GustAlatri fa il pieno, ma non è solo una sagra: è un messaggio politico

Non solo assaggi e artisti di strada: GustAlatri 2025 ha portato in scena un’idea nuova di promozione del territorio. Prodotti locali, sostenibilità e centro storico hanno fatto da cornice a un evento che – senza scivolare nella solita sagra – ha saputo raccontare l’identità agricola e culturale della città in modo concreto e coinvolgente.

C’erano i fagioli, i broccoletti, le fettuccine con le uova bio: ma dietro GustAlatri non c’è solo una tavolata allargata al centro storico. C’è l’idea – riuscita – di riscrivere il rapporto tra la città e il suo territorio. E stavolta non a colpi di delibere ma di piatti.

Oltre duemila persone hanno affollato le strade del centro nel fine settimana, complici il meteo clemente e un programma che ha saputo mescolare bene i sapori locali con lo spettacolo: artisti di strada, degustazioni, prodotti a chilometro zero, menù inclusivi (gluten free compresi), e una sezione green che ha fatto parlare anche chi di solito guarda con diffidenza i festival a tema enogastronomico.

Il messaggio era chiaro: la terra è ancora viva. Basta darle spazio.

Sapori ma anche parole

Il sindaco Maurizio Cianfrocca ed il delegato Mattia Santucci tagliano il nastro con Aldo Mattia e Massimo Ruspandini

Non a caso, il Chiostro di San Francesco – normalmente luogo di quiete – è diventato per due giorni la sede di “Green Vibes”, un contenitore dove si è discusso di sostenibilità, artigianato e agricoltura locale. Non solo vetrina quindi ma anche occasione per pensare a come produrre, consumare e vivere meglio. Senza proclami, ma con esempi concreti.

Dietro le quinte, il lavoro del team allestito dal Consigliere Mattia Santucci è stato tanto. L’amministrazione comunale ha puntato sull’evento non come vetrina turistica (che pure c’è stata) ma come strumento per rimettere al centro il rapporto tra città e campagna. Non è un caso che a benedire l’iniziativa sia stato Giancarlo Righini, l’assessore che ha scelto di trasformare l’Agricoltura in una sfida per la sostenibilità e per la sovranità alimentare nel Lazio. E che al taglio del nastro fossero presenti Massimo Ruspandini, il deputato che ha fatto delle radici ciociare un manifesto elettorale. Ed Aldo Mattia, per anni direttore regionale nelle sedi strategiche di Coldiretti ed ora tra i collaboratori più stretti del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Il Lazio ci crede. E non è un caso che proprio Arsial, l’agenzia regionale per lo sviluppo agricolo abbia voluto sostenere la vetrina di GustAlatri.

L’oscar di Santucci

«Volevamo un format dinamico, coinvolgente, che valorizzasse il territorio senza scadere nella cartolina» ha dichiarato Mattia Santucci, consigliere con delega all’Ambiente. Tradotto: meno folklore da sagra, più identità consapevole. Non era facile, non era mai stato fatto, non si era mai visto ad Alatri.

Il risultato? Un evento che ha riunito e fatto il pieno senza scivolare nell’autocelebrazione. Che ha portato a galla il meglio del territorio ed ha lanciato un messaggio: Alatri può ancora raccontarsi attraverso ciò che produce, e non solo per ciò che ha perduto.

Nessun trionfalismo, nessun applauso facile. Solo una strada – quella tra le bancarelle e i vicoli del centro – che, per un weekend, ha unito agricoltura, ambiente e comunità.
E, forse, è proprio da lì che si può ripartire.