Il candidato di Ceccano: questione di equilibri

La marcia di avvicinamento dei poli alle elezioni Comunali di Ceccano. L'intervista 'boomerang' di Querqui. La reazione di Conti. Progresso si mette in marcia. La marcia di Ruspandini nel deserto (il Congresso potrebbe essere il 9). Gizzi si porta avanti. Aceto in discesa

Un po’ eretico, un po’ ortodosso: il candidato ideale è fatto così. Con la giusta dose di iniziativa personale e allo stesso tempo la capacità di stare in squadra e farsi guidare fino a quando non arriva il momento di metterci il guizzo personale. Sempre più difficile trovarne: non più formati dalle Sezioni di Partito né temprati dal confronto con gli avversari interni, sono merce rara. Una difficoltà con la quale sta facendo i conti anche il Centrosinistra di Ceccano che in primavera andrà alle urne con l’obiettivo di eleggere il successore di Roberto Caligiore e mettere fine alla stagione del Centrodestra, caduto dopo lo scandalo delle tangenti per gli appalti Ue gestiti dal sindaco.

L’articolo che scontenta tutti

Andrea Querqui

Quanto sia complesso trovare un candidato già formato e bilanciato, il centrosinistra lo ha ulteriormente scoperto leggendo in settimana l’intervista rilasciata da Andrea Querqui alle pagine di Ciociaria Oggi. Ad un giornalista esperto e navigato come Paolo Romano ha ribadito la sua disponibilità, parlando di alcuni blocchi che hanno già aderito al suo “cartello” ed altri che attendono. Specie il Pd che è alle prese con le logiche del Congresso. Con realismo, Querqui ha parlato comunque di una coalizione che non sarà mai unitaria al 100%.

L’articolo però non è piaciuto. Non per come era scritto (una firma come Paolo Romano è al di sopra di ogni giudizio) ma per il contenuto delle risposte. Al punto che il Segretario cittadino del Partito Democratico Giulio Conti era su tutte le furie, come assicurano quelli che lo hanno incontrato nelle ore successive alla pubblicazione. È ripartito dicendo “Nel Partito ho 200 tessere. Se voglio fare le Primarie le faccio e mi candido pure, poi vediamo come si mette. Andrea dovrebbe ascoltare più me e meno Luigi Bruni e Francesco Ruggiero.”

Che Querqui sia un po’ eretico verso il suo stesso Partito lo si è sempre capito e saputo. Alle scorse Regionali si candidò nella lista del Pd grazie ad una geniale manovra di Francesco De Angelis che in quel modo recuperò un’intera area di opinione su Ceccano che non era favorevole al Partito Democratico ma gli stava a ridosso. Ma quelle Regionali sono stata un’eccezione: alle scorse Comunali Querqui si candidò contro Il Pd e contro lo stesso Giulio Conti.

Marcare le distanze

Giulio Conti

Oggi è acqua passata, per carità, ma lo spirito critico e scarsamente amante delle liturgie di Partito resta. Fa parte di quel mix tra autonomia ed ortodossia che è fondamentale ma che deve essere bilanciato altrimenti si rischiano squilibri. In più è evidente che Andrea Querqui punti più sulla parte nuova del Centrosinistra, con Progresso Fabraterno ormai spin-off del Pd. Evidente anche che marcherà le distanze anche dal vecchio schema Pd – Psi che ha portato, volente o no, alla caduta della sindaca socialista Manuela Maliziola. Che questa volta correrà da sola.

Per mettere una pezza e calmare Giulio Conti & co. Andrea Querqui si è visto costretto a fare una rettifica sui social. Ma come sempre in questi casi la toppa serve solo a rendere più evidente il buco. Perché le parole riportate da Ciociaria Oggi erano precise ed erano quelle dette dal candidato in pectore: che però forse intendeva veicolare un messaggio differente. Evidente una certa inesperienza e una scarsa dimestichezza con le liturgie del linguaggio politico. Non di meno resta comunque il favorito per la candidatura.

Un Progresso da definire

Francesco Ruggiero, presidente di Progresso Fabraterno

La situazione generale raffredda l’entusiasmo di Progresso Fabraterno. Che ha una consapevolezza: vincere le elezioni è possibile ma amministrare è ben altra cosa. Per questo mercoledì il leader Francesco Ruggiero ha annunciato “un percorso di consultazione con tutti i gruppi e le persone che riteniamo più vicine ai nostri valori e al nostro progetto politico”. Sul piano politico è un segnale fortissimo per il centrosinistra. Il Pd è talmente nel caos che rischia di non poter presentare il simbolo di Partito: a chi dovrebbe chiederlo? Il Segretario provinciale ha esaurito il suo mandato, la Commissione Congresso è dimissionaria, la Direzione è decaduta, il Congresso per eleggere il successore di Luca fantini è nel limbo. Non c’è chi sia legittimato a ricevere le liste e concedere il simbolo.

In questo quadro, Progresso Fabraterno decide allora di mettersi in marcia da solo per “individuare il percorso migliore e definire la nostra posizione in merito alle prossime elezioni comunali di maggio”.

Con chi intendono andare? “Non abbiamo ancora deciso quale candidato Sindaco sostenere. Infatti, da oltre un mese abbiamo iniziato ad organizzare incontri per consultare tutte le liste di centrosinistra, per capire quali sono le intenzioni su programmi, coalizione e candidato Sindaco. Stiamo cercando di trovare una sintesi per dare a Ceccano una coalizione ampia, forte e coesa, in cui tutti possano sentirsi rappresentati”.

Per Progresso, il nome del candidato sindaco deve essere quello di chi è più adatto a riunire attorno a sé l’intero centrosinistra. Il gruppo ufficializzerà la sua decisione dopo aver ascoltato tutte le forze politiche e valutato le possibilità necessarie.

La marcia di Ruspandini nel deserto

Massimo Ruspandini

A destra continua a prendere forma il progetto portato avanti dal coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini. Dieci anni fa fu lui a ‘scoprireRoberto Caligiore: pilota elicotterista dei Carabinieri, plurimedagliato, attivissimo nel sociale, calciatore dai piedi buoni tanto da essere poi chiamato nella Nazionale dei sindaci a Coverciano. È finita con un’inchiesta ancora aperta ed un’amministrazione caduta nel pieno del guado. Trovare un altro candidato con caratteristiche di affidabilità superiori è un’impresa complessa per Massimo Ruspandini.

La settimana scorsa ha proposto un candidato esterno, nuovo, stimato in città: è l’imprenditore Ugo di Pofi. A sostenerlo vorrebbe un perimetro ampio della coalizione incentrata sul rinnovamento. Non è un mistero infatti l’adesione dell’ex presidente del Consiglio Comunale Marco Corsi (fu lui a far cadere il Caligiore I) al gruppo di Ruspandini che allargherà le fila della base elettorale, già composta dalla quasi totalità della maggioranza uscente.

Intanto sul fronte partitico Fdi si appresta a celebrare il Congresso, la data ipotetica è per il 9 ma sarà comunque entro febbraio. Segretario in pectore l’avvocato Rino Liburdi, che dovrebbe essere espressione di una parte largamente maggioritaria, ma comunque uscirà da un Congresso che si preannuncia unitario. L’avvocato ceccanese è considerato tra i papabili per il dopo Caligiore: è una delle figure più attive in questi ultimi mesi e farà valere le sue carte.

Chi sale e chi scende

Stefano Gizzi

Si affievoliscono le quotazioni di Federica Aceto. Pare che in queste ore abbia avuto due incontri, uno con Tonino Aversa (commissario di Forza Italia) e l’altro con l’ex assessore putiniano Stefano Gizzi (che intanto ha lanciato il simbolo della lista “Per amore di Ceccano” distante da tutti gli ex amministratori).

Accompagnata da Alessandro Savoni in entrambe le consultazioni, entrambe sono state con esito negativo. Le evidenze dicono che a Ceccano, se il centrodestra vuole avere una canche, non si può passare per la candidatura di nessuno degli ex.

Ruspandini lo ha fiutato subito e sta lavorando per essere pronto il prima possibile, senza perdite di tempo ed inutili velleità.