
I leader ci sono, basta metterci l'impegno dal basso senza dimenticare che la politica non è solo confronto: va elaborata
Fratelli d’Italia e il PD di Latina aprono i rispettivi confronti, pare che i due partiti che sono riferimento dei rispettivi blocchi tornino al bisogno del reale: del congresso, della sezione, della militanza, del rapporto con i leader. Certo tutto dentro un mondo in cui la sezione non si apre più sulla piazza del paese ma in una sua periferia.
La politica sente il bisogno della gente, ma resta invischiata dentro una comunicazione che prescinde dalla presenza fisica. Fratelli d’Italia conta 7000 iscritti in provincia e una pattuglia di amministratori, il Pd che gli scritti li fa on line e ne raccoglie intorno a 2000. Mi direte, ma sono pochi.
Una forma di “egoismo”

Insomma, visto che la militanza è l’unica forma di volontariato che non viene considerata generosa verso la città ma egoistica verso se stessi i Partiti non vengono letti come incontro di volontà, ma gradini di carriera. Latina poi, intesa come provincia, ha ancora i residui dei Partiti che erano la spina dorsale della vita collettiva, ma stanno ai margini.
Quanto contano i consiglieri comunali rispetto agli assessori, che peso ha la sezione rispetto ai sindaci. Il blocco tecnico dei bilanci si paga con l’inagibilità politica. A Latina il bilancio del Comune, ma è solo un esempio, non era emendabile dalla minoranza, ma non lo è stato neanche dalla maggioranza, insomma prendere o lasciare.
Confronto ed elaborazione

I Partiti riscoprono il confronto ma debbono anche riappropriarsi della elaborazione della politica. Un momento su cui al di là delle parti dovrebbero riflettere sia Nicola Calandrini, sia Omar Sarubbo. Cito i responsabili dei due partiti capolfila ora dei due blocchi ma li cito per tutti.
Si voterà ad Aprilia, seconda città della provincia, 70.000 abitanti (più di Frosinone e Rieti) si potrebbe provare a giocare nel campo della militanza, per tornare alla politica prima che al governo.
Il test di Aprilia

Il confronto è tra i leader, servirebbe un confronto con i leader. Claudio Fazzone, Claudio Durigon, Nicola Calandrini, Nicola Procaccini, Salvatore De Meo sono espressione di una classe politica, in questo caso del centrodestra, articolata e numerosa.
Che potrebbe veicolare il ritorno alla politica rispetto alla amministrazione, a cosa sarebbe utile? A darsi un disegno nuovo a fronte di un declino oggettivo della comunità.
I leader ci sono, basta metterci la militanza … Che ce vo.