Grandi manovre di Gualtieri e jolly Ruberti: per tenersi Roma nel 2027

Il sindaco si prepara ad archiviare il Giubileo ed ad avviare la strategia per il complicato bis in Campidoglio

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Albino Ruberti è davvero un po’ come “l’attrezzo unico” che si dava in dotazione assieme al Fal-Bm ‘59 se solo, decenni fa, si incappava in una naja un filino più operativa e non si finiva a fare il furiere struscione. Il nome diceva già tutto: era un attrezzo che serviva praticamente per smontare ogni parte del fucile d’assalto in dotazione alla fanteria prima del 1992.

E se Ruberti è “l’attrezzo” il fucile è Roma Capitale, e Roberto Gualtieri è il soldato. Soldato che si appresta, esaurito il discorso Giubileo, alla sua seconda campagna, dove il premio non è un quadrante, ma il Campidoglio bis a cui l’attuale sindaco di Roma aspira.

Per fare questo però Gualtieri aveva bisogno di un secondo maxi rimpasto e di uno spot di partenza, che secondo Roma Today ed Il Messaggero è Atac.

Tutto parte da Atac

Roberto Gualtieri

Insomma, andiamo a silloge: dopo l’estate partiranno le prime manovre per la campagna elettorale sulle amministrative della Città Eterna del 2027 ed il sindaco uscente pare voglia sistemare (rivoluzionare) un bel po’ di caselle, con un effetto domino che sempre a Ruberti porta.

Vediamo come: il nodo centrale è Atac: lì Alberto Zorzan è partente per Atm Milano e pare che a sostituirlo potrebbe essere Paolo Aielli. Che oggi è Direttore generale di Roma Capitale ed è una specie di pensionato irrinunciabile, nel senso che con il suo ultimo incarico aveva maturato quanto bastava per ritirarsi a pesca di carpe nell’Aniene, ma è troppo utile.

Con Aielli a capo di Atac il direttorato generale del Campidoglio, che è ruolo strategico per calare briscole pre-elettorali, resterebbe vacante. E chi potrebbe andarci in un posto dove servono nerbo, efficienza ed una buona dose di incazzosità operativa?

La casella vuota di Aielli

Albino Ruberti e Roberto Gualtieri (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Esatto, lui: Albino Ruberti, che in qualità di “city manager” sarebbe proprio come l’attrezzo unico per il Fal. L’uomo forte (in tutti i sensi) del fortissimo Pd romano lascerebbe a sua volta il suo attuale ruolo che è quello, molto protocollare, di capo della Segreteria di Gualtieri, e aridaje col domino per il 2027.

Perché, partendo sempre da Atac, c’è un altro dato da registrare. Lo enuncia benissimo Valerio Valeri su Roma Today: “Il Governo, infatti, ha chiamato Arrigo Giana, membro del cda di Atac, in Autostrade per l’Italia. Giana era colui che aveva sponsorizzato Zorzan, nel frattempo chiamato a Milano”.

Non è quello che sembra, cioè un mezzo casino, ma una sottile e complessa strategia di Gualtieri per piazzare gli uomini migliori al posto giusto proprio in vista dei mesi in cui gli serviranno truppe scelte per tentare il bis in Campidoglio, a prescindere da chi sia l’avversario in una città che Fratelli d’Italia brama come manna storica.

Nazareno stai calmo…

Claudio Mancini (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

E c’è un altro aspetto, questo più politico: Gualtieri è notoriamente e fortissimamente legato a Claudio Mancini, deputato dem dell’area Ex Ds, da sempre contrapposta nel caleidoscopio del Nazareno ad AreaDem di Dario Franceschini che ingloba gli ex Popolari-Margherita.

Ma adesso e per (ri)vincere a Roma a Gualtieri serviranno tutti i voti della convulsa galassia capitolina del Pd, perciò c’è aria di tregua.

E con tanto di libbra di carne. Quale? Quella rappresentata da un rimpasto in giunta che potrebbe portare nella stessa il franceschiniano Pino Battaglia.

Dichiarare… Battaglia

Dario Franceschini (Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica)

Che è stato già suo capo staff quando Franceschini guidata il Ministero della Cultura, consigliere provinciale con Nicola Zingaretti e consigliere comunale con Walter Veltroni.

Insomma, il perfetto uomo-mastice per sancire una “pax” che oggi potrebbe interessare a tutti. Perché tenersi Roma mentre a Roma ci sono arrivati un Palazzo Chigi e due Camere controllate del centrodestra è cruciale come forse mai prima.

Perciò da agosto si mixerà tutto: per tenere il correntismo del Pd a briglia almeno in tempo utile per vincere. E soprattutto per provarci davvero, a vincere: almeno in Campidoglio.