Nel giorno del Te Deum una riflessione che accomuni tutti, credenti e non credenti. Il valore di una parola che spesso è lontana dalle nostre bocche
Nel momento in cui i cristiani raccolgono nel proprio intimo le cose accadute nell’anno che sta per finire e le presentano al Signore nella antica e tradizionale celebrazione del Te Deum, pensavo se si potesse redigere un testo che ci accomuni tutti, credenti e non credenti, l’avere il coraggio di dire grazie, questa parola che spesso è lontana dalle nostre bocche. Proviamo.
Educatori, sanitari e nonni: un ruolo fondamentale
Grazie a chi ci ha fatto del bene, in tutte le maniere possibili, ci hanno educato, dato la possibilità di crescere, ci amano, ci fanno star bene quando stiamo insieme.
Un grazie ai medici e agli infermieri che nonostante insulti e violenze continuano a fare il loro mestiere, spesso in condizioni difficilissime. Possono alleviare le sofferenze e rendere umano il modo di affrontare il male.
Grazie a chi si occupa dell’educazione dei ragazzi, agli insegnanti, agli animatori, ma anche agli allenatori, ai mister, ai coach, a tutti coloro che vedono il futuro negli occhi di quei bambini e si impegnano a realizzarlo. Grazie ai nonni su cui si fonda la crescita di tanti dei nostri bambini. Pensate se non ci fossero…
Gli “angeli custodi” del nostro tempo
Grazie agli ingegneri e agli architetti che costruiscono strade e ponti, che progettano ospedali, scuole, automezzi, ferrovie, abitazioni, tubature, reti informatiche: se lo fanno bene, tutti noi ne riceviamo benefici ma non li ricordiamo mai.
E grazie ai magistrati ed alle forze dell’ordine: ogni volta che scoprono un imbroglio, catturano un assassino, smascherano organizzazioni criminali, interrompono lo sviluppo di cancrene che ci divorano.
Grazie alle persone che si dedicano onestamente alla politica: la loro è la più alta forma di carità. Grazie ai vigili del fuoco e ai tanti volontari che li affiancano dovunque c’è bisogno nelle tante vicende tragiche che ci accadono attorno.
Il messaggio del Papa, la forza del volontariato
Grazie agli scienziati che, nei tanti campi del sapere, ci consentono di affrontare le continue sfide che la storia dell’umanità si trova di fronte.
Un grazie anche a chi ci rivela come stanno le cose, ai profeti di questo nostro tempo, a cominciare da papa Francesco: non hanno paura di dirci che cosa ci sia alla radice dei problemi, cosa si nasconda dietro le guerre, le sofferenze di popolazioni allo stremo.
Grazie alla Guardia Costiera e alle organizzazioni umanitarie, che nonostante tutti gli ostacoli che vengono loro frapposti, proseguono nel salvare vite umane nel cimitero mediterraneo. Grazie alla Caritas, alle parrocchie, e a tutte le associazioni e i gruppi che si danno da fare per aiutare le persone in difficoltà.
Grazie ai musicisti, agli artisti, agli attori: riempiono di significato la nostra vita.
Grazie anche a noi, quando siamo capaci di sottrarci all’egoismo e alla piccolezza e mettiamo in campo il meglio di noi stessi.
E l’elenco potrebbe continuare a dimostrazione di come dobbiamo davvero rendere grazie.