Pd e FdI unite dalla stessa necessità Quella di individuare un 'papa straniero': figure nuove e di sintesi per due Partiti che in poco tempo si sono rivoluzionati. E non tutti lo hanno ancora capito
Il Papa Straniero, Karol Wojtyla fu la soluzione nell’infinita diatriba tra i cardinali Giuseppe Siri di Genova e Giovanni Benelli di Firenze, tra l’ala progressista e quella tradizionalista della chiesa di fine millennio. Sarà un papa straniero la soluzione che porterà l’equilibrio nel Partito Democratico ed in Fratelli d’Italia in provincia di Frosinone. Perché solo un cardinale arrivato da Cracovia, lontano dalla curia, può riuscire ad ascoltare tutte le voci: fingere di non avere capito per problemi con la lingua, aggiustare il tiro, rinnovare la liturgia.
Un Papa per i Dem
Il Partito Democratico in questi anni ha costruito i suoi equilibri in provincia di Frosinone su uno schema tripolare. Quello basato sull’area di provenienza operaista – socialista che ha sempre fatto riferimento a Francesco De Angelis e Mauro Buschini. Quella del cattolicesimo democratico che si è catalizzata per anni intorno a Francesco Scalia ed Antonio Pompeo. E poi il mondo della sinistra che si riconosceva nei Giovani Turchi di Sara Battisti. Il gioco delle alleanze ha determinato di volta in volta un equilibrio ed un Segretario.
L’elezione di Elly Schlein a Segretario Nazionale ha abbattuto in una notta chilometri di steccati interni. Catapultando all’interno del Partito decine di sensibilità che fino a quel momento erano rimaste all’esterno e con nessuna intenzione di entrare. I nuovi equilibri per il Congresso Provinciale che si terrà in autunno a Frosinone non potranno evitare di tenere conto del nuovo scenario.
Soluzioni di sintesi
La soluzione di sintesi porta a ragionare su figure che rappresentino il nuovo corso, in sintonia con la Segreteria nazionale, capaci al tempo stesso di dialogare con quelli che sono tuttora i pilastri sui quali il Pd basa il suo consenso in provincia.
Figure come il sindaco di Cassino Enzo Salera (fuori dai giochi, è già impegnato a governare la seconda città della provincia, la prima tra quelle in mano al centrosinistra. E poi ha come naturale punto d’approdo l’elezione a Presidente della Provincia dopo Luca Di Stefano). O come Libero Mazzaroppi (ex sindaco di Aquino, espressione di AreaDem ma dal consolidato dialogo con Rete Democratica di Sara Battisti (pure lui fuori dai giochi: è appena stato nominato nel CdA di Laziodisco, la partecipata della Regione per i servizi allo studio universitario).
Ci sono figure con Danilo Grossi, ex assessore comunale di Cassino. A suo vantaggio il dialogo con Elly Schlein costruito prima che diventasse Segretaria e la capacità di dialogo su tutto il fronte. Il che, insieme a molti altri elementi, lo rende il nome più accreditato.
Ma la di là del nome, in ogni caso il vero papa straniero del Pd in provincia di Frosinone sarà Elly Schlein, perché comunque sarà la sua area il punto di approdo di un nuovo equilibrio. Che non potrà prescindere da alcune considerazioni. Su tutte, quella che la Segreteria uscente è tra quelle più longeve in assoluto nella storia del Pd provinciale di Frosinone. E che il Segretario Luca Fantini ha sempre garantito un equilibrio tra le varie sensibilità Dem, nel pieno rispetto dello Statuto.
I papi per i Fratelli
Più complessa la situazione per i Fratelli d’Italia. Non hanno bisogno di un papa: lo hanno eletto lo scorso anno acclamando Coordinatore provinciale il deputato Massimo Ruspandini. Però hanno bisogno d’una serie di piccoli papi: per governare i processi di crescita in quelli che un tempo erano i quattro distretti provinciali: quello Nord che fa perno su Anagni, quello del Centro con Frosinone capoluogo, quello del Sorano e della Valle del Liri ad Est, quello del Cassinate e della Valle a Santi a Sud.
Lì il Partito è radicato. Ma la crescita esponenziale avvenuta in relativamente poco tempo ha creato un problema di identità. Un caso emblematico è quello di Isola del Liri dove c’è stata una frattura netta tra vecchio corso e nuova generazione orientata verso una destra europea che pochi punti in comune ha con le nostalgie. (Leggi qui: La revoca che divide ma cambia generazione a FdI. E leggi anche Tomaselli: “Commissariate FdI”. Il Partito: “Chi è?”).
Le elezioni hanno poi messo a nudo la situazione di Cassino. Dove solo un Congresso cittadino potrà ridisegnare il perimetro. Il rinnovamento è già in atto: il capogruppo Silvestro Petrarcone è uno dei papi stranieri (subito assegnato a governare FdI in Consiglio dove è capogruppo). Il Congresso provinciale ha evidenziato figure come Andrea Velardo (subito impegnato come Consigliere provinciale). O figure come Antonio Cardillo, il dirigente che ha sfiorato l’elezione in Provincia partecipato all’organizzazione della campagna elettorale a Cassino ed alla costruzione della lista, riorganizzando vari Circoli nella Valle dei Santi.
Il mazzo delle carte
Massimo Ruspandini ha diversi fronti sui quali occorre lavorare. A Nord ci sono molte aspirazioni e troppi anni di attesa per poter verificare quante e quali possano essere soddisfatte. Ad Est fatica il dialogo tra l’area di Massimiliano Bruni e quella di Luca Di Stefano. A Sud nel Cassinate e Valle dei Santi occorre un coordinamento che in questi anni non c’è mai stato perché non ce n’era bisogno: il Partito aveva percentuali da prefisso telefonico.
I nomi non mancano. Le opzioni nemmeno. L’individuazione dei nuovi papi nei quattro distretti sarà strategica sui futuri assetti del Partito. Che come il Pd ha uno steccato atavico da abbattere: la contrapposizione storica tra Nord e Sud della provincia di Frosinone, l’eterna, silenziosa e dannosa lotta intestina tra Cassinate e Frusinate.
L’abilità del Segretario provinciale starà nell’individuazione di nomi di sintesi capaci di aggregare e portare sui territori la modernizzazione imposta al Partito dalla leader Giorgia Meloni.