individuato Luciana Boccencello, un’artista locale, come referente per le arti figurative degli stati generali.

Bene, tra gli altri c’è lei, ma dietro queste scelte c’è un nodo “culturale”: possibile che la destra pontina piena di voti non abbia referenti culturali, paraculturali e affini? Possibile che non c’è un dandy liberale, un serio professore nazionalista, financo un papista in città?

La Zuliani viene dalle file della sinistra cattolica, da un PD che considerava troppo a destra, e quindi da il suo contributo come è giusto che sia. Ma ci vorrebbe una dialettica, ci vorrebbe una sensibilità a destra.

Di Giorgi: l’esempio “destro”

Giovanni Di Giorgi

Faccio un esempio di “destro” o, se preferite “non sinistri”: Giovanni Di Giorgi è stato sindaco di Latina, tra i fondatori di Fratelli d’Italia, ha una casa editrice di successo nazionale, perché non pensarci? Bruno Creo viene da una esperienza assessorile con Vincenzo Zaccheo alla Cultura, ove manifestò una certa vivacità. Lui conosce a menadito la pinacoteca comunale e il suo patrimonio celato: perché non coinvolgerlo?

Ma anche Maurizio Guercio qualche studio di architettura se lo è fatto ed una destra borghese-chiccosa-nazionalista la potrebbe rappresentare.

La destra cittadina, e lo dico da riformista di sinistra, deve non sentirsi seconda e non deve andare lontano.

La pace con Tiziano Ferro

Tiziano Ferro

Non solo ma più che gli Stati Generali della Cultura servirebbe fare pace con Tiziano Ferro che forse, visto che lo ascoltano in tutto il mondo, potrebbe aiutarci ad uscire dall’anonimato. Pensiamo all’effetto di un suo grande concerto in città per iniziare il percorso verso i 100 anni con le TV del mondo che tra uno zoom e l’ altro su di lui aprono su piazza del Popolo.

O allargano lungo le strade dritte e si vede il razionale travertino su colonnato che pare romano ma con 2000 anni di ritardo. Ci vorrebbe ardire, anche rispetto alla sinistra che Tiziano Ferro sono solo canzonette e venera il fascio-comunista Pennacchi per amore di totalitarismo.

I sacerdoti “delle Frattocchie”

Invece pare che qui la cultura sia una religione e i sacerdoti hanno tutti studiato alle Frattocchie (si fa per dire). Aprirei poi al pensiero liberale e allora perché non considerare quell’ eretico di ogni fede senza se e senza ma che è il socialista Massimo Passamonti ed il suo mondo molto British laburista ma certo non comunista?

Matilde Celentano

La cultura non esiste, esistono le culture e le culture non si istituzionalizzano, e non hanno esclusive ma sono dentro discussioni infinite per loro stessa natura. La destra pontina deve avere più coraggio per salvare la sinistra dalla noia mortale in cui è finita.

Due povertà in una città sola sono troppe. Caro sindaco: si doti di un assessore alla Cultura, uno che ha girato ma che conosce le radici di questo posto bellissimo che di suo è inviso a tutti perché anarchico, come la cultura del resto.