I segnali di Pompeo al Pd: «Basta con le lotte interne, è ora di cambiare»

Il coordinatore regionale della componente Energia Popolare del Pd lancia due segnali. Chiede al Partito di aprire gli occhi sui veri problemi. E sulle risposte da dare. In provincia chiede una tregua nell'eterno conflitto per il Congresso. Ed avverte sulle Comunali di Ceccano

Due segnali. Uno per il Pd nazionale ed uno per il Pd del Lazio. Ed un’esortazione al Partito in provincia di Frosinone. Guarda lo scenario da un orizzonte diverso Antonio Pompeo. L’ex presidente della provincia di Frosinone lo osserva ora dal suo nuovo ruolo di coordinatore regionale di Energia Popolare: è la componente nata a sostegno di Stefano Bonaccini all’ultimo Congresso Pd. Nelle settimane scorse si è organizzata e strutturata: ora la guida su scala nazionale il senatore Alessandro Alfieri, mentre nel Lazio la guida è stata affidata ad Antonio Pompeo.

Svegliati sinistra

Antonio Pompeo

È in questa veste che esorta il Partito Democratico a svegliarsi e cambiare la sua agenda ed i suoi slogan. Lo sollecita ad aprire gli occhi ed osservare le nuove emergenze che preoccupano gli italiani: chiede di «dare risposte sui temi dell’immigrazione e della sicurezza. Ma anche di saper parlare alle imprese». È un segnale dirompente. Perché chiede al Partito di essere più concreto e prendere posizione sulle cose pratiche, imponendosi una linea che oggi è evanescente e per questo non convince né il mondo dei lavoratori né il mondo produttivo.

Pompeo ha esortato a considerare l’avanzata dell’estrema destra nelle recenti elezioni in Germania: «deve far svegliare tutto il centrosinistra. Dobbiamo guardarci in faccia con coraggio. I Partiti sovranisti crescono, Donald Trump vince, la destra si radica perché il cosiddetto fronte Progressista è timido su tematiche fondamentali». 

Per Pompeo, il Partito Democratico nel Lazio deve riscrivere l’agenda delle sue priorità. Perché «Facciamo bene a tenere alta l’attenzione sui diritti, ma è arrivato il momento di dare risposte sulle tematiche che decidono l’esito elettorale. Vale a dire l’immigrazione e la sicurezza. Non possiamo lasciare questi argomenti ad una destra che cavalca le paure della gente».

Basta con le favole sui migranti

(Foto: © DepositPhotos.com)

In che modo riprendere l’iniziativa. Antonio Pompeo rimprovera al Partito Democratico di non dire cosa vuole e come lo vuole realizzare. Ma di tenere il piede in più scarpe per poter infilare poi quella con cui raccogliere più consensi. L’ex presidente della Provincia e dell’Unione Province del Lazio esorta: «Dobbiamo dire quello che faremmo noi, tenendo presente che il tema della sicurezza è reale. Oltre che percepito. Così come l’immigrazione incontrollata e clandestina produce situazioni di estremo disagio sociale. Non possiamo negare l’evidenza, dobbiamo invece occuparci di queste tematiche con i nostri valori, che sono quelli della solidarietà e di un forte spirito sociale. Ma se il Pd vuole tornare a vincere, non può chiudere gli occhi».

È la violazione di un tabù: per anni il Partito Democratico ha dato l’impressione di essere quello delle porte spalancate a tutti. Ma questo – evidenzia – sta facendo male sia ai migranti e sia a chi è ben disposto ad accoglierli. Le poltiche dell’accoglienza in molti casi non stanno funzionando e così si creano sacche di disperazione. Nelle quali germina la violenza.

Produrre ricchezza non è un crimine

Elly Schlein con la tessera Pd

Il Pd era nato per rappresentare un mondo che stava cambiando. Fatto non solo di grande masse operaie e salariate ma anche di piccole e medie imprese capaci di dare lavoro e creare economia. All’inizio c’era chi aveva storto il naso di fronte alla tessera data all’industriale Carlo De Benedetti. Invece era il segnale di un Partito che voleva rappresentare le esigenze di un Paese nel quale tutti viaggiano sulla stessa zattera.

Ancora oggi c’è chi lo rimprovera al Pd come se avesse voluto infilare le mani nella marnellata. Non accetta questa visione Antonio Pompeo. E dice «è arrivato il momento di mettere in campo una nostra ricetta economica che guardi pure al mondo delle imprese. La produzione di ricchezza e di profitto non è un reato: sta poi a noi conciliare tutto questo con la nostra idea di welfare, di Stato Sociale e di condizioni dei lavoratori. L’Italia sta facendo i conti con una evidente crisi industriale, produttiva e perfino di lavoro. A meno di non considerare il precariato un valore aggiunto. Alle favolette di una destra incapace di governare dobbiamo contrapporre la nostra serietà improntata al realismo».

Frosinone, basta prove di forza

I due candidati alla Segreteria di Frosinone, Luca Fantini ed Achille Migliorelli

A Frosinone intanto il Congresso provinciale è finita nella palude. La Direzione Nazionale della scorsa settimana non se n’è occupata. E non lo ha fatto perché non ne aveva competenza. A bloccare tutto è un passaggio giuridico: chi deve votare il nuovo gruppo dirigente provinciale? Chi è legittimato ad andare alle urne per scegliere il successore del Segretario provinciale uscente Luca Fantini? I Tesserati. Ma la Commissione di Garanzia del Lazio ha detto che da un certo punto in poi il tesseramento non è stato lineare in Ciociaria. Quindi? Tessere valide per stare nel Pd, solo alcune sono valide per votare.

A contrapporsi c’è l’area che sostiene il Segretario Provinciale uscente per un bis (Sara Battisti con i manciniani di Rete Democratica ed Antonio Pompeo con gli ex renziani ora confluiti in Energia Popolare). E ci sono le sensibilità di Area Dem (Francesco De Angelis, Mauro Buschini, Enzo Salera) e del Collettivo che fa riferimento al Segretario nazionale Elly Schlein che sostengono la candidatura a Segretario di Achille Migliorelli.

Antonio Pompeo

Lo stallo ha fatto saltare la prima finestra per il Congresso. Difficilmente ci saranno margini per centrare la seconda. «In provincia di Frosinone – dice ancora Pompeo – il Pd ha bisogno di politica, non di continue prove muscolari. Certamente il congresso va celebrato quanto prima, ma per farlo occorre attendere serenamente il giudizio della Commissione Nazionale di Garanzia. Il Congresso – conclude Antonio Pompeo – non può essere visto e vissuto come una eterna “guerra”. Ma come un’opportunità per definire i ruoli e poi però remare dalla stessa parte. Nessuno ce la fa da solo. Ritroviamo il senso di comunità».

Segni di cedimento

Angelo Pizzutelli (Foto © Stefano Strani)

Per il coordinatore regionale di Energia Popolare, in provincia di Frosinone «il Partito continua a mostrare importanti segni di cedimento. E temo che siamo solo all’inizio. Queste sono le situazioni sulle quali bisogna porre attenzione. È il caso di Frosinone Città dove nel Circolo si sono registrate le dimissioni da capogruppo di Angelo Pizzutelli e di sei membri della Segreteria».

Pompeo chiede di gettare la maschera, ammettere che il Re è nudo ed ha seri problemi politici. «E’ arrivato il momento che ci si domandi realmente il perché di quello che sta avvenendo nella città capoluogo. Di questo c’è bisogno se davvero si vuole creare una squadra competitiva e vincente a Frosinone partendo e valorizzando coloro che ci sono sempre stati e si sono sacrificati anche nei momenti più difficili».

A cascata sui Comuni come Ceccano

Andrea Querqui ed Emanuela Piroli

L’assenza di una guida e di una linea politica chiara sta iniziando a creare problemi anche nelle città chiamate al voto. Il caso emblematico è quello di Ceccano dove il centrodestra è crollato dopo l’arresto del sindaco Roberto Caligiore (Fratelli d’Italia) accusato di avere preso tangenti sugli appalti finanziati con soldi Ue. Il centrosinistra non si sta aggregando e ad oggi il Partito Democratico non ha ancora una linea unitaria. Da un lato c’è Andrea Querqui (Area Dem) e dall’altro c’è Emanuela Piroli (Schlein)

Per Antonio Pompeo a Ceccano «avremmo bisogno di unità vera e di un candidato sindaco condiviso. Ma più in generale siamo in una fase nella quale gli avversari, quelli veri, possono approfittare della nostra situazione di debolezza. Ecco perché, mentre aspettiamo le decisioni degli organi del partito, dobbiamo cercare di riprendere un cammino di Politica. E mi riferisco anche alla politica delle alleanze e all’individuazione delle tematiche che davvero interessano alla gente: il lavoro, il sociale, la sanità, la scuola».

Al di là dei contenuti. Quello lanciato da Antonio Pompeo è un segnale forte: di ritorno attivo sulla scena politica dopo le scorse Regionali nelle quali ha preso 15mila voti mancando l’elezione a causa della sconfitt del centrosinistra. Con una prospettiva che va oltre gli schemi. Ed un superamento dell’attuale quadro. Resta da capire se e quali risposte ci saranno: non solo da Area Dem.