I due messaggi che Iannarilli invia al governo Cianfrocca. Tra le righe c'è un segnale di imminente rottura. Forse già dopo l'estate. L'ipotesi di un modello Ferentino e Veroli. Intanto il centrosinistra...
Primo telegramma: «Non posso in alcun modo accettare una lettura dei fatti che vede FdI alla spasmodica ricerca di una poltrona». Secondo telegramma: «Se le parole e i fatti dimostreranno l’intenzione irremovibile di mantenere la situazione allo stato attuale noi ci chiameremo fuori». Mittente: l’ex presidente della Provincia Antonello Iannarilli per conto di Fratelli d’Italia. Destinatario: il sindaco di Alatri Maurizio Cianfrocca con la sua amministrazione di centrodestra. Traduzione: in autunno si faranno le valigie e si andrà a nuove elezioni la prossima primavera.
La crisi del centrodestra al governo di Alatri vive l’ennesima tappa. Forse la penultima. Perché in politica le parole hanno spesso un significato doppio: uno in chiaro ed uno tra le righe. Nelle ore scorse l’ex presidente ed ex deputato ha detto che non gli interessano le poltrone ma pretende un cambio di passo, altrimenti i suoi Consiglieri ed il Capogruppo della Lega si chiameranno fuori. Tra le righe significa che dopo l’estate in quattro toglieranno l’appoggio al sindaco e nel corso dell’autunno li seguiranno altri. In questo modo l’amministrazione Cianfrocca cadrà per consunzione.
Dove eravamo rimasti
Un rapido riassunto delle puntate precedenti. Tre anni fa il centrodestra ha strappato Alatri al centrosinistra. Lo ha fatto con una coalizione nata già divisa: Antonello Iannarilli aveva detto da subito che per lui Maurizio Cianfrocca non era adatto caratterialmente a fare il sindaco. Una volta eletto, Cianfrocca gli ha restituito la cortesia dicendo alla maggioranza che se avesse votato Iannarilli come presidente d’Aula lui si sarebbe dimesso un secondo dopo.
I nodi sono venuti al pettine meno di un anno dopo le elezioni. Iannarilli e Fratelli d’Italia hanno iniziato a smarcarsi: giudicando in modo negativo l’amministrazione hanno voluto prenderne le distanze agli occhi della gente. Da lì in poi è stata una crisi dopo l’altra. (Leggi qui: Dacci oggi la nostra crisi trimestrale. E leggi anche Iannarilli: «Cianfrocca deve cambiare strada. Altrimenti ci pensiamo noi»).
Nelle settimane scorse, dopo che una parte della maggioranza aveva fatto saltare la seduta di Consiglio Comunale, c’era stato il faccia a faccia Cianfrocca – Iannarilli. (Leggi qui: La vittoria di Cianfrocca. E quella di Iannarilli. E leggi anche Cianfrocca senza maggioranza: il centrodestra va in frantumi).
La mossa della maggioranza per uscire dall’angolo sono state le dimissioni improvvise e per motivi personali rassegnate dall’assessore all’Ambiente Erika Santobianchi. Con una finalità precisa e dichiarata alla luce del sole: mettere la sua poltrona a disposizione di Fratelli d’Italia.
Niente poltrone, grazie
La doccia fredda la apre però Antonello Iannarilli. Niente poltrone, grazie. Scrive: «Se qualcuno crede che il problema di Alatri sia una poltrona, allora la strada rimasta da percorrere è davvero molto breve». Messaggio esplicito: resta lo stallo nella infinita trattativa che nemmeno l’addio di un assessore sblocca. Messaggio tra le righe: di fronte a “La strada rimasta da percorrere è davvero breve” cosa altro bisogna spiegare?
La manovra è ancora più sottile. Erika Santobianchi è stata sacrificata: Iannarilli non gioisce di fronte a quel sacrifico ma anzi passa dalla parte della vittima. Ringrazia l’ex assessore «per il lavoro svolto in questi anni riconoscendole stile e signorilità per la decisione sicuramente sofferta». Poi il monito. «Voglio sia chiaro e inequivocabile che Fratelli d’Italia non ha mai, e lo sottolineo, chiesto la poltrona della Santobianchi o addirittura voluto che la stessa lasciasse l’assessorato». E la stoccata. «Ci sono altri assessori che dovrebbero mostrarsi coraggiosi ed esaminare con grande attenzione ed in modo critico il proprio operato di concerto con l’intera squadra di governo cittadina». Cosa significa?
Lancia l’esca alla Santobianchi in vista delle prossime elezioni. Chiaro allora che sono molto più vicine di quanto si immagini. Ed aumenta il divario con il resto della Giunta.
Verso il nuovo vertice
Lo fa rifiutando l’assessorato. Facendo l’offeso: come se avessero voluto farlo passare per un accattone politico. «Non posso in alcun modo accettare una lettura dei fatti che vede FdI alla spasmodica ricerca di una poltrona: si tratta di una insinuazione mendace e fuorviante». Il carico da dodici: «All’interno di FdI non ci sono figure che scalpitano per un incarico, il nostro unico obiettivo, lo ribadisco da settimane, è rilanciare l’attività amministrativa e politica di una città ormai in stallo».
Iannarilli gira il coltello nella piaga. E ribadisce che questa amministrazione non amministra. Ed è per questo che lui ed i suoi vogliono starne lontani. «Il triste elenco delle delicate tematiche (circa 40 Ndr) delle quali è tempo di occuparsi lo abbiamo già consegnato al sindaco che è perfettamente cosciente di quali siano le nostre posizioni».
Si va allora verso il nuovo vertice. «La prossima settimana mi presenterò nuovamente all’ incontro con il primo cittadino. Siamo a disposizione per portare il nostro contributo. Richieste essenziali mosse da quattro consiglieri, appartenenti non soltanto a FdI». Infatti il quarto consigliere dissidente oltre ai meloniani è il capogruppo della Lega Giuseppe Pizzuti che secondo i rumors starebbe valutando l’ingresso nel gruppo misto abbandonando il Carroccio. Che così avrebbe due assessori con un solo consigliere.
«Situazioni – rimarca Iannarilli – che devono essere chiarite se si vuole dimostrare la volontà di correggere e migliorare l’attività amministrativa della città. Noi siamo pronti, lo siamo da tempo». Ma la chiusura è netta e definitiva. «Se le parole ed i fatti dimostreranno l’intenzione irremovibile di mantenere la situazione allo stato attuale, ossia senza risultati tangibili, noi ci chiameremo fuori. Non ci presteremo ad un perverso e sterile gioco delle sedie».
Insomma la situazione ora con un assessore dimesso è ancora più complessa. Parlare di caduta e nuove elezioni non è più tabù.
Come Ferentino e Veroli
Se cadesse la giunta di centrodestra, il centrosinistra (Pd e civiche più Polo Civico: 6 voti in Consiglio) oggi sarebbe preso alla sprovvista: troppo in fretta questa crisi. Nell’opposizione pochi credono che si arrivi alla rottura: sono certi che alla fine si troverà un accordo.
Ma da tre mesi qualcosa qualcosa sotto traccia si muove. Come dimostra una recente cena a Ferentino tra esponenti gigliati del Pd che avrebbero confermato ad amici di Alatri l’ipotesi che da mesi ha anticipato Alessioporcu.it. E cioè che anche ad Alatri si andrà alle urne con un assetto simile a quello registrato a Ferentino ed a Veroli: con ampi pezzi di centrosinistra e centrodestra uniti in maniera civica intorno ad un progetto rigorosamente amministrativo.
Il nome fatto al tavolo Dem di Ferentino durante la cena è stato quello del Segretario provinciale uscente del Pd Luca Fantini come possibile candidato sindaco di convergenza. Alatrense, giovane e in ascesa potrebbe rappresentare la grande novità nel panorama cittadino che non brilla per eminenti nuove figure politiche su entrambi i fronti. Una candidatura che faciliterebbe o complicherebbe l’attuale quadro in casa Dem? Perché gli orizzonti sono mutati. Fantini e l’ex presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini che lo lanciò in politica stanno ora su fronti interni contrapposti.
Il pallino è nelle mani del sindaco Cianfrocca che ora ha anche una situazione ancora più ingarbugliata da sistemare. Oltre alla crisi interna che dura da quasi tre anni (ad ottobre scade il suo terzo anno da sindaco) ora ha anche un assessore in meno. Quanto si può andare avanti così? O si trova l’accordo o il rischio è quello della lenta consunzione.