Il gioco di squadra Casmez-Consorzi decisivo per lo sbarco della Fiat

La nostra storia industriale. La decima puntata. Il piano d'investimenti della Cassa del Mezzogiorno e la presenza degli enti industriali favorirono l'insediamento a Piedimonte San Germano dello stabilimento automobilistico. La svolta delle infrastrutture

Guido Spegli di Presene

Historiae lumen veritatis est

La presenza dei Consorzi Industriali e il piano d’investimenti della Cassa per il Mezzogiorno rappresentarono le condizioni fondamentali per l’arrivo, a Piedimonte San Germano, dello stabilimento Fiat. Al di là delle logiche politiche dell’epoca, ben note alle cronache, il territorio del Cassinate dovette subire una radicale trasformazione permettendo a quelle aree che fino a quel momento erano il centro dei pascoli di pecore e di coltivazioni agricole di diventare il cuore pulsante dell’automobile italiana.

Il primo provvedimento, e probabilmente quello fondamentale, fu fatto già durante la redazione del Piano regolatore dell’Ente industriale. In quello strumento furono individuate aree che ben presto diventarono fondamentali per lo sviluppo industriale e che rientrarono nel programma d’investimenti della Fiat nel Mezzogiorno. 

Le infrastrutture: priorità alle strade

La catena di montaggio della Fiat 126 a Piedimonte San Germano

Creato l’insediamento bisognava, però, dotare il territorio di infrastrutture che fossero adeguate e rispondenti alle esigenze di cui la Fiat avrebbe avuto necessità. In questa fase l’intervento del Consorzio industriale fu determinante con la realizzazione di opere che, ancora oggi, rappresentano un sostegno di primo piano per le attività dello stabilimento metalmeccanico. 

Tra le prime azioni avviate dall’Ente ci fu quella sulle strade. Lo stabilimento nasceva in una zona di Piedimonte San Germano che fino a quel momento era a totale vocazione agricola, area rurale con poche arterie di collegamento e, quelle esistenti, inadeguate al traffico di mezzi pesanti. Per questo motivo nel 1971 il Consorzio elaborò il progetto sulla “viabilità esterna dello Stabilimento Fiat nell’agglomerato industriale di Cassino-Pontecorvo”.

Opera che venne approvata sia dal Consiglio superiore dei lavori pubblici che dal Consiglio di amministrazione della Cassa per il Mezzogiorno e che prevedeva un impegno economico di ben 1.760.447.720 lire. Il progetto si sviluppava sulle strade perimetrali allo stabilimento e, contemporaneamente, anche sulla strada di accesso che avrebbe collegato il sito industriale con il vicino casello autostradale di Cassino (Autostrada del Sole).

Gli interventi sulla viabilità

I lavori di costruzione dello stabilimento Fiat a Piedimonte S.G. nel 1971 (Foto: Archivio Storico Fiat)

Ma in fase preliminare si dovette procedere alla bonifica dell’area, il passaggio della Guerra mondiale sul territorio del Cassinate era ancora ben presente e furono molti i residuati bellici ritrovati nella zona. Per questo motivo il primo step delle lavorazioni riguardò proprio la bonifica dei terreni. 

Gli interventi posti in essere con questo progetto furono tre. Il primo riguardava la strada perimetrale allo stabilimento Fiat, lato est, dove furono costruite due carreggiate intervallate da un’isola divisionale con la presenza di zone di interscambio. Il secondo intervento riguardò la strada perimetrale, lato sud, dove fu creata un’unica carreggiata e terminata alla confluenza fra il tronco perimetrale est e il collegamento con il casello autostradale. In ultimo, ma non per importanza, la creazione di un terzo tronco stradale, denominato asse attrezzato, che univa lo stabilimento con il casello autostradale di Cassino (Autostrada del Sole).

Migliorata la viabilità nella zona occorreva procedere con la realizzazione dei servizi, necessari per garantire lo svolgimento dell’attività industriale. Fra tutti, quelli più importanti riguardavano il collegamento su rotaie, la depurazione e la possibilità di un approvvigionamento idrico per le lavorazioni industriali.

Raccordo ferroviario e le nuove stazioni

Il raccordo ferroviario a servizio dello stabilimento Fiat

Una delle necessità maggiori che erano state evidenziate fin dalla fase progettuale riguardava la creazione di reti di collegamento alternative che potessero garantire gli spostamenti delle vetture prodotte all’interno del sito industriale. In quest’ottica, dopo aver migliorato il trasporto su gomma, si lavorò per creare anche il trasporto su rotaie. Da qui nacque il progetto per la realizzazione del raccordo ferroviario base a servizio della zona industriale di Cassino-Pontecorvo. Quello e la nuova stazione di Piedimonte San Germano e Villa Santa Lucia.

Il progetto elaborato nel 1975 dal Consorzio Asi di Frosinone venne successivamente approvato dal Consiglio di Amministrazione della Cassa per il Mezzogiorno con uno stanziamento complessivo pari a 6.307.400.000 lire. La stazione, prevista nel progetto, fu realizzata con cinque binari dedicati al servizio viaggiatori. Erano collegati fra di loro da un sottopassaggio e da altri sette binari dedicati al servizio merci.

Il 15 ottobre 2000 quest’opera andò a sostituire definitivamente la vecchia stazione di Piedimonte San Germano attiva dal 1920, decisione che venne assunta per la scarsità del traffico dei viaggiatori. E per il forte incremento dei convogli per merci che arrivavano dagli stabilimenti Fiat e Sada. Per facilitare ulteriormente le attività di invio delle autovetture prodotte attraverso la ferrovia fu creato un raccordo interno allo stabilimento per eliminare il traffico sulle strade interne. Complessivamente furono realizzati oltre 27 chilometri di raccordi ferroviari.

L’acquedotto industriale

Nel 1971 fu approvato dal Consorzio industriale il progetto per la creazione di un acquedotto industriale nell’agglomerato di Cassino-Pontecorvo. Un’ulteriore opera che avrebbe permesso di creare quelle condizioni fondamentali per garantire lo sviluppo industriale dell’area. Il progetto fu approvato dalla Cassa per il Mezzogiorno che stanziò l’importo di 856.983.500 lire per la realizzazione dell’opera. Un progetto che si sviluppava su tre differenti azioni:

  • Opera di presa e impianto di sollevamento del fiume Gari ed apparecchiature accessorie;
  • Condotta adduttrice dell’opera di presa al serbatoio di compenso e da questo all’impianto di addolcimento. Primo tratto della condotta di distribuzione, relativi manufatti e apparecchiature idrauliche;
  • Impianto di addolcimento delle acque e accessori.
Il depuratore industriale di Villa Santa Lucia

Il progetto, così come strutturato, avrebbe garantito l’approvvigionamento di acqua per lo stabilimento Fiat. Per consentire allo stabilimento di avere a propria disposizione tutti i servizi necessari per lo svolgimento delle attività industriali necessarie si decise di costruire anche un impianto di depurazione. Il progetto fu redatto dal Consorzio industriale e venne successivamente approvato dal Consiglio della Cassa per il Mezzogiorno con uno stanziamento di 832.163.276 lire.

Con questo intervento venne creato un impianto con una linea di trattamento delle acque reflue. Ed una linea per il trattamento dei fanghi prodotti durante il processo depurativo. La portata di tale impianto è di 1.500 metri cubi giornalieri con una capacità pari a una popolazione equivalente a 67.000 unità.

L’insediamento della Fiat e la nascita del Cosilam

Tutte queste progettualità crearono le condizioni necessarie affinché il gruppo automobilistico Fiat potesse decidere di insediarsi proprio in quell’area di Piedimonte San Germano.  Negli anni successivi, con la nascita del Cosilam, l’agglomerato industriale uscì dalle competenze del Consorzio Asi di Frosinone per passare sotto la gestione diretta del neonato Ente industriale. Tuttavia l’Asi mantenne la titolarità delle opere che aveva realizzando. E sulle stesse continuò a investire e a realizzare interventi migliorativi per fare in modo che fossero sempre più rispondenti e al passo con i tempi.

Le puntate precedenti

1^ Puntata. La visione industriale che ci è mancata: fin dall’Unità d’Italia

2^ Puntata. La lungimiranza perduta che fece nascere la Cassa del Mezzogiorno

3^ Puntata. Il battesimo ufficiale della Cassa del Mezzogiorno ed i 4 anni di Rocco

4^ Puntata. Le cinque fasi ed il primo decennio della Casmez: decennio insufficiente

5^ Puntata. Le prime boccate di ossigeno per il Meridione: l’era di Pescatore

6^ Puntata. La magia nel Frusinate: da territorio agricolo a spot industriale virtuoso

7^ Puntata. 1957, l’anno del cambiamento reale: quando arrivano i Consorzi industriali

8^ Puntata. I “Segni” dell’industrializzazione: con la nascita del Consorzio Asi di Frosinone

9^ Puntata. Dal Casmez alla Regioni: l’importanza strategica dei Consorzi industriali