Gualtieri tra Rampelli che vuole il Campidoglio e i droni dell’altro Musk

Il bando da quasi mezzo milione per l’educazione affettiva e le prime avvisaglie della campagna per il voto 2027

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

La solita posizione di Roberto Gualtieri, una casella che un po’ lo rende come quegli eroi costretti a parare colpi da due destini, quello esterno e quello inside. Tutto aveva avuto origine con i droni, un nugolo di droni di ultima generazione che dovrebbero fare come si vede in quei reel fighi soprattutto cinesi. E con centinaia di piccoli velivoli coordinati da un software che in cielo disegnano figure mobili. Roba del bigoncio di Musk, non Elon ma suo fratello Kimbal, quello col cappellone vaccaro che sembra il cugino nerd di Walker Texas Ranger.

E che era arrivato in Italia a promuovere il suo format forte del fatto di avere un fratello che ormai comanda su tre quarti di mondo. Tutto bene fin quando il Musk “minor” aveva fatto il televenditore a destra, tanto che il Pd era mezzo insorto. Poi Kimbal era andato a proporre i suoi giochini in Campidoglio e i dem si erano trovati in imbarazzo. Come quelli che ridono dell’amico con la moglie cialtrona che poi scoprono che la medesima a cialtroneggiare ci andava con la loro, di moglie.

La lettura politica

Claudio Mancini (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Roba di fuffa, ma che in lettura politica si inserisce in un contesto nel quale il Sindaco di Roma inizia a vedere il suo prossimo orizzonte di sfida. Per cosa? Per una rielezione in Campidoglio che appare non difficilissima, ma che comunque inizia a far intravedere gli ostacoli. In primis quello inside, con Gualtieri che è del Pd e che segnatamente è del Pd che fa capo all’area del deputato Claudio Mancini.

Il che, in ottica dem, significa essere avvantaggiati da una parte ma vulnerabili da un’altra. E’ una faccenda antica, questa del Pd che spesso silura i suoi perché non sono d’area. E il rischio per Gualtieri c’è tutto, anche al netto dell’effetto Giubileo. Il secondo aspetto è quello canonico per cui gli avversari non stanno a guardare.

Ostacoli esterni ed inside

Enrico Michetti e Giorgia Meloni (Foto Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Giorgia Meloni vuole Roma come il pane, specie dopo aver preso la cantonata di indicare motu proprio l’evanescente Michetti alle elezioni del 2021. Ed esserselo visto briscolare senza troppo impegno da un esponente di quel generone romano lato Nazareno che lei tanto esecra.

Perciò e dopo la pace fatta al congresso per la guida di Fdi della Capitale, eccoti rispuntare nei giorni scorsi un evergreen delle sfide di settore: Fabio Rampelli, ex gabbiano, ex mentore della premier ed ex suo antagonista inside.

Per effetto dello slittamento dovuto al Covid Roma andrà al voto nel 2027. Perché il mandato quinquennale di Comuni come quello romano, “si esaurisce nel secondo semestre del 2026”. E secondo una circolare specifica “il rinnovo elettivo dovrà svolgersi nella finestra temporale ordinaria del 15 aprile- 15 giugno del 2027.

Due anni per Rampelli

Fabio Rampelli (Foto: Marco Ponzianelli © Imagoeconomica)

Ci sono quindi due anni secchi per mettere Gualtieri nella condizione di provare il bis e Fabio Rampelli in quella di battezzarsi antagonista official e provare a rimettere la destra in Campidoglio. E lui ha già iniziato, partendo dalla più classica delle battaglie ideologiche. Così: “Non passa inosservato lo stanziamento di ben 420mila euro da parte di Roma Capitale per un progetto sperimentale di ‘educazione affettiva’. Farebbero la differenza se impegnati nella riqualificazione di un quartiere”.

Benaltrismo in purezza ed attacco alla mistica gender, dunque, quella su cui Gualtieri conta per tenersi buona anche Elly Schlein e prendersi qualche migliaio di voti dem off shore.

Rampelli incalza: “Soprattutto non passa inosservata la presenza delle associazioni LGBT”. Qui il Vicepresidente della Camera dei Deputati ha deciso addirittura di scomodare Omero, dimenticando che il mondo cantato dallo stesso era LGBT ante litteram.

Come gli Achei penetrarono le mura di Troia, così il mondo LGBT tenta l’assalto alle scuole attraverso il cavallo senziente delle amministrazioni di sinistra. L’ideologia gender deve al contrario lasciare in pace i bambini, che hanno il diritto di conoscere attraverso i genitori il mondo degli affetti, senza ‘commissariamenti’ e interferenze.

La combo Sindaco-Pratelli

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Poteva mancare lo Spettro-Briscola per eccellenza? “Non stiamo in Unione sovietica, bambini e ragazzi vanno a scuola per istruirsi non per essere indottrinati dallo Stato. Restino distanti dalla scuola le teorie sul ‘cambio di sesso’ e sulla ‘fluidità di genere’ che stanno riducendo in poltiglia le differenze virtuose tra i sessi, sale dell’umanità. Giù le mani dalle creature”.

Dal canto suo Gualtieri va molto fiero del progetto, e non solo per fini di consenso, sia chiaro. E lo aveva presentato assieme all’Assessor* alla Scuola, Formazione e Lavoro, Claudia Pratelli. E’ vero: Roma Capitale ha investito 420 mila euro allo scopo “di sostenere iniziative delle scuole per favorire l’educazione emotiva, la cultura delle pari opportunità e il rifiuto della violenza di genere e di ogni forma di discriminazione comprese quelle ormai tanto diffuse nel mondo digitale.

L’Avviso Pubblico è stato pubblicato in questi giorni ed “è rivolto agli Enti del Terzo Settore (ETS), chiamati a presentare idee progettuali elaborate insieme alle scuole e agli insegnanti”.

La parole di Gualtieri

Roberto Gualtieri (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Il sindaco aveva detto: “Il bando consentirà di finanziare iniziative in tutti i Municipi attraverso una coprogettazione che coinvolge il terzo settore, le famiglie e tutta la comunità educante. Con questo progetto diamo una risposta alla domanda che ci arriva dalla società in cui viviamo e che risente pesantemente di fenomeni di violenza e discriminazione di genere. Come ci ricordano infatti le cronache, oggi più che mai, c’è un enorme bisogno di educazione socioaffettiva.

E soprattutto (o anche, senza essere biechi) c’è bisogno di iniziare a fissare una rotta ed un perimetro per il voto del 2027. Senza droni nel cielo ma con i piedi per terra.