Il centrosinistra si gioca tutto, con una sola possibilità. E non è la divisione

I numeri del 2022 tracciano la rotta per le elezioni del 2027 a Frosinone. La divisione non premia. La volta scorsa, la divisione tra Pd e Psi è stata fatale. Ora vale per tutti. Ecco perché

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Nel 2027 si vota per il rinnovo del Consiglio Comunale e per eleggere il sindaco a Frosinone. E, come ad ogni elezione, non sarà solo una sfida tra aspiranti sindaci e Consiglieri ma una resa dei conti tra visioni, ambizioni e voglia di rivalsa. Interna ed esterna. 

Il centrosinistra dopo 15 anni di sconfitte e di totale irrilevanza al Comune ha davanti a sé un bivio: unirsi o continuare a perseverare nell’ideologia tafazziana: farsi male da solo. 

Perché, se il centrosinistra si presenterà ancora una volta diviso, frammentato, con una pluralità di candidature a sindaco, il centrodestra (o il centro-centro destra, o la coalizione traversale che, come sembra, sosterrà Mastrangeli) potrà affrontare la campagna elettorale a maggio/giugno 2027 con lo stesso approccio con il quale si organizza una passeggiata la domenica a Campocatino: scarpe comode, borraccia isotermica e zero stress.  

La lezione da tenere a mente

I numeri del 2022 sono una lezione da non dimenticare. Alle scorse Comunali Riccardo Mastrangeli candidato del centrodestra unito, ha ottenuto al primo turno il 49,26% dei voti; Domenico Marzi, candidato del centrosinistra, si è fermato al 39,13%; Vincenzo Iacovissi candidato del PSI il 5,90% e Mauro Vicano, altro candidato della sinistra, ha ottenuto il 4,56.

Ora ricordando le parole dell’indimenticabile principe De Curtis, in arte Totò: “è la somma che fa il totale”. Sommando infatti le percentuali di tutti i candidati sindaci di aria di sinistra, fa 49,59%. Poco di più della percentuale ottenuta Mastrangeli. 

E’ vero che in politica la somma dei voti non da sempre la fotografia esatta della realtà ma la percentuale del 49,59% da l’idea di come sarebbero potute andare le cose a Frosinone nel 2022 se il centrosinistra si fosse coalizzato attorno ad un unico candidato sindaco. 

Gli elettori divisi

E invece, ancora una volta, ha preferito dividersi. E alcuni elettori di sinistra, quelli border line piuttosto moderati, evidentemente disorientati hanno fatto quello che suggeriva la logica: alcuni hanno votato Mastrangeli, premiando l’unità piuttosto che l’idea politica.

Altri hanno fatto un nodo al fazzoletto. Grosso come una casa. Quel nodo è ancora lì. E nel 2027, quando si tornerà alle urne, per tutti gli elettori di sinistra di Frosinone veramente “convinti”, sarà il momento di scioglierlo. Ma solo se Pd – Psi e tutto il mondo civico e dell’associazionismo che guarda a sinistra, si presenteranno con una candidatura unica, credibile e condivisa. 

Altrimenti, l’elettore di sinistra – è opportuno ricordare sempre che “la tigna” è nata a Frosinone” – potrebbe decidere di punire ancora una volta la frammentazione. Proprio per la tigna di cui sopra. E relegare il centrosinistra all’opposizione per altri 15 anni. E forse di più. 

La posizione di Forza Italia

Nel frattempo, come ulteriore spunto di valutazione, Forza Italia è passata in pianta stabile all’opposizione. E non sembra proprio intenzionata a sostenere Mastrangeli nemmeno nel 2027, nonostante FI sia uno dei Partiti fondatori del centrodestra nazionale ed al Governo, con (apparente) armonia con Lega e FdI. Oltre che alla Regione Lazio. 

I consiglieri azzurri del Capoluogo Pasquale Cirillo, Maurizio Scaccia e Christian Alviani hanno l’appoggio totale da parte del Segretario Regionale del Partito il Senatore Claudio Fazzone, plenipotenziario del Lazio. Il quale non si metterebbe certo di traverso, se a Frosinone nel 2027 il Partito sostenesse un candidato alternativo a  Mastrangeli. 

L’unica possibilità per FI di rientrare nel perimetro del centrodestra tradizionale, sarebbe una candidatura unitaria della coalizione, ma diversa da Mastrangeli. Ipotesi al momento lunare, visto che l’attuale sindaco è uscente e ovviamente si ricandiderà. E senza passare per le primarie. Come invece chiede Fratelli d’Italia.

I 9 fuoriusciti

E poi ci sono i nove Consiglieri eletti nel centrodestra (compresi i 3 di FI) che oggi stanno all’opposizione. In questo momento osservano, riflettono, valutano. Comunque non stanno con Mastrangeli. Se il centrosinistra dovesse cominciare a lavorare fin da ora ad un progetto unitario, potrebbe fare da catalizzatore anche per l’altra parte dell’opposizione, (quella eletta nel centrodestra) attualmente in stand by.

Non a caso, forse, su tutti i temi locali, ogni Gruppo consiliare di minoranza sta giocando una partita per conto proprio. Tranne che su Gaza. Presentarsi unito e convincente e soprattutto potenzialmente vincente, per il centrosinistra potrebbe essere l’elemento determinante per attrarre forze nuove che nel 2022 stavano da un’altra parte. Perché in politica si gioca per vincere. Lo sanno tutti.

E lo sanno bene pure gli elettori di sinistra di Frosinone, evidentemente stanchi di assistere a “due‑tre candidati” della stessa area che si dividono i voti. Nel Capoluogo è stato così per quasi 20 anni e l’esito sempre lo stesso per la sinistra. Residenza stabile all’opposizione. 

La variante Scalo

Infine, c’è lo Scalo. Il quartiere che più di ogni altro, – visti i provvedimenti, alcuni non proprio popolari  assunti per questa zona dall’amministrazione Mastrangeli – guarda con attenzione a ciò che farà il centrosinistra. Alla “stazione” si vincono o si perdono le elezioni a Frosinone. Gli elettori dello Scalo  sono il vero “termometro” della competizione: se la sinistra li coinvolge, li ascolta, li integra nel progetto di visione della città e del quartiere, costituiscono un vero e proprio valore aggiunto. PD e PSI non possono ignorarlo. 

E’ evidente quindi, che tutti quelli che sperano di cambiare la governance del Capoluogo tra 20 mesi,  stanno aspettando il centrosinistra al varco. Per votarlo se unito. O per fargliela pagare se diviso. E questo farà tutta la differenza del mondo. “Come può uno scoglio arginare il mare”.