
Il governo Meloni dichiara il preminente interesse strategico dell'investimento su Anagni deciso da Novo Nordisk. Il Governo Draghi chiuse le porte a Catalent
Il Governo dei migliori riuniti da Mario Draghi aveva sprangato le porte, quello di Giorgia Meloni le ha oliate e spalancate agli investimenti stranieri da iniettare sul polo industriale di Anagni – Ferentino. Parlano chiaro tre esempi di queste ore: Catalent / Novo Nordisk, Froneri / New Cold, Saxa Gres / scopriremo presto chi.
Sono tre capitoli di storia industriale che ribaltano l’asse economico della provincia di Frosinone, lo spostano nuovamente al Nord in un momento nel quale il Cassinate si spegne lentamente insieme allo stabilimento Stellantis.
Le porte chiuse da Draghi – Cingolani – Fontana

I fatti. Raccontano che la multinazionale del farmaco Catalent intendeva investire sullo stabilimento di Anagni. Non per capacità della politica locale e non perché gli venisse imposto dalla politica nazionale. Il merito di quell’investimento andava ascritto alla capacità di lavoro del personale in servizio ad Anagni: loro e nessun altro. Negli Usa non sapranno indicarvi con sicurezza su una cartina dove si trovi Roma ma sanno con certezza dove sta il Polo Chimico Farmaceutico incastonato tra le province di Frosinone – Roma – Latina.
Nel 2021 Catalent aveva pianificato un investimento di 100 milioni di dollari per espandere il suo stabilimento di Anagni. L’obiettivo era installare due bioreattori da 2mila litri ciascuno, con la possibilità di aggiungerne altri 6 in futuro. A cosa servivano? Produrre composti farmaceutici utilizzati in medicinali biologici, inclusi vaccini anti-Covid e terapie con anticorpi monoclonali. Questo progetto avrebbe generato circa 100 nuovi posti di lavoro nella regione: tutti di livello alto e con specializzazioni che avrebbero radicato quei quell’investimento per circa vent’anni almeno.

Dopo avere atteso per due anni le autorizzazioni, l’azienda ha deciso di ritirare l’investimento e dirottarlo nell’Oxfordshire nel Regno Unito. Questo nonostante l’Arpa Lazio avesse certificato che l’area interessata non era inquinata. Perché? Ci sono 50 autorizzazioni da richiedere e spesso non si sa con chi bisogna parlare. Il Governo Draghi non ha semplificato le cose: il Sottosegretario Ilaria Fontana di Frosinone (M5S) rispose nella sostanza di farsi i fatti del Lazio a Nicola Zingaretti che annunciava la richiesta di rivedere le procedure per chi intendesse investire nella Valle del Sacco. Il suo ministro Roberto Cingolani non spostò le cose nemmeno d’un capello. Ciao ciao a 100 milioni di dollari, ai posti di lavoro, al futuro per quel polo.
Le porte spalancate da Meloni – Urso
La musica cambia giovedì sera. Si riunisce il Consiglio dei Ministri presieduto da Giorgia Meloni. Su proposta del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso il Governo delibera la dichiarazione di preminente interesse strategico del programma d’investimento estero sul territorio italiano denominato “Novo Nordisk Fill and Finish Expansion Anagni“. E blinda quell’investimenti ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104.

È l’investimento che Alessioporcu.it aveva annunciato subito dopo l’acquisizione dell’intera galassia mondiale Catalent ad opera del gruppo danese Novo Nordisk. Che s’è ritrovata tra le mani una delle molecole del futuro: ci farà dimagrire senza troppe difficoltà. Niente palloncini, niente interventi, niente polverine, misture o periodi di training con un personal coach. Miracolo? Di più. Soprattutto sul piano industriale. Al punto che Novo Nordisk scommette su Catalent che ad Anagni è uno dei poli di produzione / infialamento / blistering più efficienti ed avanzati al mondo.
Il programma proposto dalla società Novo Nordisk A/S consiste nell’ampliamento strategico dello stabilimento farmaceutico di Anagni con un conseguente significativo incremento della capacità produttiva. Quanto? Il progetto prevede un investimento diretto di oltre 2 miliardi di euro da attuare nel periodo 2025-2029.
Anagni hub europeo

Come evidenziato nella relazione tecnica, l’investimento consoliderà il ruolo del Lazio come hub europeo per la produzione farmaceutica avanzata. È una cosa enorme. Che coinvolge un’intera filiera. Servono lavoratori specializzati, capaci di operare con serenità negli ambienti dell’industria farmaceutica. E qui si apre un altro tema: in vent’anni la Provincia di Frosinone non è stata capace di attivare un ITS Meccatronico ed alla fine se lo sono dovuti fare da soli gli industriali. Invece a Colleferro il Comune guidato da Pierluigi Sanna ha promosso la nascita di un ITS per formare le teste che gestiscono la Logistica ed in accordo con La Sapienza ha attivato un corso di laurea in Infermieristica e professioni mediche.
Serve gente, serve soprattutto gente formata. Novo Nordisk è pronta a mettere in campo incentivi alla co-progettazione dei corsi di laurea e dottorati tra atenei e imprese. Bisognerà potenziare la condivisione e la collaborazione tecnologica tra imprese, atenei e centri di ricerca. È uno sviluppo di filiera quello che Novo Nordisk innescherà attraverso Catalent.
I numeri

Il programma illustrato da Adolfo Urso al Consiglio dei Ministri prevede un aumento della forza lavoro presente sul sito di circa 800 unità. Significa che il numero totale di addetti salirà a 1.500. Il che comporterà l’aumento del 10% degli occupati nel settore Farmaceutico nel Lazio.
La previsione è una crescita delle esportazioni in quanto i prodotti farmaceutici rappresentano la voce predominante delle esportazioni regionali (43% nel 2024). Ci sarà il definitivo sorpasso sul comparto metalmeccanico che ormai ha ridotto Cassino Plant ad un parcheggio nel quale infilare le macchine e ancora per poco.
L’operazione di Anagni sarà un rafforzamento della capacità produttiva nazionale nel settore dei medicinali iniettabili, con conseguente miglioramento dell’accesso globale ai trattamenti per il diabete e l’obesità. Pertanto, si determinerà un ampliamento della domanda di servizi di ingegneria e di produzione di attrezzature, il trasferimento tecnologico a livello locale e nazionale, l’acquisizione per l’Italia di un ruolo di riferimento mondiale nel settore biotecnologico, nonché la formazione di mano d’opera altamente specializzata.
Nei giorni scorsi Novo Nordisk ha già proceduto all’acquisto dei terreni dell’Isam, l’ex Istituto sperimentale auto e motori.
Non è una mosca bianca

A poca distanza c’è il maxi investimento New Cold per la produzione del più grande Polo del Freddo nel Sud Europa. In pratica il più grande centro di stoccaggio per i prodotti surgelati. I lavori nell’area industriale di Ferentino sono a buon punto ed in meno di un anno la cordata di imprese guidata da Arnaldo Zeppieri si è impegnata a consegnare le chiavi in mano alla proprietà. (Leggi qui: Froneri e NewCold, il surgelato diventa sostenibile. E crea 200 posti di lavoro).
Anche lì la politica locale c’entra meno di nulla. ll progetto nasce grazie alla presenza a Ferentino del polo nazionale dei gelati: un tempo si chiava Motta oggi è Froneri ed in Ciociaria la qualità del lavoro è tale che abbiamo assorbito da tempo anche le lavorazioni un tempo fatte a Parma.

Quel progetto è mastodontico. Al punto che nello scorso mese di novembre il commissario del Consorzio Industriale del Lazio Raffaele Trequattrini ha autorizzato di suo pugno il superamento del limite di 40 metri in altezza della nuova torre di congelamento. Nessuno gli ha detto grazie e nemmeno lo hanno invitato alla conferenza stampa fatta dal Comune 6 mesi dopo la posa della prima pietra. Il professore non si è scomposto ed ha firmato i finanziamenti ai lavori che adesso potenzieranno tutte le strade intorno a quel polo industriale.
La strada di Saxa

Ma c’è un’altra novità strategica che potrebbe riguardare il polo nazionale della ceramica green nato nello stabilimento ex Marazzi Sud di Anagni. Lo si capisce dalla riunione che si è tenuta nei giorni scorsi al Ministero dello Sviluppo Economico per definire il futuro dello stabilimento Saxa Grestone cioè la ex Ideal Standard di Roccasecca.
Lì l’azienda ha informato il Ministero, i sindacati ed i sindaci che il nuovo piano industriale prevede per Roccasecca un ruolo centrale nel processo di riconversione delineando anche i tempi di riavvio della produzione. Poiché nessuno ha parlato di riduzioni o limiti sul plant Saxa Gres di Anagni dove la produzione viaggia su tre turni è evidente che sia in corso un piano di ampliamento globale.

E infatti il tavolo è stato aggiornato a breve per il perfezionamento di tutti gli accordi tecnici all’esito di quanto emerso al ministro. Accordi sui quali la politica locale ha fatto meno di zero per l’attrazione degli investimenti e per il mantenimento dei posti di lavoro. Che ancora una volta si sono salvati da soli: per la capacità di quei lavoratori nel fare il proprio mestiere e degli imprenditori di investire e rischiare il proprio capitale. Come nei casi di Catalent e Froneri.
(Foto di copertina © DepositPhotos.com).