Sala della Ragione piena ed esponenti del Partito di Meloni in gran spolvero. La necessità di andare oltre. L'avviso di Ruspandini ai nuovi naviganti
Prima considerazione. A giudicare l’evento sul piano strettamente numerico in provincia di Frosinone (e ad Anagni) Fratelli d’Italia batte Lega 3-0. Qualche settimana fa infatti nella Sala della Ragione si era tenuto un convegno del Partito di Salvini in cui si era parlato di Sanità. Ed in quella circostanza erano stati una ventina i presenti intervenuti per parlare delle prospettive della sanità nella zona nord della Provincia di Frosinone. (Leggi qui: Se la sanità diventa mezzo flop proprio a casa di chi ci ha scommesso di più).
Una dimostrazione evidente di fragilità che aveva fatto discutere. Come avevano fatto discutere le parole che, proprio in quell’occasione, e proprio nella Sala della Ragione, il Responsabile Organizzazione della Lega nel Lazio Mario Abruzzese aveva dedicato all’allora molto fresca vicenda dell’arresto del sindaco di Ceccano, parlando di “vergogna politica”.
La destra che “tira”
Al contrario, è stato decisamente un successo il convegno che lunedì sera ad Anagni, sempre nella Sala della Ragione, è stato organizzato da Fratelli d’Italia. Lo ha fatto per parlare delle prospettive passate presenti e future della destra in provincia di Frosinone ed in tutto il territorio regionale, nazionale ed europeo. In pratica? Un’occasione per serrare i ranghi, riunire sindaci e quadri, favorire l’amalgama di un Partito che ha moltiplicato i suoi iscritti in poco tempo.
Una sala piena; una dimostrazione muscolare di come i rapporti di forza nel centrodestra siano chiari, e tutti a favore di Fdi. Presenti tre generazioni della destra locale, a partire dai grandi vecchi come Alessandro Foglietta ed Antonio Abbate, per arrivare al presente di Massimo Ruspandini e di Daniele Maura ed al futuro dei tanti amministratori e consiglieri comunali presenti in città.
Come ad esempio il sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini neo affiliato al Partito dell’Italia. O Davide Salvati, presidente del Consiglio comunale di Anagni e tra i papabili alla candidatura a sindaco nel 2028. Sempre che Forza Italia accetti di mollare la presa: avere un sindaco uscente eletto per due mandati consecutivi assegna una sorta di diritto di prelazione non scritto.
Gli onori di casa di Natalia
Non è stato un caso che a fare gli onori di casa sia stato proprio il sindaco di Anagni Daniele Natalia. Un modo per ricordare che è Forza Italia a guidare Anagni e FdI è il suo principale alleato. Ha ricordato come il centrodestra abbia contribuito a “cambiare la comunità” e si è detto soddisfatto di quanto fatto finora pur pensando “ad ottenere sempre meglio”.
Davide Salvati ha ringraziato soprattutto “i ragazzi di Gioventù nazionale”. E ricordato come “Fratelli d’Italia stia creando una classe dirigente preparata in tutto il territorio”. Che tra le righe può anche voler dire: noi il sindaco da candidare lo stiamo allevando, formando, strutturando. Poi si vedrà.
Toni simili anche per il Consigliere comunale e provinciale Alessandro Cardinali: “Siamo ormai destra di governo in Italia ed in Europa. Dobbiamo continuare anche grazie ad una classe dirigente ancora più all’altezza”. Mozione dell’orgoglio anche da parte di Riccardo Ambrosetti che ha ricordato i giorni appena trascorsi del G7, ed ha poi tracciato brevemente la storia di Fdi dal 2012 ad oggi, spiegando in modo semplice il successo del suo Partito: “Siamo fra la gente, non fra i social”.
Abbate e l’amarcord sui tempi duri
Molto appassionato anche l’intervento di Antonio Abbate, che ha ricordato “gli anni in cui la destra veniva ostracizzata”. Quando essere di destra “significava essere penalizzati, se non proprio esclusi”. Un tuffo nella memoria anche per Alessandro Foglietta, che ha citato nomi come Giorgio Almirante ed Oreste Tofani. Il compianto senatore di Alatri è stato commemorato da Francesco Boezi, il giornalista de Il Giornale in collegamento dalla redazione di Milano.
Boezi ha comiuto una luncida analisi evidenziando che “Fratelli d’Italia non è un Partito istantaneo come il Movimento 5 Stelle. L’attuale classe dirigente si è forgiata attraverso i congressi e i confronti culturali sin dall’inizio della sua militanza. Per questo il Congresso di Viterbo – dove due visioni si sono scontrate fino all’ultimo voto – è per me il vero momento fondativo di Fdi. Senza Viterbo, forse, non ci sarebbe stato Fdi. Almeno non per come lo conosciamo ora”.
E poi il ricordo. “Approfitto di questa circostanza in cui mi avete chiesto di ripercorrere qualche vicenda riguardante la storia della destra in Ciociaria, per ricordare la figura del senatore Oreste Tofani, perno per molto tempo della storia della vostra parte politica in provincia di Frosinone
La generazione successiva a quella di Tofani è quella che non è più ostracizzata ed al Governo ci sta con tutt’e due le scarpe. Come ha sottolineato anche il consigliere regionale Daniele Maura, “la chiave del successo del Partito sta nella capacità di crescere nel tempo, creando una classe dirigente; in politica non ci si improvvisa”.
Le somme di Ruspandini
A tirare le fila del discorso ci ha pensato il deputato e coordinatore provinciale Massimo Ruspandini. Che ha sottolineato il passaggio da una destra di testimonianza, quella del Msi, di un “manipolo di eroi”, nel quale “molti hanno conosciuto anche la fame” e ci si accontentava di un successo elettorale di mezzo punto. Al passaggio ad Alleanza Nazionale, fino alla nuova generazione dei sindaci, come quello di Fiuggi.
Già, Fiuggi. “Tutto è girato a partire da allora” ha detto il deputato di Fdi. Che ha poi ribadito la necessità di favorire passione e partecipazione, “in un contesto in cui sempre più spesso capita ai Partiti di avere le sezioni vuote”.
Ecco perché bisogna “conservare un’identità; non si prende una tessera di Partito per avere delle opportunità. Noi siamo una comunità; io mi sento un rappresentante di questa comunità”. La cui matrice, al di là di tutto, resta quella della destra sociale, che pensa ai più fragili, a più deboli.
Il bagno di democrazia
Rusapndini ha esaltato il bagno di democrazia nel quale Fratelli d’Italia si è immersa senza riserve. Ma “a nessuno venga in mente di sfruttare questa democrazia per intrappolare il Partito o peggio ancora per sabotarlo. Altrimenti saremmo uguali a quelli che per anni abbiamo contrastato ed ai quali ci siamo opposti”.
Ruspandini ne ha poi approfittato per battere su un suo chiodo fisso; la necessità di liberare le energie locali del Partito dalla morsa romanocentrica, per dare spazio a territori che devono meritare di più. Tra le energie nuove emerse in questa stagione, erano in sala il sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini, il dirigente provinciale Antonio Cardillo di Cassino, il reggente di Ferentino Giuseppe Virgili. Mancavano, per ragioni diverse, il vicesindaco e consigliere provinciale di Castrocielo Andrea Velardo ed alcune aree di Alatri.
Oltre la dicotomia
L’intervento conclusivo è stato quello di Francesco Giubilei. Per il quale la sfida è quella di superare la dicotomia fascismo/antifascismo, per impegnarsi a battere la la sinistra sul piano che da sempre le è congeniale. Quello dell’egemonia culturale e dell’occupazione delle macchine amministrative degli enti locali. Mettendo da parte mode come quella della cancel culture o della ideologia fluida.
Insomma: quello di Fratelli d’Italia ad Anagni è stato un successo. Che riconferma come il Partito dei meloniani sia, ad oggi, quello trainante all’interno degli equilibri del centrodestra in provincia di Frosinone e non solo.
Resta, e non è poco, l’incognita per le conseguenze non tanto giudiziarie quanto politiche dei fatti di Ceccano. Vero che Fratelli d’Italia non è stata nemmeno una sola volta nominata nelle oltre 5mila pagine d’inchiesta che hanno portato all’arresto del sindaco Roberto Caligiore per tangenti. Altrettanto vero che era il sindaco più in vista tra quelli di FdI in Ciociaria.
In questo senso, forse, dirlo in modo chiaro ed aperto durante il convegno sarebbe stato più produttivo. Avrebbe, probabilmente, dimostrato davvero la presa totale di distanza e la volontà di voltare pagina rispetto a quello che è accaduto. Una condanna netta che bisognerà fare prima o poi. Altrimenti l’eco di quello che è accaduto nella città fabraterna continuerà a rendere difficile la realtà provinciale di Fratelli d’Italia. Nonostante non sia stata sfiorata.