Il Bilancio passa: 17 favorevoli ed i poli in frantumi

Il Bilancio di Previsione di Frosinone è stato approvato in quattro ore. C'è l'alleanza tra ex sindaci di centrosinistra e il sindaco Riccardo Mastrangeli. La maggioranza ha ottenuto 17 voti favorevoli. Critiche da Forza Italia evidenziano un distacco politico. La nuova geografia politica

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Quattro ore per approvare il Bilancio di Previsione del Comune di Frosinone: guadagnare un altro anno di amministrazione prima che si debba passare di nuovo per le Forche Caudine dei conti da approvare, demolire ciò che restava del centrosinistra e del centrodestra che nel 2022 si sono presentati alle urne eleggendo sindaco Riccardo Mastrangeli.

I conti passano senza difficoltà. La maggioranza è autosufficiente sul piano amministrativo: 17 voti a favorevoli, 9 i contrari e 5 gli astenuti. Sul piano politico è stato il voto che ha visto in sintonia tre sindaci: con Mastrangeli sono in asse i due ex sindaci di centrosinistra Domenico Marzi e Michele Marini che non hanno votato contro al Conto presentato da quello che era il centrodestra. E non è poco.

Il voto mette in chiaro un aspetto: oltre alle scaramucce ed i botti c’è ben poco di sostanza a logorare Riccardo Mastrangeli.

Fine dei poli

Anselmo Pizzutelli

Soprattutto certifica il definitivo passaggio all’opposizione dei Consiglieri eletti nella Lista del Sindaco Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella, del Consigliere leghista Giovanni Bortone, dei tre Consiglieri del Gruppo FutuRa Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone. Si astengono invece i due di Forza Italia: Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo

Al tempo stesso, il voto ha ufficializzato la dissoluzione del cartello che si era opposto al candidato civico di ispirazione leghista. Di quel polo Progressista resta ben poco. Il Gruppo dell’ex sindaco Domenico Marzi (presenti Domenico Marzi, Alessandra Mandarelli, Carlo Gagliardi, assente Armando Papetti) ed il Gruppo del suo successore Michele Marini (Andrea Turriziani) hanno aperto in modo ufficiale il periodo dell’appoggio esterno alla giunta Mastrangeli. Chi rimane coerentemente all’opposizione restano il Partito Democratico ed il Partito Socialista con i Consiglieri Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi (Pd) e Vincenzo Iacovissi (Psi). 

Il dibattito

(Foto © Massimo Scaccia)

Il Bilancio è stato illustrato dall’assessore al ramo Adriano Piacentini. Che mette in chiaro un aspetto: «Si tratta del primo Bilancio dopo i 12 anni di piano dal rientro del debito accumulato nei decenni da Frosinone. Ripiantati 20 milioni di debito. Le spese si attestano sui 60 milioni di euro». La maggior parte se ne va per il Personale (10,5 milioni) i Servizi Sociali con l’Assistenza ai Minori ed agli Anziani (1,8 milioni), le Strade (1,2 milioni), gli Asili Nido (1,1 milioni), le Scuole comunali e l’Ambiente (1 milione), la Cultura (1 milione).

Negli interventi è stato Marco Ferrara (Fratelli d’Italia) ad evidenziare che l’intero lotto dei Lavori Pubblici sia stato già finanziato. Dentro ci sono la nuova Scuola Elementare a Corso Lazio (4,5 milioni), l’ampliamento del cimitero (2,5 milioni), la nuova piazza Manlio Valchera, la ristrutturazione del Campanile (1,6 milioni) e la riqualificazione urbanistica di De Matthaeis (645mila euro). 

Domenico Marzi

Mentre l’ex sindaco Domenico Marzi definisce il perimetro di questa collaborazione con l’amministrazione Mastrangeli. Ci sono emendamenti presentati insieme come quello per la vendita dell’ex Mtc «primo passo della collaborazione ma deve essere chiaro che non siamo interessati ad entrare in maggioranza. Si tratta di un supporto di tipo amministrativo e non politico». Ci sono infatti obiettivi che coincidevano: «L’accorpamento degli uffici comunali in piazza VI Dicembre è da sempre un mio obiettivo».

Le critiche

Maurizio Scaccia (Foto © Massimo Scaccia)

È proprio quella collaborazione amministrativa a non andare giù a Forza Italia. Pensava di essere indispensabile al centrodestra di Mastrangeli ma nel momento in cui si è posizionata in appoggio esterno ha trovato altri pronti a rimpiazzarla. Così dà sfogo all’amarezza il Capogruppo Maurizio Scaccia che ha attaccato il sindaco ed il Gruppo FdI accusandoli di avere tradito il mandato degli elettori. «L’amministrazione è diventata di centrosinistra. Il nostro voto sarà comunque nel rispetto dei leader nazionali e questo nonostante coloro che hanno perso le elezioni ora siano divenuti i protagonisti dell’amministrazione. Forza Italia non vuole essere protagonista di questo fallimento. Hanno la responsabilità politica della fine del centrodestra che noi nei prossimi mesi cercheremo di ricostruire». È un passaggio chiave.

Lo intuisce al volo il Capogruppo di Fratelli d’Italia Franco Carfagna che non lascia cadere a terra il segnale. Propone l’apertura di un tavolo del centrodestra per recuperare la coalizione. È il vero segnale politico della serata.

Come lo è quello dato da Christian Alviani che è uscito da poco dalla lista dell’ex sindaco leghista Nicola Ottaviani ed ora interviene da Indipendente: «Il mio sarà un voto favorevole, un voto di responsabilità per la fiducia che mi hanno dato gli elettori». Non era scontato.

Petardi e non bombe

C’è poco di logorante sul piano politico. Molto è risentimento personale. Come l’intervento di Anselmo Pizzutelli che in apertura ha posto una questione pregiudiziale: «Il раrere dei Revisori è datato 4 febbraio 2025 ma il 7 marzo è intervenuta una modifica. Mi domando se sia regolare questo parere». Il presidente del Consiglio Max Tagliaferri mette la proposta ai voti. Non passa. Non poteva passare.

Tanto quanto è evidente che da ieri non siano sullo stesso piano Forza Italia e FutuRa. C’è un livello Regionale delle cose che impedisce agli azzurri di andare oltre l’appoggio esterno ed impone il loro rientro. Obtorto collo.