Il cambio di passo per il Consorzio Industriale

Via al Bilancio del Consorzio Industriale. Ma è molto di più dell'approvazione dei conti. È la fina di un'era. E soprattutto l'inizio di un'altra. La mission per il 2024: equilibrio nella gestione. Le sfide del 2025: allargare la base, coinvolgere tutti, puntare sulle nuove frontiere

Come il cambio di scenario al teatro. Si chiude il sipario su una scena, si riapre su un palco che è lo stesso ma la scenario e la storia sono del tutto diverse: anche se fanno parte dello stesso racconto. Nella Sala Tevere della Regione Lazio oggi si è chiuso il sipario sul Consorzio Industriale del lazio di Francesco De Angelis e si è riaperto su quello del professor Raffaele Trequattrini. Sono due Consorzi diversi anche sul piano formale sono la stessa cosa. Come il palcoscenico del teatro.

I due Consorzi

Francesco De Angelis

Sono diversi i due Consorzi. Quello di Francesco De Angelis era la fusione tra i 5 presenti fino a quel momento nel Lazio. Ormai superati dal tempo e dai numeri. Privi di senso in un mondo nel quale le viti si fanno in una parte del mondo ed i tasselli nei quali avvitarle arrivano dal lato opposto e distante migliaia di chilometri. Non aveva più senso un consorzio industriale a Gaeta che si occupasse del porto ed uno a Cassino che facesse l’Automotive: ma nessuna delle aziende Cassinati produceva componentistica per le barche e nessuna auto partiva dal porto di Gaeta, raggiungendo Cina ed Americhe da quello di Salerno.

Il Consorzio di De Angelis è stato la fusione. E la creazione di un’unica realtà capace di sviluppare gli asset industriali del lazio nel loro insieme, in maniera armonica e bilanciata. Il consorzio del professor Trequattrini è invece l’applicazione pratica di quella visione, la fine del rodaggio e la messa su strada. Con l’obiettivo di percorrere a tutta velocità la strada per la crescita e lo sviluppo.

Nel mezzo, tra una fase e l’altra, c’è stata la chiusura di sipario e l’apertura. Cioè l’approvazione dei conti fatta oggi dall’Assemblea Generale dei Soci riunita in Sala Tevere della Regione Lazio con la presenza di oltre il 60% degli aventi diritto al voto, sia in presenza che da remoto. Finisce un’era, ne comincia un’altra.

Il Bilancio

Il Commissario ha ringraziato l’assessore Angelilli l’ex presidente De Angelis

Dice molto il Bilancio approvato oggi. Lo ha messo a punto il professor Trequattrini ma le cifre sono quelle lasciate da De Angelis. C’è un segno meno alla fine della riga dei totali: il Consorzio è andato sotto. Non è segno di cattiva gestione. Allora?

La perdita di esercizio approvata oggi e ripianata con l’approvazione del Bilancio è una perdita tecnica, prevista e preventivata. Cosa significa? Che il Consorzio di De Angelis ha messo insieme i 5 che c’erano fino a quel momento creando un colosso ma al tempo stesso ha acquisito anche le loro esposizioni. Che si sono sommate. Era previsto. Ora si chiuse e si riparte. Anzi: si parte.

Diciotto pagine, una serie di tabelle con cifre ed analisi che le spiegano. Forniscono ai soci la chiave di lettura su quello che c’è, come ci si è arrivati, cosa si sta facendo e dove si vuole andare. Nascondendo nulla: il professore individua sette potenziali fattori di rischio per il Consorzio. Nessuno di loro è direttamente connesso all’attività. Tutti sono fattori esterni. Ad intralciare lo sviluppo del Consorzio e della sua mission potrebbe essere il cambio di andamento dell’economia del Paese, una diversa politica monetaria, l’aumento dei prezzi delle materie prime, i ritardi che sono spesso connessi al settore Pubblico dal quale in larga parte il Consorzio oggi attinge le sue risorse.

Dove stiamo andando

L’idea del Consorzio unico è buona per il prof e per questo sostiene che “Occorre proseguire l’opera di unificazione iniziata. E completare quella di messa in sicurezza dell’ente, razionalizzando le strutture e i processi, creando un assetto statutario e organizzativo allineato all’evoluzione delle attività istituzionali e alla ricerca dell’efficienza“. Che significa?

Che per essere un vero Consorzio bisogna alleggerire la parte Pubblica e coinvolgere di più i privati con i loro patrimoni di idee, progettualità e di risorse. La visione del commissario Trequattrini va in quella direzione.

Ma non sarà un traguardo che potrà essere raggiunto dalla sera alla mattina. L’economista prestato alle politiche industriali prevede un 2024 di progressivo alleggerimento delle spese non indispensabili, una razionalizzazione di quelle necessarie, un bilanciamento dell’assetto. Funzionale a cosa?

Raffaele Trequattrini

“Tutto ciò appare prodromico al cambio di passo dell’ente, che dovrebbe concretizzarsi nel 2025 attraverso l’approvazione di una legge regionale e, successivamente, l’adozione di uno statuto, finalizzato a garantire un nuovo assetto proprietario, in grado di assicurare la sostenibilità economico-finanziaria e mettere l’ente nella condizione di assolvere con sicurezza e stabilità il compito di braccio operativo della Regione per l’implementazione delle politiche economiche e di sviluppo territoriali». Significa?

Che devono entrare appunto i privati ma anche altri enti: come il Comune di Roma, l’Autorità portuale di Civitavecchia – Fiumicino, atenei, associazioni. Perché se il Consorzio deve fare crescere tutti nel Lazio è opportuno che tutti ci stiano dentro. Senza che diventi una Babele: lo statuto da adeguare significa esattamente questo.

E poi l’occhio ai veri traguardi. Che non sono più la manifattura: ma il sistema della logistica e lo sviluppo e produzione delle nuove energie. Ora che lo scenario sul passato si è chiuso inizia la nuova fase.