
Il coraggio del sindaco Matilde Celentano. In Consiglio rivela di avere affrontato un cancro. E di averlo sconfitto. Il dolore per gli hater che dicevano si facesse il botulino "invece era cortisone”. Ora sta bene. Andrà avanti. E farà la testimonial
«Ho avuto un tumore, ma ora sto bene. Il sindaco sta bene». Il sindaco di Latina Matilde Celentano ha fatto outing. Qualcuno forse se ne era accorto, nei mesi scorsi. Da quei piccoli particolari che, usi a studiare sempre ogni singolo dettaglio del personaggio pubblico, non sfuggono. Anche perché lei era fotografata in continuazione. Perché non si è quasi mai assentata in questi mesi. E le foto mostravano quelle differenze che, messe insieme, potevano portare a un dubbio.
E in redazione ci si interrogava: «Hai visto la mano? Hai notato, il volto?». Ma la condizione sanitaria è sacra, tutelata fino alla fine dal sentimento di sfera personale, e non ultimo dalla privacy. Quindi, nessuna domanda, nessun accenno.
Ma oggi è arrivata la conferma, da lei: «Ho avuto un tumore. Ora sto bene, è finita».
La scelta di parlare

E quella scelta, di dirlo, non con un post sui social, come spesso ormai avvengono questi outing, non in una intervista a un giornale, non in un colloquio in coda a una conferenza stampa. Ma una scelta ben precisa: in Consiglio comunale. Nell’assise sovrana. Scelta pubblica e soprattutto politica.
Politica, perché qualcuno, sottovoce, aveva iniziato a pensare “Può continuare?“. Scelta istituzionale e politica, come sottolineata da quell’ultima frase: «Il sindaco sta bene», a concludere un intervento in apertura di Consiglio comunale che deve esserle costato emozione, tanta. Il sindaco sta bene. Non solo Matilde Celentano. «Il sindaco».
Quindi, ora tutti nei ranghi, a lavorare. Perché «il chiacchiericcio deve finire». È stata chiara, Matilde: «Non è stato solo il dolore fisico. È stato il dolore psicologico, degli haters, che dicevano che avevo fatto il botulino. Non era butolino, era cortisone, ho fatto tre mesi di cortisone. È stato il dolore della cattiveria dei cittadini che andavano a chiedere al mio staff, al mio medico di famiglia, che cosa avevo fatto al viso».
L’ora di testimoniare

Il racconto è lungo. Anche se dura solo 5 minuti, è lungo: racconta di «un tumore scoperto in seguito all’intervento subito a dicembre», racconta delle cure, della «chemioterapia adiuvante preventiva». «Ma ora sto bene, da aprile non c’è più nulla. Il sindaco sta bene e governerà nei prossimi anni». Si commuove, Matilde, si ferma un istante, per riprendere fiato: «Non è stato facile, non dirlo a nessuno, tenere questo segreto, ma l’ho vissuta come una cosa estremamente intima, e non mi piaceva giustificare il mio stato di salute. Anche se qualcuno se n’era accorto: le mani particolari, ero gonfia. Ma l’ho superata, con la mia forza di donna, di medico, con la consapevolezza dell’impegno di sindaco».
E quell’impegno: «Parlo perché voglio testimoniare, in favore della prevenzione, della cura. Voglio diventare un testimonial della lotta al cancro».
E il Consiglio le si stringe accanto. Tutti in piedi, tutti ad applaudire, tutti i giornalisti a fare video, foto, a cogliere quell’attimo di commozione in cui una lacrima le riga il volto, oggi sorridente. Solidarietà, e complimenti per la scelta di condividere, tutto. Nel luogo più adatto: nella sede più opportuna. Ricordando a tutti che dietro al sindaco c’è una donna e dentro la donna c’è il sindaco.