GustAlatri 2025: la terra si riscatta, a colpi di gusto e identità

Un nuovo modo di proporre e vivere l’agricoltura: tra street food, cultura e orgoglio territoriale. L'idea del consigliere Mattia Santucci, la capacità di coinvolgere tutti dalla Regione al Gal alla Comunità Montana.

Antonella Iafrate

Se è scritto chiaro si capisce

Ad Alatri si scava con le mani nella terra ma stavolta per piantarci dentro un’idea nuova. Si chiama GustAlatri ed è più di un evento enogastronomico: è una dichiarazione d’identità. Il 25 e 26 ottobre, nel cuore del centro storico, Piazza Santa Maria Maggiore si trasformerà in un laboratorio a cielo aperto di sapori, storie, agricoltura e cultura.

Questa volta niente vetrine sterili o prodotti gourmet staccati dalla realtà: qui si celebra la filiera corta, la terra locale, l’artigianato agricolo che per troppo tempo è stato considerato marginale, quasi umiliante. «Per anni – dice il consigliere delegato all’Ambiente Mattia Santucci – l’agricoltura è stata vista come lavoro faticoso e degradante. Oggi esiste persino un Ministero per la Sovranità Alimentare: è il segno di una svolta culturale. GustAlatri nasce da questa consapevolezza».

L’innovazione dal passato

Mattia Santucci

Un tempo si fuggiva dai campi, oggi ci si torna con fierezza. GustAlatri è la prova di come l’agricoltura possa essere innovazione, qualità, bellezza, persino intrattenimento. Non è solo mercato contadino ma convegni, dibattiti, laboratori didattici, musica e soprattutto street food, per scoprire in modo diretto e gustoso il valore del chilometro zero. L’obiettivo è duplice: riscattare il valore del lavoro agricolo e dare al cibo locale il posto che merita: non sugli scaffali ma nelle storie di chi lo produce e lo trasforma.

Il progetto, finanziato da Regione Lazio tramite Arsial, è stato premiato per la sua capacità di unire ambiente, sviluppo sostenibile ed economia circolare. A coordinare l’evento, accanto al Comune di Alatri, ci saranno Coldiretti, l’Istituto Agrario “Sandro Pertini” e l’associazione Green Vibes. Un progetto che in Regione Lazio è piaciuto così tanto che direttamente l’assessore regionale all’Agricoltura Giancarlo Righini sarà ad Alatri in una delle due giornate di GustAlatri. È stato lui per primo a credere nella formula.

Ambiente e agricoltura insieme

Maurizio Cianfrocca

«È un traguardo importante per la città – sottolinea il sindaco Maurizio Cianfrocca – e un’ulteriore tappa in un percorso in cui ambiente e agroalimentare camminano insieme. Abbiamo creduto in questo progetto perché parla alla nostra gente, ma anche ai turisti: racconta chi siamo, cosa produciamo, come possiamo crescere senza tradire le nostre radici».

Al centro dell’iniziativa ci saranno eccellenze locali come il broccoletto di Alatri, la pomodorella di Pofi, l’aglio rosso di Castelliri, il peperone di Pontecorvo, il Cesanese del Piglio, l’olio extravergine locale. Saranno presenti aziende agricole, produttori artigianali, ma anche ristoratori, artigiani del gusto e operatori culturali. Una festa, certo. Ma con una direzione precisa: fare della cultura alimentare un punto di forza economico e identitario.

«Vogliamo creare sinergie – spiega Santucci – tra imprese, scuole, istituzioni e cittadini. L’agricoltura non è solo produzione, è paesaggio, salute, educazione. È un ponte tra passato e futuro».

Agricoltura sempre più moderna

Daniele Maura

Il vicepresidente della Commissione Sviluppo della Regione Lazio Daniele Maura ha evidenziato come l’agricoltura di oggi sia una lontanissima parente di quella che veniva esercitata in provincia di Frosinone soltanto qualche decina di anni fa. «I Piani di Sviluppo Rurale hanno disegnato un’agricoltura diversa, più moderna ed orientata verso la qualità. Bisogna crederci e soprattutto bisogna avere la passione per un mondo che consente di stare a contatto con la natura facendo produzione. GustAlatri ha, tra i tanti, un merito: quello di mettere in evidenza i risultati di quella passione e dicendo finalmente a voce alta che Agricoltura è Bello».

GustAlatri, insomma, non è la solita sagra. È un progetto con dentro una visione: riavvicinare la città alla campagna, il consumatore al produttore, la tradizione alla sostenibilità. È il racconto di un territorio che non vuole più chiedere scusa per quello che è, ma vuole brillare per quello che può diventare. A partire da ciò che coltiva. E da come lo racconta.