Il segnale che è mancato, quello di essere tutti concordi sulla Tav, e il suo solo valore simbolico: perché Mastrangeli coi numeri sta benone
Riavvolgendo il nastro ed osservando al rallentatore le immagini emergono alcune chiare evidenze di carattere politico, a margine del Consiglio comunale urgente in adunanza aperta, convocato ieri a Frosinone. È la seduta che ha affrontato un unico punto all’Ordine del Giorno: la realizzazione della stazione ferroviaria sulla linea ad Alta velocità. Era sparita dal dibattito subito dopo la presentazione delle fotografie con i rendering di come sarebbe venuta. Poi, passate le elezioni Politiche e quelle Regionali, nulla più si è saputo di quei piani.
Quella seduta ha fatto emergere alcuni elementi politici di interesse. Questo al di la degli aspetti di carattere ordinario: ovverosia una dichiarazione di intenti in forma assolutamente bipartisan, sulla comune volontà di realizzare la stazione nell’area tra i Comuni di Ferentino Supino e Morolo. Vediamo quali. (Leggi qui: Tutti a bordo della stazione Tav di Frosinone).
Le idee chiare di Mastrangeli
Innanzitutto, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ha assolutamente chiaro il percorso da compiere per portare a compimento il programma di mandato del suo governo della Città. La riqualificazione della stazione ferroviaria di Frosinone, con il contestuale potenziamento della linea TAV, che si faccia nel Capoluogo o a pochi chilometri di distanza, non cambia assolutamente nulla. Sono nel suo programma elettorale del 2022. E nel suo programma di Governo, fino al 2027.
Così come ci sono le piste ciclabili, il BRT e tutte gli interventi per la mobilità sostenibile. La stessa polare è il programma. Che tutti nel centrodestra hanno sottoscritto al momento dell’accettazione della candidatura al consiglio Comunale, anche se poi ad uno ad uno in otto hanno cominciato a sfilarsi, puntando a cavalcare la pancia degli elettori. Mastrangeli la sera prima del Consiglio ha detto una cosa chiara in tv dagli studi di A Porte Aperte su Teleuniverso: andrà avanti. Con chi ci sta. Ed è questo un altro aspetto politico, riconfermato ieri. (Leggi qui: Mastrangeli non si sposta: «Ho il coraggio delle scelte, altri no»).
Ed è chiaro come il sole che tra coloro che ci stanno, non solo per la TAV ma anche per altri importanti progetti strategici per Frosinone, si può tranquillamente evidenziare il nome dell’ex sindaco di centrosinistra Domenico Marzi e dei Consiglieri del suo Gruppo. (Leggi qui: Alta Velocità, la sottile strategia di Marzi e Mastrangeli).
Da Turriziani a Marzi: i sodali
Come si può altrettanto sottolineare il nome di Andrea Turriziani, esponente della civica allestita da un altro ex sindaco di centrosinistra, Michele Marini. Per questo, la consiliatura andrà avanti fino al termine naturale del 2027. I numeri in Aula ci saranno sempre per approvare ogni delibera. Quelli veramente importanti, che se non approvati mettono a rischio la consiliatura, sono solo i documenti di Bilancio.
Al di là della soglia psicologica dei 15 voti sicuri della maggioranza, 18 voti o firme, per una ipotetica mozione di sfiducia, mettendo insieme l’opposizione (10 Consiglieri), più i malpancisti (5) e il gruppo FutuRa (3), non ci saranno mai. Nessuno vuole andare a casa anzitempo.
Ulteriore evidenza di carattere politico, al momento dell’appello del Segretario Comunale facente funzioni Andrea Manchi, ieri in Aula erano presenti solo 16 Consiglieri, tra maggioranza e opposizione. Fermi e imprescindibili gli impedimenti di carattere personale o lavorativo di ognuno (l’orario della convocazione forse non ha aiutato) è veramente paradossale che il Consiglio Comunale del Capoluogo non riesca mai ad avere in Aula la totalità dei Consiglieri. Nemmeno su un dibattito così importante e qualificante non solo per Frosinone, ma per l’intera provincia, come lo sviluppo della TAV. (Leggi qui: Tav, le convergenze parallele di Mastrangeli e Marzi).
L’Assise è dove ci sono gli eletti
E’ evidente che il dibattito politico, pur con la buona volontà del sindaco e di altri stenta tuttavia a decollare. E questo vale sia per la maggioranza che per l’opposizione. Il Consiglio comunale straordinario sulla TAV è stata una opportunità non colta pienamente. Sarebbe stato un segnale politico importante ieri la presenza di tutti i Consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione.
La presenza in massa avrebbe dato sostanza all’invito rivolto a tutti dall’ex sindaco ed oggi deputato Nicola Ottaviani. E cioè di mettere da parte il campanilismo, rinunciando ad inutili rivendicazioni territoriali da Cassino, Roccasecca e Frosinone stessa. Perché il pre studio di fattibilità ha già individuato dove è possibile realizzare quella stazione. Esattamente dove il governatore del Lazio Francesco Rocca ha detto nei giorni scorsi. Che poi è il punto individuato all’epoca da Nicola Zingaretti. Tra Ferentino, Supino e Morolo.
Se in Aula ci fossero stati tutti, sarebbe stato facile proporre l’approvazione di un Ordine del Giorno unitario che dava un “indirizzo” in ordine al potenziamento della linea TAV sul territorio. L’atto firmato ed approvato unanimemente, avrebbe rappresentato un segnale importante di grande compattezza, difficile da ignorare. Per chiunque e a futura memoria.
Invece così non è stato. Frosinone è il capoluogo, ha la sua centralità e gli atti che produce, storicamente, hanno sempre una valenza politica particolare. Non tutti lo hanno capito. Ancora.